Magazine Psicologia

Lettera di un giovane adulto.

Da Elisabettaricco

Lettera di un giovane adulto.

Ricevo una lettera di un uomo di 21 anni che chiameremo Gianni. Questa lettera potrebbe essere quella di milioni di giovani italiani alle prese con le scelte di vita, l’inserimento nel mondo lavorativo, le problematiche relazionali con gli amici, quelle affettive, quelle con la famiglia… Mi piace definire questi uomini giovani adulti nonostante la sofferenza li renda vulnerabili a rabbia, eccessi, sfiducia, depressione, droghe, alcol, macchinette mangia soldi… alcuni li definiscono, post adolescenti o adolescenti sociali in una definizione che cerca di rendere la complessità del momento di crescita e le responsabilità sociali a tale livello.

Oggi martedì 10 dicembre

Caro diario, forse è passato così tanto tempo e fumo che non mi ricordo i miei ultimi  pensieri. Il tempo che è passato dalle mie ultime riflessioni è significativo, in quanto da tempo non rifletto più con me stesso, molto duro da fare,  importante per poter reagire. Ho toccato il fondo. Ho disfatto tutto quello che con amore i miei genitori mi hanno dato anche le esperienze e gli insegnamenti, forse le cose più importanti. Sono caduto negli inganni più semplici. Io che con forza ho superato momenti duri di forte dolore, quello fisico sì sopportabile, quello mentale no, letale.

Delusione su delusione, mi sono rifugiato nei vizi per non pensare, per non reagire, ma per aspettare; aspettare l’amore della mia ragazza che tanto mi manca, ma non mi ama, per aspettare persone che abbiano voglia di costruire un rapporto, prima che un inganno o uno specchio. Sono ricco di amici, ma tutti inutili, tutti spersi, ci si vuole bene, ma perché tutti disperati.

Il mondo di oggi caro diario non è sicuramente semplice.

Ho provato varie occupazioni, ma mai nessuna che riempisse in me il vuoto con dell’appagamento. È rimasta solo la polvere e ne sono nel turbine, non vedo più niente. Dicono che si può sempre ripartire ma bisognerebbe sapere da dove. Caro diario se vado a letto, quale pensiero devo usare per alzarmi domani mattina?

La vita che prima mi sembrava uno scherzo, che avevo sotto controllo, adesso mi sta schiacciando, ho perso la voglia di alzarmi. Ho bisogno di qualcuno che mi voglia bene, che abbia voglia con me di pensare al futuro, che abbia voglia di amarmi quando finisco di lavorare che non mi dica che non sei quello che cerco, ma che mi dica cosa cerca, perché glielo trovo non ci sono problemi.

Dicono che la vita è bella ma non riesco a capire come facciano. Ho voglia solo di chiudermi in casa, di non vedere nessuno. Ho voglia di fare qualcosa con le mie mani e solo per la speranza di trovare soddisfazione, sono arrivato al punto che  me  la invento caro diario. Datemi solo un piatto da mangiare, un letto e delle sigarette, il resto non lo voglio gestire, anzi ho paura di prendermelo, paura di rimanere scottato per l’ennesima volta. La gente è cattiva e se vede che sei buono ti schiaccia e ti usa senza pietà. Pensi di essere accettato, ma era solo una presa in giro. Io che al primo posto ho sempre messo gli altri soprattutto chi ami come mi hanno insegnato i miei genitori.

I miei genitori, mi hanno insegnato a comportarmi troppo bene così tanto che perdi il rispetto per te stesso. Bisogna. Bisogna. Bisogna.

Bisogna essere sempre qualcuno, mai te stesso, perché il TE non va bene in questa società di merda. Caro diario sono proprio io quello che rideva solo che avesse qualche rana in tasca. Non mi fido più di nessuno, nemmeno di me stesso. Qual è il punto di partenza diario perché io sono alla fine. Ancora una volta sono sporche di lacrime queste pagine, mai di colori accesi. Buon Natale e Felice Anno Nuovo, devo dirti una cosa però diario, scriverti mi soddisfa.

Il computer è fermo su google, ma non so cosa cercare… Scrivi tu, mi fido…

Mi aspetto tanti commenti empatici, non critici e non giudicanti… La sofferenza lascia spazio al silenzio, alla condivisione o all’emozione. Mi fido di voi.


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