A quanti di noi è capitato di incontrare persone, lungo il cammino della nostra vita, pronte a tarparci le ali. Dai genitori ai professori, dagli amici ai colleghi. Sembra che ogni volta che un briciolo di entusiasmo traspaia dai nostri occhi, le “forze del male” si impadroniscano delle persone che dovrebbero incoraggiarci per spingerli invece a farci desistere dal realizzare il nostro progetto. Un po’ come quando annunciamo di essere a dieta e tutti si premurano di invitarci a cena, oppure ci tentano con qualcosa di buono, dicendo “Dai, cosa vuoi che sia, per una volta! Poi da domani ti rimetti a dieta!”, facendo in modo che quel domani diventi sempre più lontano. Ogni volta che qualche pensiero ambizioso vuole farci spiccare il volo, qualcuno si preoccupa di ancorarci al suolo. “E’ un modo per proteggerci dalle delusioni” – si giustificano.
Queste “forze del male” però hanno lo scopo di metterci alla prova. Considero le loro intromissioni come una maniera di testare al nostra determinazione: realizzare un sogno richiede grande convinzione e forza di volontà, per non lasciare che i momenti di scoraggiamento, sempre dietro l’angolo, possano farci mollare. E’ una vera e propria lotta: chi la affronta e vince è un vero Supereroe!
una fortunata coincidenza nel 2006 c’è anche il centenario della Cgil, così la tesi ampliata sta per diventare una pubblicazione. La sottopone ai docenti dell’ateneo per avere qualche consiglio. E qui avviene la scena incriminata: un prof sbuffando le dice “Il lavoro è bello ma se lei parla in termini di donne nell’introduzione, la sua carriera la può buttare nel cesso”.Accadeva 5 anni fa ed è uno dei motivi che hanno spinto Fiorella insieme a Roberta e a tante altre (e altri) a cercare un percorso eterodosso>>
Le “forze del male”, rappresentate dall’Università Italiana hanno sbattuto la porta in faccia a chi voleva uscire dagli schemi. Infondo a chi interessa la storia delle donne?
<Lumina, cooperativa milanese di produzione che oggi raggruppa 25 giovani (donne ma anche uomini) con alle spalle una formazione storica. Ci si aiuta (a volte il lavoro è troppo, a volte troppo poco…) si accettano commissioni di enti pubblici e privati (ad esempio, la storia della cooperazione in Lombardia), si lanciano proposte (una collana di storia amministrativa dei Comuni), si realizzano progetti di formazione rivolti ai ragazzi di terza media, come con Fare l’Italia che avventura, un libriccino appena uscito per le edizioni Biblion che descrive i 150 anni dall’Unità attraverso 20 biografie di donne e 20 di uomini, puntando soprattutto sulla storia delle idee. O ancora, ci si rivolge ai liceali con Nilde racconta, dove la Iotti spiega la sua vita e le istituzioni…>>
Alle fine il NO ricevuto si è trasformato in una splendida opportunità di crescita per delle donne che nel mondo universitario non solo non avrebbero avuto alcuna chance ma sarebbero state costrette a rinnegare la propria passione per un ambito di ricerca che viene ritenuto poco interessante.
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