Peccato non abbiano ancora inventato le mail con l’allegato in “carne ed ossa”! Si, perché così, invece di immaginarne il profumo, avrei potuto assaggiare questi fantastici dolcetti che mi sono arrivati telematicamente dal pescarese, frutto delle sapienti mani della suocera del fortunato Renato, che, altruisticamente, ha voluto condividere con Anghingò la ricetta che, promesso, prima possibile verrà fedelmente ripetuta!
La rimpizza è una sorta di brioche leggermente dolce, tipica del pescarese.
Era tradizione che, durante la trebbiatura, al pomeriggio, si facesse una pausa per “rimpinzarsi”.
Questa è la ricetta:
1 uovo
250 gr di farina per dolci “00”
50 gr di zucchero di canna
50 cc di olio extravergine di oliva
50 cc di latte (oppure 50 cc di vino bianco)
15 gr di lievito di birra
un pizzico di sale
semi di anice
(volendo si può aggiungere dell’uva passa all’impasto)
Per prima cosa occorre preparare il lievito con 1/5 del latte e due cucchiai di farina e, dopo averlo impastato, lasciarlo riposare per 10 minuti.
Nel frattempo impastare il resto degli ingredienti e poi aggiungere il lievito precedentemente preparato.
Lasciare lievitare per circa ½ ora.
Tagliare il panetto a fette e lavorale per farle diventare dei lunghi torciglioni che poi verranno arrotolati su se stessi a spirale o a forma di “S”, disposti sulla teglia e spennellati con una emulsione di tuorlo e olio.
Lasciare lievitare ancora per circa due ore, in un luogo caldo al riparo da correnti e spifferi.
Quando le rimpizze saranno belle gonfie, infornare a 175° per circa 20 minuti.
Ideali la mattina a colazione, oppure per una bella merenda come quelle di una volta….