Ovvero piccoli esempi illustrati di situazioni quotidiane che mostrano come di femminismo ci sia (ancora) tanto bisogno
Episodio 2. Il racconto di L.G., arrivatoci tramite email.
Annette Messager, La Femme et…, 1975
«Qualche settimana fa mi sono ritrovata ad aver bisogno della pillola del giorno dopo; memore delle esperienze precedenti a riguardo – l’infermiera del consultorio che, a sedici anni, mi rimprovera dicendo che alla mia età avrei dovuto giocare con le bambole anziché fare certe cose, nonché, qualche anno dopo, i medici di guardia in pronto soccorso che m’invitano con sufficienza a farmi un giro a ginecologia, in quanto tutti obiettori di coscienza – decido di non voler subire nuovamente una simile trafila e mi dico “Pensa, L., pensa!”. All’improvviso l’illuminazione: mi ricordo che vivo sì in Italia, ma che l’Italia è in Europa, e che io vivo praticamente sul confine (provincia di Gorizia). Con una breve ricerca su internet, scopro che in Europa, appunto, la pillola del giorno dopo (come quella dei cinque giorni dopo) è un medicinale da banco. In 10 minuti di auto sono in Slovenia, entro in una “lekarna”, richiedo il farmaco, pago, esco, torno a casa. Tempo totale: mezz’ora.
Ciò che mi fa infuriare, più che la situazione italiana in sé, cui siamo tristemente abituate, è il fatto che essa ha influenzato pure la mia struttura mentale, facendo sì che io accettassi di subire i trattamenti di cui sopra dando per scontato che tanto funziona così, per poi svegliarmi a 23 anni e immaginare che magari a 10 minuti da casa mia poteva essere diverso, facendomi sentire pure un po’ stupida per non averci pensato prima.Mi rendo conto che la mia esperienza non ha validità “universale” perché la maggior parte delle donne italiane non ha la possibilità di recarsi all’estero per acquistare la pillola, ma d’altra parte l’Italia ha altri confini oltre a quello con la Slovenia e quindi un bel numero di donne potrebbero approfittarne (magari provando a far passare tramite qualche associazione i farmaci anche alle altre – la butto lì, ma sospetto che potrebbe essere illegale); o, se niente di tutto questo, spero almeno che il mio racconto possa servire come spunto di riflessione».L. G.—