Magazine Psicologia

Le reti neurali del successo

Da Pasqualefoglia @pfoglia2

Deprecando qualcosa resti senza quella cosa!

Disprezzando i ricchi resti povero!

Coloro che non hanno successo nella vita generalmente provano invidia e avversione per chi ha successo e spesso fanno commenti sarcastici nei loro confronti, ma in questo modo non migliorano il loro stato e continuano a vivere d’invidia e fallimenti!

Per diventare persone di valore in ogni campo, compreso quello finanziario, non si deve invidiare o disprezzare coloro che hanno successo, ma ammirarli. Infatti, se non apprezzi quella cosa, come puoi averla? Per avere le cose che desideri devi benedirle mille volte!

In fondo, l’invidioso non denigra le persone di successo, che spesso neanche conosce, ma li invidia per  il loro status – i soldi, la macchina di lusso, la villa o lo yacht….-; in sostanza, attraverso i ricchi, disprezza anche ciò che essi rappresentano: la ricchezza!

E allora, se disprezzi la ricchezza come puoi averla anche tu? Se disprezzi il successo come puoi avere successo anche tu?

Se provi invidia e ribrezzo per i ricchi e per chi ha successo in generale, non potrai mai avere fortuna anche tu perché hai paura di metterti in gioco e di essere invidiato e disprezzato a tua volta! La paura è il killer numero uno del successo e della felicità perché blocca ogni azione utile togliendo la libertà di agire. Pertanto, avere risentimenti verso i ricchi significa restare poveri a vita!

Quando ci accorgiamo di provare invidia verso qualcuno che è più fortunato di noi, dobbiamo ravvederci subito, prima che l’energia negativa si espanda e ci invada del tutto: dobbiamo neutralizzare i pensieri negativi augurando alla persona fortunata ancora più successo e più fortuna.

Ciò perché se la negatività s’impossessa della nostra mente, siamo fregati: secondo la legge dell’intenzione, infatti, ciò su cui concentriamo la nostra attenzione si espande. I pensieri, da entità immateriale, attraverso la ripetizione si addensano e si materializzano a livello fisico attraverso l’azione.

I pensieri negativi si accompagnano sempre a emozioni e/o sentimenti negativi, e quindi noi, agendo sotto l’effetto di emozioni negative, siamo maldestri e abbiamo inesorabilmente risultati negativi. Siamo imbranati perché le emozioni negative anestetizzano l’emisfero sinistro del cervello, quello razionale, per cui perdiamo letteralmente la lucidità mentale!

Al contrario, i pensieri positivi si accompagnano a emozioni e sentimenti positivi come la gratitudine, e quindi agendo con entusiasmo e gioia, la creatività e la lucidità mentale sono al massimo e anche il rendimento è massimo.

Dunque, ciò su cui ci concentriamo abitualmente si espande, ossia cresce perché viene riprodotto. Per esempio, noi siamo bravissimi nelle cose che facciamo ogni giorno proprio perché vi ci applichiamo di continuo. Invece siamo handicappati e abbiamo paura di fare qualunque cosa che non abbiamo mai fatto prima di allora.

Se ci concentriamo sui problemi, sui rischi e sulle difficoltà, incontreremo problemi, rischi e difficoltà a non finire; mentre, se ci concentriamo sui risultati, sulle opportunità e sul successo, raccoglieremo risultati, opportunità e successo. E se ci lamentiamo in continuazione, è molto peggio perché siamo infelici, depressi e senza la capacità di prendere decisioni e di agire!

Dunque, ciò a cui dedichiamo la nostra attenzione, ossia le nostre energie, si moltiplica!

Convincendoci che una cosa andrà male, che non ce la faremo, è sicuro che sarà così. Lo studente che è convinto che non supererà l’esame, crea egli stesso le condizioni propizie per la bocciatura. Se invece pensiamo che andrà tutto bene, le cose andranno per il verso giusto. L’effetto dell’intenzione e dell’attenzione dà luogo alle cosiddette profezie auto-avveranti, sia nel bene che nel male.

Il conseguimento di un obbiettivo o di un desiderio segue lo stesso processo che porta all’acquisizione di una nuova abitudine: facendo sempre la stessa cosa, anche la cosa più difficile alla fine diventa facile e piacevole.

Tutto sommato, raggiungere un obiettivo significa aver imparato a fare qualcosa di nuovo, ossia aver appreso una nuova abitudine.

Per far accadere le cose occorre che si formino nuove reti neurali, il che avviene seguendo corsi di formazione efficaci e leggendo libri motivanti, in modo da accrescere la propria consapevolezza (insight), e soprattutto facendo molti esercizi e allenamento, proprio come quando vogliamo imparare a fare qualcosa, oppure desideriamo raggiungere elevate performance: ecco perché è il corpo/inconscio che deve fare ciò che occorre, per tutto il tempo necessario, senza riserve e senza condizioni.

Dunque, se non c’è un impegno profondo e totale da parte nostra, se non ce la mettiamo tutta, se non ci abituiamo a pensare alla grande, se non abbiamo le idee molto chiare su ciò che vogliamo, e soprattutto se non siamo disposti a metterci in gioco e a correre qualche rischio, non otterremo nulla.

A me dà fastidio quando sento enfatizzare la legge di attrazione e sento dire che luniverso è sempre pronto a dare una mano, quasi fosse una persona sensibile e virtuosa e non una cosa impersonale e neutra!

Se non siamo noi stessi ad aiutarci e ad impegnarci a fondo, superando lo stress e lo scoraggiamento dovuto alle difficoltà di apprendimento e all’esasperante lentezza dell’avvicinamento alla meta, l’universo se ne sbatte e la legge di attrazione è inoperante o, semmai, funziona al contrario.

Desidero rimarcare che l’inconscio riesce a creare e produrre qualcosa ex-novo non per effetti miracolistici, ma perché attraverso la pratica e il processo di apprendistato al quale ci siamo sottoposti con tutto il nostro corpo, processo che culmina con la formazione delle reti neurali, siamo diventati bravi a espletare quella determinata attività o mansione, ossia a far crescere le cose, per esempio i soldi.

Affinché accada una cosa che noi desideriamo, è necessario che l’inconscio sia convinto delle nostre “intenzioni” coscienti, altrimenti non ci mette in condizione di applicarci come si dovrebbe, ossia si rifiuta, in un modo o nell’altro -per esempio attraverso la paura del cambiamento, i blocchi emotivi, l’auto-sabotaggio e la pigrizia- di applicarsi come si deve. Comunque, occorre tempo e applicazione per convincere, una ad una, le cellule del nostro corpo!

Infatti, l’inconscio non è altro che l’insieme delle cellule del corpo, e perciò è sempre l’inconscio, cioè il corpo, che deve fare le cose necessarie per raggiungere il successo che la mente desidera. Quindi, non basta volere (con la mente conscia) una data cosa, ma è necessario anche darsi da fare, passare all’azione, ossia occorre far lavorare l’inconscio, e più esattamente, impegnarsi con l’intero corpo, con tutti i sensi. Volere, senza fare nulla, è inutile! In realtà, la vera volontà si manifesta con l’azione!

Quindi, non basta recitare un mantra per far accadere le cose, e tuttavia la funzione delle frasi motivanti è importantissima perché, attraverso la loro ripetizione, si attiva l’intenzione e l’attenzione necessarie per espandere l’idea o pensiero, fino a convincersi con la mente e con il corpo: ciò ci porta a rimboccarci le maniche e a ottenere le cose!

Naturalmente, per avere successo è necessario eliminare le lamentele perché non risolvono i problemi, ma li acuiscono proprio per effetto della legge dell’intenzione: le lamentele sono autodistruttive in tutti i sensi! Basta pensare che fanno a pezzi uno dei bisogni umani fondamentali dell’uomo: il bisogno d’importanza, ossia ci fanno sentire in colpa e/o profondamente isoddisfatti e pieni di vergogna! Ma anche in questo caso dobbiamo avere le idee chiare su cosa vogliamo veramente.

Se si desidera molto successo, come per esempio diventare ricchi, le lamentele e le indecisioni devono sparire del tutto; ma se ci si accontenta di un successo medio, come per esempio non essere né povero, né ricco, e quindi far parte della classe media, le lamentele devono essere equilibrate dal senso di gratitudine verso la vita. Infine, chi non fa che lagnarsi con tutti ad ogni ora del giorno resterà un frustrato e un fallito per tutta la vita.

E dunque, siccome le lamentele sono autodistruttive, basta smettere di lamentarsi per risorgere letteralmente a nuova vita!

Le lamentele rappresentano uno sfogo per coloro che vivono nel disagio, ma sono bloccati dalla paura di sbagliare, di fare un passo falso; esse privano della chiarezza mentale e perciò chi si lamenta non riesce a prendere la decisione che darebbe una svolta positiva alla loro vita. In tal modo, le lamentele agiscono come la legna…: mentre la legna alimenta il fuoco, le lamentele alimentano la paura di prendere qualsiasi decisione. Le lamentele, dunque, non sono la causa del disagio, ma l’effetto, proprio come la febbre non è la causa ma la conseguenza della malattia, e proprio per tale motivo, smettendo di lamentarsi, si smette di rinforzare la paura di agire.

In realtà, le lamentele sono uno sfogo solo apparente e breve, ma nella sostanza rappresentano un tormento psichico insopportabile sia per chi si lamenta, credendo erroneamente di trovare in esse una liberazione, sia che per chi è costretto ad ascoltarli. Esse bruciano inutilmente le energie, rendendo deboli, paurosi e incapaci di prendere qualunque decisione utile.

Le lamentele sono anche la conseguenza del desiderio frustrato di voler cambiare le cose, gli eventi e le persone che ci circondano, mentre invece dovremmo cambiare noi stessi per primi smettendo di preoccuparci e di lagnarci! Sono pienamente convinto che la paura, l’ansia e le preoccupazioni in genere si attenuano fino quasi a scomparire del tutto smettendo di lamentarsi, giudicare e criticare.

Le lamentele, dunque, impediscono l’auspicabile “cambia-mento” della propria mente, dei propri pensieri e delle proprie azioni, e ostacolando la formazione delle reti neurali del successo (e non solo!), rendono la vita odiosa, grama e intollerabile!

 


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