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Lex contra Persona

Creato il 25 settembre 2013 da Abattoir

di Filippo Di Liberto

il giusto processo
La Lex Severina del 5 gennaio 2013 disciplina l’incandidabilità e la decadenza dei politici eletti con sentenza anche non passata in giudicato, cioè non confermata dal terzo grado di giudizio previsto dall’ordinamento giuridico italiano. Tra i vari reati stilati dalla legge che non devono essere commessi per essere candidati ed avere la possibilità di essere eletti vi è l’evasione fiscale; è opportuno ricordare che tale legge è stata approvata sul finire della scorsa legislatura da PD, PdL e UDC.

Facciamo un passo avanti e arriviamo alle elezioni politiche avvenute nel febbraio 2013, momento in cui la Lex Severina è stata applicata per la prima volta, tant’è che ha fatto (de)cadere la testa di ben 17 consiglieri regionali e 20 consiglieri fra provinciali e comunali. Fin qui, però, nessuno ha aperto bocca e tutti hanno taciuto.

Facciamo un ulteriore passo in avanti arrivando alla sentenza della Corte di Cassazione del 31 agosto 2013 nei confronti di Silvio B., condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Stiamo bene attenti: il senatore B. è stato condannato per frode fiscale, sentenza passata in giudicato, quindi non più commutabile. La Lex Severina prevede un apposito strumento che determini la decadenza di un politico eletto e che abbia commesso uno dei reati stilati dalla legge stessa, questo strumento è la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato della Repubblica.

A questo punto la legge (che è stata già impiegata contro consiglieri regionali, provinciali e comunali) può essere applicata per ciò per cui è stata creata, cioè fare pulizia in Parlamento. E, dal momento che Berlusconi è stato eletto senatore, è anch’egli parlamentare, per cui scatta la pena, cioè la decadenza dall’istituto senatoriale.
Immediatamente la pletora pidiellina, falchi, colombe, pitonesse e tutto il circo con cui a lui piace trastullarsi, insorgono puntando il dito sulla irretroattività e incostituzionalità della legge, oltre che calcando ulteriormente la mano sull’accanimento da parte di una certa magistratura politicizzata e comunista.
Esaminiamo le accuse in ordine: l’ordinamento giuridico italiano non prevede la retroattività della legge, cioè l’efficacia di una legge non può essere estesa ad un periodo precedente alla sua entrata in vigore; sulla incostituzionalità è tutta una barzelletta: gli avversatori della legge si basano sugli articoli 3, per via della “pari dignità dei cittadini” sancita da tale articolo, e 66 della Costituzione, che sancisce che il compito di giudicare “le cause sopraggiunte di ineleggibilità ed incompatibilità” di ogni parlamentare spetti alla Camera di appartenenza.

Ovviamente entrambe le ipotesi sono assolutamente prive di fondamento, il motivo è subito spiegato: la Lex Severina non è applicata retroattivamente, poiché il senatore B. è stato eletto nel febbraio 2013 e condannato nell’agosto dello stesso anno, ovvero successivamente alla data di promulgazione della legge (che è il 5 gennaio 2013). Pur tenendo conto della vacatio legis, arriveremmo alla fine di gennaio e le elezioni politiche si sono tenute il 24 e 25 febbraio 2013: anche qui un buco nell’acqua per i detrattori della legge. Le accuse di incostituzionalità non reggono minimamente perché, rifacendoci proprio all’articolo 66 della Costituzione, secondo cui è la Camera di appartenenza a dover giudicare le cause di ineleggibilità e incompatibilità di un parlamentare, incorporando questo principio alla Lex Severina con la quale si istituisce lo strumento della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, ed essendo B. un senatore, non si capisce dove stia l’incompatibilità tra organo senatoriale e il senatore appartenente, come la parola stessa ci suggerisce, al Senato della Repubblica.

Adesso vi chiedo di fare un passo indietro, a circa diciotto anni fa, quando un già navigato B. rilascia la seguente dichiarazione, durante la trasmissione televisiva Samarcanda condotta da Michele Santoro: “Uno che viene colto con le mani nel sacco e che subisce una condanna definitiva in cui si dimostra che lui è stato evasore del fisco, io credo che abbia il buon gusto di mettersi da parte”. Dal momento che mi pare inopportuno chiedere a B. dove stia la sua coerenza, visto che da anni ormai ci stupisce per la sua totale disconoscenza del fenomeno, la domanda la rivolgo più volentieri ai suoi elettori/fans che lo hanno votato e che, nonostante tutto, continueranno a farlo.


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