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"Lepri ", e "Tartarughe"…dell’ESISTENZA.

Creato il 24 luglio 2012 da Tnepd

Quando scrivo sul mio blog, le persone a cui destino i miei “messaggi in bottiglia” sono prevalentemente una ben precisa tipologia di essere umano. Lo devo ammettere: mi piacciono le persone ingenue, un po’ sonnecchiose, e pure di cuore. Quelli che magari passano una buona parte della vita a subire i rigiri degli altri; i rigiri, i torti e gli inganni di astute “lepri”;  di quelli che, per natura più desti, lesti e meno puri, salano con tono derisorio da ogni direzione sulla groppa di quelle splendide, sonnecchianti ma inarrestabili,  “tartarughe”.    Le persone a cui rivolo i miei post, i “puri di cuore”, sono infatti i più bisognosi di aiuto, in un mondo in cui, perlomeno all’apparenza, è chi ha il cuore avvelenato e l’anima scura, a trionfare. Sopravvivere, per i puri, è già un’impresa. Ma sopravvivere e basta, non basta per un uomo, o una donna, dall’anima grande. I puri, si meritano e devono ad ogni costo raggiungere, una bella opinione di loro stessi; guadagnarsi una filosofia di vita personale, che li aiuti a trionfare, nella vita pratica. A raggiungere un benessere spirituale, emozionale, ma ance economico, “materiale”, che sia all’altezza e del livello della bellezza che portano dentro.  Ma le filosofie per tartarughe, le filosofie per “puri”, e non a caso, non si trovano scritte quasi da nessuna parte.  Sono la tipologia di persone appartenenti alla categoria “lepri”, a scrivere trattati in merito. E sono lepri, i lettori privilegiati delle filosofie da “lepri”. Grazie alla dinamica metafisica, innegabile, che vuole che OGNI MALE CONTENGA IN SE’ I SEMI DELLA PROPRIA DISTRUZIONE, però, vero è che immerse in tutte queste difficoltà, le tartarughe più coriacee riescono a diventare, infine, ciò che lepri e furbastri non potranno mai diventare. INDIVIDUI. OVVERO “SE STESSI”. Ciò detto, quando una persona di quelle che piacciono a me, comincia a cercare di acquisire autostima e valore, ai propri stessi occhi, accade inevitabilmente che il primo gesto sia quello di tracciare un cerchio intorno a se stessa, per cominciare finalmente a proteggere ciò che si trova al suo interno. Non importa in che modo, e per quali strade, questa scelta si a compiuta, e questa AZIONE MAGICA venga intrapresa. Una volta che questo atto sia stato portato a termine, ecco che in mille maniere diverse si compie, puntuale e invariabilmente, sempre il medesimo  miracolo: comincia a cambiare in peggio, l’opinone che questa persona coltiva, di molti di quanti la circondano. Amicizie, o presunte tali, cominciano a crollare come birilli, al primo alito di vento, sospinto dal più minimo screzio. Altri cominciano a criticarti, a dirti che sei cambiato, solo perché hai smesso, semplicemente, di rispondere di SI’, in automatico, a qualsiasi loro assurda, irrazionale, affermazione o richiesta energetica. Sembra che una società in cui tutti sono tutti, e nessuno è se stesso, possa perdonare a un individuo qualsiasi errore o efferatezza, ma non la pretesa di essere autenticamente individuo.  Curioso, che a darti più sfrontatamente dell’egoista, sono di solito quelli che fino a ieri occupavano la maggior parte del TUO tempo con i LORO problemi. Curioso, che ciò avvenga proprio in una società che non possiede, o non possiede più…o non ha mai posseduto, un codice etico PURO e INCORRUTTIBILE; capace finalmente di consegnarci un significato veritiero ed efficace, delle parole ALTRUISMO ed EGOISMO. Ma forse, non si tratta di qualcosa di curioso. Così come non si tratta di qualcosa di “casuale”. Un individuo che prende improvvisamente a prendersi cura di se stesso, a cercare se stesso, ad allontanare gli intrusi dalle proprie emozioni e, cosa ancora più importante, dalla propria LOGICA, è una persona che ha capito che la chiave segreta per qualsiasi impresa, è ciò che si prova per noi stessi.  Chi lo accusa, nella maggior parte dei casi, è gente che non è capace di coltivare un vero amore per sé…..e allora pretende attenzioni, cura e tempo ( e lo pretende, si badi bene, non lo “richiede”), sotto mille forme diverse…

   

Chi accusa di egoismo un’anima risvegliata a se stessa, è inevitabilmente lui, o lei, un’egoista inguaribile nel significato corrente del termine. Posto che sia un atto di sanità mentale, obbedire a millenari dettami ideologici, che credono nell’immolazione dell’individuo a favore di una collettività ( entità peraltro astratta e non individuabile, ovvero esistenzialmente agli antipodi dell’entità INDIVIDUO )…pur di ricuorarsi e potere dare a se stesso dell’ALTRUISTA…. Gioverebbe, forse, rendersi conto che chi passa il tempo a cercare di spezzare le gambe al prossimo, lo fa inevitabilmente perché non è capace di stare sulle proprie, di gambe: e ha quindi scelto la strada dell’invidia dell’altro, invece che quella della realizzazione di se stesso. E’ la solita vecchia storia ideologica, il solito vecchio “altruismo” sotto il quale si nascondono le peggiori perversioni in ogni campo; dalla politica, alla spiritualità, ai legami sentimentali. Virtù, è fare le scelte per gli altri; mai per se stessi. Vizio, è cominciare a VIVERE.  Mi domando, perciò, cosa ci sia da meravigliarsi, nelle derive che il mondo sta prendendo; in quelle derive che nella stragrande maggioranza dei casi, se non causate, sono state rese possibili non dal sentimento dell’ODIO, aperto e alla luce del sole. Quanto dal sentimento del falso amore. Il principale cancro, di ogni società umana che nella storia è infine decaduta.
Forse gioverebbe, ipotizzare timidamente una spiegazione diversa, dei moventi etici umani. Forse gioverebbe, provare a considerare che a beccarsi dell’egoista, sono quasi sempre i veri INDIVIDUALISTI, gli individui che da sempre hanno creato, materialmente, intellettualmente o spiritualmente, il progresso e il benessere della specie umana. Mentre gli altri, quelli che  da sempre ammoniscono e giudicano sprezzantemente il sommo principio logico A=A, proiettano su quelli che al mondo ci stanno per far qualcosa di buono, tutte le loro inadeguatezze e fobie, allorché li accusano di bieco “egoismo”. Spesso sono quelli che abitano con maggior disinvoltezza, gli abiti del parassita esistenziale, i primi a muovere accuse di egoismo al solo intravedere, in chicchessia, i barlumi di un movente integralmente individualista. A dire il vero, i giudici di questo tipo, non sono neppure loro “egoisti” in senso proprio. Sono ombre, e quindi un ego, un io, non ce l’hanno. Sono gente che CREDE, di avere un personalità forte. Ma l’origine di quella supposta “forza”risiede sempre e solo in una forma i controllo esercitata sugli altri. Una forma, o un altra, di POTERE ESTORSIVO. E non, sulla sacra fonte interiore della propria energia.
 E’ gente che non ha la minima idea di cosa sia, o di come raggiungere, il proprio sacro centro interiore. Gente, che di volta, in volta, di epoca in epoca, si appoggia a concetti come “il peccato” e “la colpa”, per legittimare ai suoi stessi occhi la propria inettitudine di fronte all’esistenza, e mettere possibilmente al rogo chi invece un ego ce l’ha, e vuole ad ogni costo farne uso. Perché l’ego non è un oggetto: è di uno strumento, che stiamo parlando. Del resto, questa gente soppianta l’angoscia di cercare se stessa, con la rassicurante abbraccio delle migliaia di ideologie collettiviste ( e non mai. INDIVIDUALISTE  in senso autentico) disponibili in circolazione. Non hanno bisogno di avere ragione personalmente, così come non hanno motivo di pensare, personalmente. E porca miseria, quanta gente vive a questo modo, abdicando a se stessa in favor di un grigio abbraccio impersonale! Il problema, però, lo ripeto, è che questa gente a livello subsconscio è terrorizzata dall’individualismo. Quando ne incontra o rinviene un “esempio”concreto, lo perseguita spietatamente, fornendosi in questo ogni sorta di giustificazione e razionalizzazione. Giustificazioni e realizzazioni, guarda caso, messe sempre sapientemente a disposizione, dal credo ideologico collettivista con il quale questa persona ha sostituito la sana ricerca di una propria personale FILOSOFIA DI VITA. Il prodotto di scarto, dell’abdicare alla responsabilità di “essere” un essere umano, è che si diviene, o perlomeno ci si prende a comportare, in base a una lettura sempre e comunque parassitaria, della realtà. E allora si pretende dagli altri. Perché è sempre il controllo esercitato o subito, a costituire il perno del nostro “equilibrio” mentale, spirituale e materiale, con il mondo che ci circonda. Quando perciò, concludendo, una persona di quelle che piacciono a me, una “tartaruga”, decide di averne abbastanza, di aver torto sempre lei, di farsi sempre mettere i piedi intesta, di dire sempre di sì, di spendere la propria esistenza nella forma di una f(x) di qualcun altro, il mio consiglio è: restare sempre al centro del cerchio che si è tracciato intorno a noi…e non lasciarci trascinare in alcun caso, “fuori forza” all’interno della sfera di influenza di altre persone.
Le “cose” è bello chiederle. Pretenderle, si addice più a forme di vita parassitarie, che ad esseri umani.  Non lasciatevi perciò de-centrare. Continuate a mettere voi stessi, al di sopra di ogni altra priorità che cerchino di imporvi, tra colpe e peccati, col biberon nefasto di ciò che ci hanno insegnano essere l’”EDUCAZIONE”. Fare del bene a se stessi, non coincide o implica affatto, nuocere agli altri. Si fa molto più “casino”, si compiono molti più danni, a pretendere di ricevere, o di dare, del bene quando non è il caso, o non è richiesto. Quando tracciate un cerchio intorno a voi, in molti, sia vicini che lontani, prenderanno a lamentarsi di voi, forti di razionalizzazioni e giustificazioni “morali”di seconda, terza, ennesima mano… Restate nel vostro cerchio. Questo il mio consiglio. E coltivatelo. Col tempo, alcuni di quanti non capivano capiranno, e seguiranno la vostra luce. Il rapporto resisterà, e risorgerà rifondato su basi molto più solide. Con chi invece preferisce scegliere di muovere accuse per tutta la vita agli altri, piuttosto che pendere in considerazione di stare sulle proprie gambe, in ogni caso non perderete un granché. Solo un persona destinata ad annientarsi da sola,  giacché incapace di realizzare ( o accettare ) una semplice verità:
Ogni essere umano è il re del proprio regno. Il signore del proprio centro. Dentro di sé, ha un universo da esplorare, da comprendere, dal realizzare. Ma i confini del proprio dominio, non contemplano, né potranno mai farlo, la proprietà di altri individui. Nessuno possiede nessun altro. Ma, guarda caso, solo quelli che non possiedono minimante loro stessi  fondano interamente il proprio presunto equilibrio, sul possesso, in mille forme diverse, degli altri….E a chi non ci sta, a giocar più al loro debilitante, vampiresco, e squilibrato gioco, hanno pure la faccia di bronzo di dare dell’EGOISTA! Naturalmente, appellandosi all’infallibilità di antichi o moderni credi ideologici “collettivisti” e altruisti”; grazie ciò a idee, a convinzioni, a legittimazioni e fonti di autorevolezza preconfezionate, che dispensano da sempre dall’unico sforzo che ci rende autenticamente umani: PENSARE. OGNUNO CON LA PROPRIA TESTA… Un abbraccio controcorrente David The Hurricane Di Bella

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