Leggere la Divina Commedia per capire la vita, per amare il cristianesimo. E’ questo che anima centinaia di universitari in tutta Italia che “studiano liberamente i versi di Dante, appassionandosi al mistero insito nella realtà.
L’associazione Centocanti, ad esempio, è nata nel 2005 ad opera di alcuni studenti dell’Università Cattolica di Milano, rigorosamente al di sotto dei 35 anni (perché per Dante quello era appunto «il mezzo del cammin di nostra vita») appassionati del padre della lingua italiana. Spiegano: «Vogliamo testimoniare che questa è un’opera viva, che continua a parlare con immutata freschezza e attualità al cuore di ogni uomo. Dante compie un viaggio dentro le dimensioni fondamentali dell’esistenza, ci parla del bene e del male, di amore e di perdono, e testimonia quanto il cristianesimo è capace di rispondere alla sete di felicità che abita nel cuore dell’uomo». Imparano alcuni canti a memoria e li recitano nelle metropolitane e nelle piazze milanese, con grande seguito di pubblico. Sempre a Milano, all’Università Statale è attiva un’altra associazione chiamata “Esperimenti danteschi” che, per quattro mesi, ogni settimana, ascoltano attenti lezioni tenute da alcuni tra i più importanti studiosi della Commedia.
L’involontario ispiratore di questa passione che ha contagiato centinaia di giovani universitari milanesi si chiama Franco Nembrini, professore di italiano alle scuole superiori. Nembrini, cattolico bergamasco, gira l’Italia invitato dai centri culturali, parlando della Commedia” come un itinerario reale, personale, di salita al Paradiso. Autore di diversi libri, è stato contattato un giorno da Roberto Benigni, affascinato dal suo modo di confrontarsi con la Divina Commedia. Nel 2007 durante la prima romana dello spettacolo Tuttodante Benigni ha proprio citato Nembrini, invitato personalmente dall’attore toscano.
Qui sotto una lezione di Franco Nembrini sul Paradiso al Meeting di Rimini
Qui sotto Nembrini racconta la sua amicizia con Benigni al programmma “A sua immagine”