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Ieri sera c'è stato il dibattito all'americana in seno al Partito Democratico.
Prima di esaminare i candidati vorrei farvi una premessa.
Io non voterò alle primarie per una motivazione di principi-economica.
Mi sarebbe piaciuto che un partito ( o una coalizione) che intasca i rimborsi elettorali (vietati per referendum) avesse almeno il buon gusto di non chiedermi soldi per esprimere il mio parere.
Ciononostante ho ovviamente le mie idee su quale sia il candidato giusto e ho deciso di esporverle.
Tabacci e Puppato:
Una domanda ha attraversato la mente di tutti.
E chi cacchio sono?
Esatto, sono due candidati che definisco "a perdere".
Non solo perchè praticamente non hanno alcuna chance di vincere, ma non ci hanno mai neanche veramente provato; ieri è stata la prima volta che si sono fatti notare, e sono stati obbligati a farlo.
Posso sempre sbagliarmi, ovviamente, ma ritengo le loro candidature indirizzate più ad una logica di future poltrone, di visibilità interna, più che ad un reale interesse a governare il paese ( Detto tra noi, se avessi organizzato io la campagna elettorale di uno dei due candidati sarei sicuramente stato in grado di fare di meglio)
Vendola
E' un altro candidato "a perdere" ma per motivi diversi.
Lui prova a fare il leader e ha un idea di come governare il paese, ma rappresenta una corrente minoritaria all'interno del Pd e quindi ha scarsissime chance di vincere (facile pronosticare un terzo posto).
Rappresenta l'elettorato che non ha mai rinchiuso nel cassetto la tessera del PCI, anche se riaggiornata.
Non è un candidato credibile per la corsa alla Presidenza del Consiglio, ha posizioni troppo poco concilianti che mal si addicono ad una posizione di governo ("La lotta dura senza paura" va benissimo quando stai all'opposizione, ma l'intransigenza non paga quando governi).
Inoltre, consiglio spassionato, soffre di quella prosopopea tipica degli intellettuali di sinistra, discorsi lunghissimi pieni di paroloni difficili, che lasciano spesso nell'ascoltatore un senso di confusione.
Renzi
Detto il "nuovo che avanza" assomiglia di più al "vecchio che ritorna".
Sia chiaro mi piacerebbe....se fosse il leader del centrodestra, ma con la sinistra ha evidentemente poco a che fare.
Si pone come obiettivo quello di essere l'Obama italico ma gli unici punti in comune sono la giovane età e lo sfruttamento intelligente dei new media.
Quando si scava nel suo programma di novità non v'è traccia, è un democristiano moderno, fermo a schemi mentali di 20 anni fa.
Non parla ai giovani non fa quasi mai accenni alla cultura di Internet e durante la querelle sulla libertà di stampa si è tenuto alla larga da fare dichiarazione che difendessero l'integrità della Rete.
In sostanza mi sembra un libro con una copertina accattivante, un titolo seducente ma con una trama non credibile.
Bersani.
Per ovvia esclusione è su di lui che pende il mio ipotetico voto.
Chiariamoci subito. Non incarna la perfezione e non è Berlinguer.
Ho apprezzato il suo lavoro da ministro nel governo Prodi, trovo sia la giusta sintesi tra Vendola e Renzi.
Insomma l'unico leader credibile che incarni ancora qualche valore di sinistra.
In molti punti non mi convince ancora (dall'alleanza con Casini, alla legge elettorale, passando per alcuni decreti del governo che andavo accettati meno ciecamente) ma ritengo che possa essere essere un buon Presidente del Consiglio.
Gli fa difetto la capacità comunicativa anche se grazie ad alcune battute e ad alcune metafore è nettamente meglio del piattume provato con Veltroni o Franceschini.
Considerato che il Pd ha la forte occasione di governare questo Paese è l'unico che mi da un minimo di fiducia.
A patto che riesca a mantenere la schiena dritta e non esageri con il tentativo di espandere i suoi consensi finendo con lo snaturare la sua natura.
Comunque la pensiate arrivederci da Brain on Air
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