In un question time alla Camera, l'allora Ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, nel novembre 2010 a richiesta di Di Pietro comunicava che la sola
protezione e la sicurezza delle personalità politiche viene assicurata attualmente da 1.988 unità delle forze di polizia cui possono aggiungersi ulteriori 377 unità (comprensive di personale dell’Esercito) impiegate in servizi integrativi di vigilanza fissa. [notizie dai Ministeri]Ricordandosi che, come vedremo, sono 90 tra parlamentari e uomini di Governo le personalità sottoposte a tutela, a fronte di circa 600 scorte totali, ne segue che i politici impegnano la metà delle forze di protezione pur rappresentando meno di un sesto dei protetti.
Grosso modo le protezioni sono così ripartite: per 263 magistrati, 90 tra parlamentari e uomini di governo, 21 tra sindaci e presidenti di regione, 21 ambasciatori, 8 tra giornalisti e sindacalisti e 7 pentiti. A 16 di questi 410 spetta il livello di protezione massimo: due o tre macchine blindate e più di otto agenti. Gianfranco Fini è tra questi, polemica inclusa. Altri 82 hanno due macchine di scorta e sei agenti. A quelli che rimangono spettano una macchina e due agenti di scorta. Infine vi sono altre 174 personalità cui spettano un'auto, non blindata, e uno o due agenti.
Poi ci sono le cosiddette scorte eterne: Oliviero Diliberto, da 10 anni auto e agente; ex deputato Taormina, con 4 uomini di scorta; Baccini con 5; la Pivetti, ex Presidente della Camera, anche se ora non ne ha più diritto, ha avuto la scorta per più di 10 anni mentre Bertinotti ha ancora un agente al seguito; l'ex presidente della Calabria Loiero ha ancora tre uomini di scorta e il leghista Bricolo quattro. Vedi l'articolo dell'Espresso di un anno fa Scortati d'Italia.
A questo si aggiunge la tutela per collaboratori di giustizia, testimoni e loro congiunti che, nel 2007 (ultimo anno con i dati disponibili sul sito del Ministero dell'Interno), assommano ad altre 3.853 persone, che hanno impegnato, nel secondo semestre del 2007, 3.400 accompagnamenti, 4.487 scorte da parte dei Carabinieri, 2.290 da parte della Polizia e 1.208 da parte della Guardia di Finanza. Tutto questo per una spesa di circa 65 milioni, almeno nel 2007.
Anche il deputato del Fli Di Biagio, ex PdL, se ne accorgeva e il 22 novembre 2011 presentava una interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Interno perchè, tra le altre cose, i sindacati di polizia lamentavano che
nella sola città di Roma, sarebbero soltanto 50 le volanti delle forze dell'ordine impiegate nel pattugliamento del territorio, contro trecento dedicate ai servizi di scorta a circa duemila personalità rientranti nelle categorie «a rischio»;Persino la Grecia, in questi tempi di grave crisi, riduce uomini e mezzi di scorta: 1.000 uomini, 100 autovetture e 60 motocicli vengono tolti alla protezione delle personalità e riportati tra gli effettivi (Ansamed). E così anche l'esecutivo di casa nostra, piano piano, comincia a decidersi a diradare, almeno nelle intenzioni, quello che viene definito uno status symbol, senza alcuna necessità di sicurezza individuale ma buono solo per ribadire il proprio status di potenti.
E' questo il senso dell'eliminazione della scorta fissa alla villa di Calderoli, otto uomini tra Polizia, Carabinieri e GdF che dovevano presidiare la villa del leghista anche quando non era presente, assegnati nel 2006 dopo i fatti della vignetta su Maometto, e che sono costati alla collettività, solo negli ultimi due anni, 900 mila euro. E' da notare però che altri otto agenti sono tuttora adibiti alla scorta del deputato (prima in tutto erano 16) [Corriere]. Oppure uno si chiede il senso, per esempio, delle cinque auto di scorta per Gasparri [Youtube], o di quella con funzione di aiuto per la spesa della Finocchiaro [Corriere] o di tutte quelle che sembrano proprio auto di scorta che portano la crème dei politici laziali e nazionali alla festa di compleanno del presidente del Lazio Polverini, come da filmato del Fatto Quotidiano, festa capace di rinverdire i fasti della corte di Cristina di Francia, della real casa borbonica e reggente del Ducato di Savoia:
Le berline pagate dalla Regione cominciano ad arrivare copiose alla festa, scendono elegantissimi in abito scuro (come imposto da invito) quasi tutta la giunta regionale: il presidente del consiglio regionale del Lazio, Mario Abruzzese, l’assessore alla casa, Teodoro Buontempo, l’assessore ai lavori pubblici Luca Malcotti, quello all’Istruzione Gabriella Sentinelli, quello alle Risorse Umane Fabio Armeni e altri ancora. Arrivano poi i ministri Filippo Patroni Griffi e Andrea Riccardi. In auto pagata dallo Stato anche il viceministro al Welfare Michel Martone e non può mancare il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, già beccato poche settimane fa con auto e lampeggiante acceso allo stadio per seguire la Roma. In auto pubblica anche il collega di partito Maurizio Gasparri e un ex sottosegretario Pdl, Mario Baccini.