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Legge 40 e infertilità politica

Creato il 10 aprile 2014 da Albertocapece
Italia contemporanea

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Anna Lombroso per il Simplicissimus

Periodicamente la Corte Costituzionale ci fa sapere che viviamo nell’illegalità.. noi lo avevamo sospettato, ma fa una certa impressione avere la conferma che alcune delle leggi che dovrebbero regolare le nostre esistenze pubbliche o private, prodotte e adottate da un Parlamento del quale è stata contestata la legittimità, non sono compatibili con l’impianto normativo che si poggia sulla Carta. Resta la soddisfazione di assistere al paradosso di veder dichiarare incostituzionali leggi firmate in ultima istanza dal monarca che nello sfoggiare l’ermellino, rivendica il ruolo di tutore e garante della Costituzione che con uno stuolo di mandanti, adepti e servitorelli, sta smantellando.

Ieri la Corte ha dichiarato l’illegittimità della norma della legge 40 che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta, facendo cadere anche una delle ultime proibizioni stabilite dalla legge 40 sulla procreazione assistita. Restano ancora irrisolte alcune questioni: il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione assistita per i single e le coppie dello stesso sesso, il divieto di utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica e revoca del consenso e infine il divieto di accesso alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche, oggetto della questione di costituzionalità sollevata dal Tribunale di Roma, dopo la sentenza di condanna della Corte Europea dei diritti dell’uomo dell’agosto 2012 nei confronti dell’Italia. Chissà che smacco per il presidente del Consiglio, che ancora una volta l’abbiano avuta vinta i professoroni, i soloni, quelli che studiano e indagano sulle ragioni e i torti, avanzi ammuffiti e ostacoli al libero dispiegarsi della sua modernità, che annovera tra le sue cifre l’invadenza nelle vite private per esercitare indebite pressioni, mostrare muscolarità, ma soprattutto per appagare gli appetiti insaziabili di un sistema privato poliedrico che ha come brand la vita e la morte in tutte le loro manifestazioni. In questo caso il business di arricchisce anche della componente turistica, se qualcuno è costretto a andare a morire in Svizzera, potendoselo permettere, sono migliaia le coppie dei viaggi della procreazione: solo in Spagna il 63% degli aspiranti genitori che ricorrono all’eterologa sono italiani.

Certo all’affaccendato e pragmatico leader si addice più della ragione e del sapere, l’egemonia dispotica dei nuovi sacerdoti della giurisprudenza, quel ceto costituito da giuristi e avvocati, dai grandi studi internazionali che predispongono principi, valori e regole del diritto globale su incarico delle multinazionali, in grado di trasformare una mediazione tecnica in una procedura sacralizzata. Così la teocrazia del mercato officiata dal potere politico e dalla religione hanno dato forma a quella mercificazione del diritto e della giustizia che apre la strada al commercio delle vite, delle convinzioni, delle scelte e dei diritti fondamentali, in tutti i contesti, dal lavoro all’istruzione, dalla cura alla morte.

Se da ieri non potrà mai più essere emanata dal Parlamento una legge che preveda il divieto di fecondazione di tipo eterologa, da ieri si sono alzate le grida e le invettive di quel mondo oscurantista e autoritario che si trincera dietro un credo di natura confessionale, ma che ha come istinto al repressione dei diritti, tutti, in modo che diventino prerogative selezionate, elargizioni benevole, monopolio di chi se lo può permettere.

Al centro delle proteste la difesa del diritto del nascituro, un domani, di conoscere i genitori naturali. È una strana concezione di famiglia, di amore genitoriale, di trasmissione di valori, di educazione quella che attribuisce un’importanza fondamentale all’incontro storico in un futuro di un ragazzo con un donatore che ah contribuito magari grazie al sostegno operativo di un film con Rocco Siffredi o della compulsazione di una rivista specializzata, sancendo una discutibile “parità” tra genitori biologici e genitori sociali. Ma tutto serve per esercitare uno strapotere generato dalla ipocrita adesione propagandistica a principi incivili, o giustificati da un’appartenenza confessionale a una fede che annovera invece tra i suoi capisaldi la compassione, la solidarietà, l’amore e la cura degli altri, insomma la pietas. Ipocrita perché non è possibile non dare ragione all’amara considerazione di Rosa Luxemburg: dietro ogni dogma c’è un affare da difendere. .


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