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Legge elettorale – guerra sulle preferenze

Creato il 24 gennaio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Ancora tensioni sulla legge elettorale. Dopo il via libera di Partito Democratico, Forza Italia e Nuovo Centrodestra al cosiddetto “Italicum”, si prepara la battaglia in commissione e in aula per emendare il testo. E intanto si registra una nuova tensione all’interno del gruppo di tre partiti che vorrebbero approvata la legge elettorale sulla base dell’accordo Renzi-Berlusconi. La stessa Forza Italia infatti, allarmata dalle crescenti voci, soprattutto in casa democratica, su una possibile reintroduzione delle preferenze tramite emendamenti, carica a testa bassa e dichiara che se queste verranno introdotte, non voterà il progetto di nuova legge elettorale. Questo sarebbe il risultato dell’incontro tra Denis Verdini e Maria Elena Boschi. Forza Italia si dice altresì disponibile a variare la soglia del premio di maggioranza, portandola dal 35 al 38%. La reazione di Forza Italia, già nell’aria da qualche giorno, è arrivata dopo le parole del premier Letta, che ieri si era sbilanciato asserendo che la reintroduzione delle preferenze sarebbe stata preferibile per i cittadini italiani. Anche Angelino Alfano continua a premere per la reintroduzione delle preferenze nella legge elettorale e manda un invito a distanza a Berlusconi per “ravvedersi” sulla sua decisione. Contro le preferenze. Mentre Lega Nord e Movimento Cinque Stelle continuano ad attaccare il nuovo progetto di legge elettorale a firma Renzi-Berlusconi, il ministro Dario Franceschini interviene nella polemica attaccando lo strumento delle preferenze: “sarebbe un errore reintrodurle”, ha detto Franceschini, “non soltanto perché farebbero quasi certamente saltare l’intesa raggiunta, ma molto di più per i danni al sistema politico e alla sua trasparenza. Le preferenze, come tutti danni, farebbero aumentare a dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con tutti i rischi connessi, non sempre porterebbero in Parlamento i migliori e comunque lo priverebbero della presenza di competenze e professionalità indispensabili. Io da capogruppo ho conosciuto deputati indispensabili per competenze e lavoro che non riuscirebbero mai a essere eletti. Non è un caso se in nessun paese di Europa sono utilizzate le preferenze per il parlamento nazionale, ma soltanto o collegi uninominali, da sempre la proposta del Pd, o liste corte, perché dappertutto cercano intelligentemente di avere gruppi parlamentari che siano un mix di radicamento territoriale e competenze”.


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