Lecce - Carcere di Borgo San Nicola
La situazione del sovraffollamento delle carceri è tristemente nota. Nel carcere di Borgo San Nicola ci sono, attualmente, circa 1350 detenuti, a fronte di una capienza di 700; nelle celle di pochissimi metri quadri, pogettate per un solo detenuto, sono costretti a convivere anche tre detenuti.
Il detenuto extracomunitario che ha vinto la causa è detenuto da 3 anni - per il reato di furto - nel carcere di Lecce, in una cella di 3 metri quadri.
All'uomo è stato riconosciuto, a titolo di danno esistenziale, un risarcimento danni per la somma di 220 Euro.
Si tratta della prima decisione in materia in Italia.
Le norme contestate sono: la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, la legge n. 354 del 1975 - c.d. Legge Gozzini -, il D.P.R. n. 230 del 2000 e, in particolare, le raccomandazioni del Comitato permanente contro la tortura - il quale fissa in 7 metri quadri lo spazio minimo per ogni detenuto -, richiamato dalla Corte di Giustizia Europea nella decisione relativa al c.d. "caso Suleimamovjc" - con la quale è stato stabilito il diritto delle persone detenute in carcere ad essere indennizzate per l'ingiusto trattamento subìto.
Nell'ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Lecce si legge che "si sono verificate lesioni della dignità umana, intesa come adeguatezza del regime penitenziario, soprattutto in ragione dell'insufficiente spazio minimo fruibile nella cella di detenzione".
La somma riconosciuta a titolo di danno esistenziale è di per sè minima, ma il provvedimento costituisce un importante precedente per gli altri ricorsi - circa 40 - presentati da detenuti del carcere di Borgo San Nicola.
Nell'ipotesi, infine, in cui tutti i 1350 detenuti del carcere di Lecce - in virtù del provvedimento favorevole del Tribunale di Sorveglianza - presentassero ricorso chiedendo il risarcimento danni, l'Amministrazione penitenziaria potrebbe essere costretta a pagare una somma davvero elevata.
Roma, 12 settembre 2011 Avv. Daniela Conte
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