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Le signore della notte

Creato il 04 febbraio 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Le signore della notteCon Giuseppe Scarraffia  ricercatore di Letteratura francese, si parla del mestiere più vecchio del mondo a “Le Storie-diario italiano”. Corrado Augias parte  da quella  banale espressione per affermare che non è esistita società umana dove non ci sia stata in vigore la prostituzione .

A frequentarle erano uomini di tutti i ceti sociali: aristocratici e contadini, borghesi e proletari, e anche grandi intellettuali e artisti, da Stendhal a Simenon, da Kafka a Hemingway, da Tolstoj a Proust, da Manet a Picasso, da Toulouse-Lautrec a Modigliani. Innumerevoli opere artistiche e letterarie le descrivono, spesso con passione e devozione. Una realtà filtrata dalla letteratura e dall’arte che ci rimanda al fenomeno superando il concetto di commercio sessuale.

Le signore della notte
E’ particolarmente godibile la conversazione con  Giuseppe Scaraffia, autore del libro  “Le signore della notte. Storie di prostitute, artisti e scrittori“  che ci presenta, non soltanto  donnine lascive, ma anche la visione di  maschi votati all’arte che hanno goduto dei loro favori e di quell’atmosfera “di dolcezza e umanità” (come la definisce Mario Soldati in una citazione messa nel volume) delle “case”. Artisti impressionati dalle prostitute che vendevano la propria bellezza, accumunati dalla condivisione comune dello sguardo estetico  che rende egregiamente quel clima di “carni rosee e sfatte, veli, maschere di donne” che trasforma la banale lussuria in vertigine incantevole. Pratica diffusa nei secoli passati che ha visto quasi tutti gli scrittori  assidui di tali istituzioni, a volte con entusiasmo, altre con imbarazzo, a volte per curiosità, o per necessità fisica.

L’argomento cessa nel 1958 con la legge Merlin che abolisce le case chiuse e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione, che  viene definita come l’attività che prevede degli atti sessuali prestati dietro pagamento. Il pagamento non consiste necessariamente in una transizione monetaria ma può assumere la forma di un luogo dove abitare, qualcosa da mangiare, sostanze stupefacenti od altre forme di pagamento in natura. Legge giudicata come  atto di grande civiltà e visto come la liberazione delle schiave del sesso.  Dopo la quale le cose continuarono in modo meno ordinato.

Fino al fenomeno tutto contemporaneo delle escort che con spregiudicatezza esemplare affermano un’ ideologia tipica di questo mondo dove la relazione con il denaro è un rapporto di scambio immediato, do e ricevo subito, un ritorno: ” Se sei una bella donna e ti vuoi vendere lo devi fare, se sei racchia te ne devi stare a casa” (Teresa De Nicolò) . La bellezza fisica ha assunto tipologia e metodologia professionale, chiara.  La escort esercita la sua professione solo con clienti danarosi. Tradizione e innovazione, insomma. E’ la moda.

Ma veniamo al punto.

Oggi, anche se praticano, come si dice, “il mestiere più antico del mondo”, la loro tenace presenza nella nostra società sembra diventata intollerabile. Nessuno ne parla più se non per dire che deve essere cancellata. Sono considerate le ultime peccatrici del sesso in un mondo che si proclama sessualmente spregiudicato. Fornire una merce o una prestazione in cambio di denaro è in teoria comune a ogni professione, ma in pratica il fatto che la loro merce sia il corpo e che quel che offrono sia il piacere le rende immonde, intoccabili, non solo agli occhi delle Chiese. Dai laici vengono accusate di essere delle untrici, di contagiare chi le frequenta non tanto sul piano fisico, ma soprattutto su quello dei valori. E davvero così?

Parliamo dunque di fattore culturale legato alla vendita del proprio corpo. Anche se dovremmo considerarla come una locazione, il corpo diviene un mezzo per guadagnare soldi, per qualcuno è bene per altri sbagliato. Nei Paesi Bassi l’esercizio della prostituzione in quanto tale non è mai stato perseguibile penalmente. Si tratta di una questione articolata che però riguarda più o meno direttamente tutti i paesi d’Europa, per non dire del globo.

 Come mai anche nei nostri tempi permissivi la prostituzione ispira  “un oscuro ribrezzo”, e il rapporto sesso-denaro continua a causare disagio? Diciamo in modo brutale che la nostra base religiosa cattolica  lascia poco spazio alla libertà di scelta e considerando il corpo come “tempio di Dio” ci aggiunge il concetto di peccato  al punto che la prostituzione è paragonata a “crimini contro l’umanità”. Sono la conseguenza, secondo il papa, delle “tendenze materialistiche ed edonistiche” dilaga

Le signore della notte
nti soprattutto nei Paesi del “cosiddetto mondo occidentale”.  La Chiesa cattolica è convinta di avere il dovere di intervenire: “È ora di arginare in maniera energica la prostituzione, nonché l’ampia diffusione di materiale dal contenuto erotico o pornografico, anche in Internet”.

La scarsa regolamentazione e il sommerso imperante in questa attività hanno forti aspetti negativi, oltre a catastrofici effetti sociali. Violenze, sfruttamento e criminalità comportano il lato oscuro della faccenda. A questo punto, considerando che la prostituzione in Italia  è di fatto tollerata perché non regolamentarla garantendo alle persone  igiene e sicurezza e proteggendo le donne da pericolosi circoli criminali?

Il tema è vastissimo e abbraccia il concetto di scelta che, per quanto mi riguarda,  passa attraverso il rapporto d’amore. La vita sessuale  è qualcosa di diverso, che si allaccia inesorabilmente agli affetti, agli interessi comuni, alla stima reciproca. L’atto sessuale è la porta dell’intimità che conduce alla scoperta delle emozioni più intense e profonde  e credo che  nessun altro rapporto riesca a convogliare al suo interno tutte queste componenti in modo così unico e appagante. Ma questo è soltanto il mio modo di vivere la sessualità.


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