Mentre fa la verticale reggendosi sulle mani, Katie sogna il mare con le sue acque scure e inquiete. Da qualche parte, nel suo appartamento, suona il telefono. La sveglia sul comodino segna le 2.14 e Katie pensa immediatamente a sua sorella Mia che è dall’altra parte del mondo e sbaglia sempre il calcolo dei fusi orari. C’è qualcosa di minaccioso e angosciante in quello strano suono nella notte. Mentre sta per raggiungere l’apparecchio pensa alla brutta litigata con Mia del giorno prima. Parole taglienti, dure, velenose. Pensa che ora potrebbe chiarirsi e forse anche scusarsi con Mia… Fa per rispondere, ma il telefono è muto, non suona più. Forse si è sognata tutto, pensa.
Più tardi quel suono riprende, ma non è il telefono, è il ronzio insistente del citofono. Sospira e si protende verso il citofono, tenendo premuto il pulsante della comunicazione. E’ la polizia e capisce subito che è successo qualcosa di terribile. Le dicono che sua sorella è stata trovata morta, che l’hanno rinvenuta ai piedi di una scogliera in un posto chiamato Umanuk, all’estremità meridionale di Bali. Pensano sia caduta, ma non si spiegano bene e Katie è agitata, non riesce a capire.
Non può essere vero, pensa. Non è possibile, Mia non può essere morta. Ha solo ventiquattro anni. Poi le viene in mente che forse c’è un errore. Perché Mia non è a Bali, ma in Australia…
Le sorelle dell’oceano, romanzo d’esordio di Lucy Clarke, è la storia di una donna che cerca di mettere insieme gli ultimi momenti della vita della sorella. Un libro emozionante e delicato che arriva in profondità ed esplora in modo coinvolgente e suggestivo il complesso rapporto che c’è tra sorelle.
Lucy Clarke, Le sorelle dell’oceano, traduzione di Ada Arduini, I narratori delle tavole, Neri Pozza, 2013.