Le recensioni di Bruno - "Quei due sulla collina" di A. Borio e M. Raschér
Creato il 02 agosto 2011 da CiessedizioniI due che stanno sulla collina, invece, sono due anziani coniugi, Menico e Carolina, che nonostante i limiti imposti dall’età (lui e quasi cieco, lei claudicante con stampella), uniscono le loro forze (lui acuto, intuitivo, capace di utilizzare internet; lei dotata di astuzia e senso pratico, sa guidare l’Apecar ed è abilissima nell’aggirare la “dogana” di una vicina pettegola!), si completano a vicenda (in una fusione che è a metà strada tra Mister Magoo e Sherlock Holmes) e, si sa, l’unione fa la forza …
Tanto più che i due terribili vecchietti hanno un nipote vice-commissario, che entrambi sognano di accasare magari dopo una promozione a commissario capo.
La misteriosa morte di due anziane amiche ricoverate in una casa di riposo scatena la curiosità dei due senescenti investigatori improvvisati e, per loro, costituisce la ghiotta occasione per aiutare il nipote a far carriera.
Sullo sfondo, la magica terra di Cesare Pavese: le colline del Monferrato, la riva del Tanaro, tra vigneti e gerbidi.
La narrazione è ironica, di un’ironia a tratti nostalgica e crepuscolare. I dialoghi sono conditi da “neh!” (leggendoli, sembra di sentire l’inflessione piemontese) e parole del vernacolo (tra l’altro, ho avuto modo di apprezzare l’uso dell’espressione “spalmarsi addosso”).
In alcune divertenti pagine, la storia viene narrata dal punto di vista del cane Tartan. Il ritrovamento di un diario è l’occasione per l’incursione nel passato, ai tempi del fascismo.
Mi piace concludere rubando ai “due” uno spunto di riflessione: “… non ti sei mai chiesto quando una persona invecchia? … Uno diventa vecchio quando perde il futuro, quando alla sua anima manca la forza di fare progetti e la parola domani non ha più nulla d’imprevisto … Ma può esserci di peggio. Lo sai quando uno muore? E non parlo della morte fisica, si muore dentro quando si smette anche di ricordare.”
Come vedete, temi importanti. E voi, che ne pensate?
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