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Dario mi colpì molto quella sera e decisi di scrivergli, poco tempo dopo, un messaggio tramite Facebook che avrebbe dovuto fargli leggere una persona che fa da tramite con chi cerca di tenere un contatto attraverso internet con Dario dato che lui non è pratico nell'uso del web.
Non so se Dario ha mai letto il mio messaggio o se non ha ritenuto di dover rispondere o se non ha tempo per rispondere, comunque non mi ha mai risposto e ciò mi ha dispiaciuto molto.
Dopo diverso tempo ho deciso di pubblicare qui nel nostro blog le mie riflessioni di quella sera.
Voi cosa ne pensate?
Caro Dario,
sono il ragazzo che ti ha stretto la mano alla fine della serata di Nonantola qualche tempo fa.
Ti dò del tu perchè mi sei sembrato una persona molto genuina e semplice che credo non la consideri una mancanza di rispetto ma un atto di affetto.
Proprio dalla tua persona vorrei partire perchè è stata la cosa più meravigliosa che ho visto lì quella sera.
Una persona semplice e comune che è balzata agli onori delle cronache per una tragedia personale ma che avrebbe avuto tanto da dire sempre, anche senza quell'omicidio maledetto.
Non sono una persona che crede nel destino, che crede in Dio o in una missione che ognuno di noi deve compiere su questo pianeta prima di morire. Credo che la vita (e il mondo di conseguenza) sia in continua evoluzione e a noi spetta solo il compito di fare delle scelte che ci sentiamo di fare e assumerci le nostre responsabilità di ciò che riceveremo in futuro. Non c'è giustizia qua e non credo in una giustizia divina, siamo noi tutti gli artefici del nostro destino.
Tu hai scelto di dare un significato alla morte di tuo fratello come fece la famiglia di Gelsomina Verde.
http://iosonoincazzatonero.blogspot.com/2011/10/ipocrisia-maledetta.html
I post che ti cito sono del mio blog personale per potermi un pò presentare a te e per condividere varie riflessioni che ho fatto nel tempo sulla situazione della mafia in Italia.
Un altro post che potrei citarti è quello che dice quello che avrei voluto dire quella sera a Nonantola, ma non ho detto perchè non c'era tempo e questi non sono discorsi da fare in cinque minuti.
In questo post, come quella sera a Nonantola, riflettevo sul fatto che la mafia è un problema culturale.
Non c'è interesse a eliminare la mafia da chi è al governo non perchè chi ci governa sia necessariamente mafioso ma perchè se ne servono come si servono del razzismo e di tutti i divide et impera che ci dividono fra noi per non destabilizzare il potere ma lasciandolo nelle mani di chi non lo vuole mollare.
La religione si fonda sulla paura di morire e sul sentirsi peccatori quindi sempre pentiti e in colpa per qualcosa che abbiamo fatto nei confronti di leggi scritte da esseri umani e non da Dio, il terrorismo ha il compito di spaventarci e molto spesso non esiste o è esagerato apposta, le malattie come l'aids hanno lo stesso compito e sono costruite ad hoc.
La mafia nasce come tutela buona per i cittadini del sud che non erano tutelati da uno Stato assente e oggi non è cambiato nulla. Anzi, qualcosa è cambiato: anche il nord non è più tutelato dallo Stato.
Quindi è più che evidente, a mio modesto parere, che non è la mafia ad essersi servita dello Stato ma lo Stato ad essersi servito della mafia.
Uno Stato coi soldi puliti e gli strumenti che ha a disposizione non può perdere con la criminalità organizzata. Se perde è chiaro che non la vuole battere, non ne ha interesse.
http://iosonoincazzatonero.blogspot.com/2010/11/la-mafia-e-collusa-con-lo-stato.html
Quella serata secondo me è stata rovinata dai soliti discorsi in politichese del sindaco (e di altri) e dal fatto che diverse persone che hanno parlato hanno detto che è il sud ad essere fatto così. I soliti discorsi ipocriti e disinformati confezionati dalla nostra società per rincoglionirci.
Come non credo che sia la donna a tirarsi addosso la discriminazione sessista (come vogliono farci credere mettendoci sempre gli uni contro gli altri) non credo proprio che sia la mentalità meridionale a incentivare la mafia. La cultura meridionale è stata indotta. Se io vengo abbandonato mi arrangio come posso è normale ma il grande, laborioso, onesto e ariano nord è ipocrita e patetico nell'affermare che è un problema del sud. Primo perchè io vengo da Milano (ci ho vissuto 33 anni) e ti garantisco che è almeno 30 anni (ma credo anche di più) che anche lì c'è la mafia e non è meno terribile di quella al sud, anzi. Secondo perchè questo, come tanti altri, è un problema italiano e io chiedo scusa a te per tanta ignoranza e spocchiosità, per questa mancanza di tatto incredibile, soprattutto assurdo nel 2011 che si parli ancora del sud come 50 anni fa.
Sul sindaco dico solo che non è lavandosi la coscienza con un bosco che sistema i problemi. Qui i sindaci hanno tutti paura della camorra, dei Casalesi. Hanno paura o ci sono collusi o sa il cavolo. Fatto sta che dato che si parlava del rispetto ambientale di Angelo mi sarebbe piaciuto che, insieme alle solite frasi fatte sulla legalità e la giustizia, il sindaco di Nonantola ci avesse spiegato perchè ha disatteso un'ordine del giorno (insieme ad altri sindaci) che aveva firmato favorevolmente che metteva dei paletti all'utilizzo della terza linea dell'inceneritore di Modena ad opera di Hera (azienda equivoca con infiltrazioni mafiose), inquinamento che si abbatterà soprattutto su Bastiglia (comune in cui risiedo io), Nonantola e Bomporto.
In questo post il primo paragrafo di cui parlo è inerente a ciò che dico qui sopra se ti interessa approfondire:
http://iosonoincazzatonero.blogspot.com/2011/11/lieri-loggi-e-il-domani.html
Io non credo che al mondo esistano angeli e diavoli, parlavi di tuo fratello come fosse una specie di santo. Io non l'ho conosciuto e non posso dire il contrario. Credo che però tu hai fatto e stai facendo molto di più. Come raccontavo nel post di Gelsomina Verde o in quest'altro post:
http://iosonoincazzatonero.blogspot.com/2011/01/il-giorno-dellalzheimer.html
la memoria è molto importante e spesso la perdiamo troppo in fretta o non ci informiamo abbastanza sul nostro passato che dovrebbe insegnare. Quindi tu stai portando in giro la memoria e fissi l'attenzione su un problema spingendo un ragionamento e delle domande. E' importantissimo.
Alla fine della serata la cosa più bella, lo ripeto, è stato ascoltare te. Mai retorico, mai eccessivo, mai patetico, ma sempre sobrio e interessante ciò che dicevi. Non cercavi compassione o applausi facili ma risposte e giustizia... almeno morale... almeno dire: non dimenticate!
Io non so fare le condoglianze... ho troppo rispetto per qualunque dolore dopo una perdita per farle. Mi sono sentito dal cuore di abbracciarti e mi sono concretamente accontentato di stringerti la mano e complimentarmi con te per ciò che stai facendo e per la signorilità con cui porti dentro la tua sofferenza.
Posso solo dirti grazie di cuore.
Ciao Dario, un abbraccio.
Andrea Cusati
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