Venerdì 08 Febbraio 2013 09:10 Scritto da Martilla
D’estate i bambini della cittadina si divertono a fare delle brevi gite in barca e a prendere il sole. D’autunno si fanno lunghe passeggiate per ammirare i caldi colori autunnali, d’inverno si va a sciare.
In primavera il signor Evaristo esce la mattina presto e a volte sta fuori casa per tutta la giornata: raccoglie fiori in grande quantità, passa a salutare i vecchietti del circondario, arriva fino al paese a comprare latte fresco, pane appena sfornato, salumi, il suo quotidiano preferito, e a volte anche qualche fetta della deliziosa torta di mele preparata dalla signora Rosa, la pasticciera grassa.
Insomma, una vita tranquilla, né troppo solo, né troppo in compagnia.
Un bel giorno però, Evaristo fa una cosa piuttosto insolita, per un abitudinario come lui.
Da un po’ di giorni, sentendo chiacchierare certi suoi amici giù in paese, gli viene in mente di comprare tre biglietti della lotteria, così, per provare, “tanto non vincerò di sicuro, figuriamoci”, dice tra sé e sé.
Martedì mattina di buon’ora scende in paese e va in tabaccheria.
Il signor Gino appare leggermente sorpreso nel vederlo: Evaristo non ha mai fumato, non gioca, è molto abitudinario, non si ricorda di averlo mai visto entrare nel suo negozio.
L’arzillo vecchietto chiede tre biglietti della lotteria, tira fuori un foglietto a quadretti con dei numeri, si apparta per giocarli e se ne va.
La sera successiva accende la televisione per seguire l’estrazione.
Via il primo biglietto, via il secondo.
Il terzo… La prima lettera è una A, come nel suo. La seconda lettera una Z, anche il suo ha una Z. quando l’avvenente signorina della TV scandisce la sequenza numerica, Evaristo salta sulla sedia. Coincide tutto. Ma proprio tutto.
In un primo momento il signor Evaristo pensa di buttare via il biglietto, di non dirlo a nessuno, ma poi pensa che il paese è piccolo, il tabaccaio potrebbe insospettirsi, tutto il paese è al corrente del famigerato acquisto.
Nel giro di poco l’avrebbero saputo tutti.
In un secondo momento Evaristo comincia a pregustare cosa potrebbe fare con una somma del genere: sicuramente ristrutturare la sua casetta, resistente da molti anni, ma ormai vecchiotta; potrebbe comprarsi un bastone nuovo, e uno di quei telefoni senza filo, com’è che si chiamano.
E poi perché no, potrebbe fare un viaggetto da qualche parte.
Non gli resta dunque che andare a riscuotere la vincita e pensare al suo futuro.
In breve tutto il paese comincia a mormorare, e saltano fuori anche le invidie.
Il signor Osvaldo sperava di vincere per potersi trasferire in buen retiro alle Bahamas.
La signora Luisella si sarebbe rifatta volentieri il guardaroba, e non le sarebbe dispiaciuto neanche comprarsi l’idromassaggio.
Dal giorno della riscossione della vincita il signor Evaristo non si sente molto tranquillo: ha tutti gli occhi del paese puntati su di lui, e si è insinuata nella sua mente l’idea che possano rapinarlo, anche se il paese ha un tasso di criminalità praticamente nullo.
Non esce più volentieri a fare la spesa, trascorre sempre più tempo tra i boschi in solitudine.
Un bel giorno ecco che trova la soluzione.
Perché non dividere a metà la vincita?
Si tratta di un somma veramente esorbitante, davvero troppo per un semplice vecchietto della sua età.
Fu così che una parte della somma verrà destinata alla ristrutturazione del campanile della chiesetta del paese, una parte all’ampliamento del circolo anziani e una parte alla riparazione del tetto dell’asilo comunale.
L’altra metà se la tiene per sé, per avere la prospettiva di concedersi una piccola soddisfazione ogni tanto.
Il paese gli è molto riconoscente, e il sindaco decide di inaugurare una strada a suo nome, via “Evaristo Buoncuore”.