Magazine Cinema

Le verità di Ken Loach

Creato il 06 maggio 2011 da Presidenziali @Presidenziali
Le verità di Ken LoachDopo la brillante e divertente commedia "Il mio amico Eric", Il regista britannico Ken Loach (insieme con lo sceneggiatore di fiducia Paul Laverty) passa al cupo thriller "L'altra verità", il cui titolo originale "Route Irish" richiama l'omonima strada che collega l'aeroporto con la Green Zone della città di Baghdad, considerata la via più pericolosa del mondo, proprio qui si scatenano gli eventi. Due amici indissolubilmente legati nella vita e nella morte, cresciuti insieme, si dividono tutto, ma proprio tutto (donne comprese), condividono anche l'esperienza in Iraq lavorando come contractor (una sorta di guardia del corpo che si occupa della protezione di personaggi importanti e giornalisti che si muovono nella capitale irachena), ma a questo punto qualcosa va storto e uno dei due muore in circostanze non molto chiare, l'amico non si convince della verità che fornisce la compagnia per la quale lavoravano e cerca di svelare i dubbi e di smascherare la realtà dell'accaduto. Loach approfondisce un tema attuale, ci racconta di giochi di potere e denaro che si bagnano di sangue innocente, di una guerra gestita anche dai privati e dalle grandi compagnie, e ci parla dell'uomo che impugna il fucile per la pagnotta e non per la gloria (diecimila sterline al mese), che ha visto troppe morti e che non dorme perchè l'inconscio proietta nella notte i visi delle vittime innocenti. Il messaggio è chiaro: la guerra ti lascia un danno irreparabile, la visione della realtà rimane per sempre offuscata dalla violenza perversa che hai vissuto, enfatizzata dal grigio e dalla pioggia di Liverpool, è la realtà che vive il protagonista, distorta, persa nel vortice della vendetta, non c'è giustizia. L' intrigo è ben infiocchettato, ma la tensione è scarsa, la storia rimane deludente e scontata in certi passaggi. La pecca maggiore è il legame tra i due che risulta eccessivamente enfatizzato, morboso e irreale, con lo svolgersi della trama, il personaggio protagonista perde credibilità, è superficiale, è un "Rambo" pieno di sensi di colpa, che darebbe l'anima e la vita per l'amico, ma appena può lo tradisce andando con la moglie rimasta vedova. Pessima anche la scena della tortura, che decisamente risulta forzata e grottesca. Potenzialmente la macchinazione del complotto sarebbe riuscita ma il prodotto finale è pieno di rabbia e di retorica e non decolla.
Voto: 4

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines