Il romanzo Lettere da Shiraz vincitore del Premio Letterario Psises 2014 è diventato un libro. L’autore Fabio De Vito ha completato l’opera, che da Marzo 2015 è acquistabile su internet all’indirizzo www.youcanprint.it. E’ stata una grande emozione ricevere per posta 50 copie che sono disponibili per chi volesse acquistarle presso il nostro studio. Ricordo per chi non fosse stato presente alla Premiazione la motivazione:
E’ la storia di un amore in guerra. Lettere di amore, di dolore, di sofferenza, di angoscia, ma anche di gioia e di speranza. Lettere di un marine per il suo amore. La cronaca di una morte annunciata. Uno scritto creativo, ricco di dettagli reali, frutto di un lavoro assiduo, preciso. Il lettore resta coinvolto, ha la sensazione di essere parte della storia, continua la lettura tutta di un fiato, con la voglia di allungare la vita di un eroe e l’angoscia per fatti di vita che speri possano non appartenerti mai. Premio all’originalità e alla capacità di commuovere.
Per voi in esclusiva una parte della sintesi riportata alla premiazione.
Cara Adelina, siamo appena arrivati nella base di Qarchak, a 10 minuti in jeep da Tehran, in questo momento sono le 22 e credo di avere ancora un po’ di tempo per scriverti… Mi aspettavo facesse più caldo, invece, ci hanno dato il giaccone pesante in goretex, guanti e calzamaglie. Qui facciamo ogni giorno il tifo affinché non finisca con bende, cerotti e ammacchi di ginocchia, il morale è alto, non abbiamo paura, siamo protetti e la gente qui ci vuole bene, stai tranquilla, non corriamo pericoli, il tuo caporale William Braker è in buone mani.
Come promesso, sono di ritorno vivo dal campo Onu, abbiamo distribuito cibo, acqua in bottiglia, latte in polvere e medicinali. Abbiamo anche giocato a soccer con i ragazzi del posto, alcuni ci prendevano in giro, ridevano di noi perché eravamo molto imbottiti e c’erano appena 32° di fresco sole! Tuttavia erano bimbi con tanta voglia di vivere, di sentire calore umano, di sentirci amici e così ci trattavano. Riuscivano a sorridere, a essere spensierati nonostante portassero ferite di cui non ho nemmeno il cuore di raccontarti. Mi si è stretto il cuore su di una in particolare, la piccola Hanna, una bimba di due anni, senza le gambe e senza un occhio. Stringeva una bambola vestita da sposa, che al tocco di un bottone pronunciava delle parole in una lingua incomprensibile e lei la guardava, la osservava, la curava come fosse un cagnolino o una sorella più piccola. Una scena di una tenerezza unica. La sua vista mi ha ricordato tanto noi due… Abbracciami nostro figlio, digli che mi manca, mi manca tanto il suo viso, le sue mani, il suo sguardo serio e nostalgico.
Il momento più duro ma bello per me, Adelina, è la notte, perché in quell’attimo della giornata posso chiudere gli occhi e posso tornare a vederti. Ti vedo sorridere, sempre, giocare con Morris, tenergli quelle piccole e morbide mani, ti vedo su di lui, baciargli il collo e stringerlo tanto a te.
Siamo in marcia, direzione Shiraz, località in mano alla milizia alleata. Ci sono alcuni disordini causati da un gruppo di fondamentalisti ma sembrerebbe tutto tranquillo, almeno per il momento. Sono al fianco di Steve ora, ti manda un caro abbraccio, ha detto che vuole conoscerti, non ci crede che sei un angelo, il mio angelo, bella più di una dea, crede che io conti palle!
Spero che questo libro possa trovare un pubblico e il successo che merita. Auguri Fabio.