![LI RE, LI PRETI, L'ANTICLERICALI LI RE, LI PRETI, L'ANTICLERICALI](http://m2.paperblog.com/i/29/293498/li-re-li-preti-lanticlericali-L-VBHtFs.jpeg)
Cerco ogni tanto di fare qualcosa da questo mio notebook minuscolo, ma mi è molto difficile e sono arrivata al limite della sopportazione, non solo del dolore disumano (che passerà dicono una volta operata), ma anche dalla tv e quanto racconta in questi giorni.
Sono ammorbata dal patriottismo posticcio in occasione dei 150 anni italiani, mi deprime l'essere consapevole che è tutto finto e una catastrofe in Giappone di certo non m'aiuta a stare su di morale. Sentire il Vaticano che si pronuncia sulla "vita", sapere che la ricerca e la cultura sono ferme perché i soldi servono per pagare stipendi inquietanti a parlamentari che votano i tagli, un gran casino in Libia, ma soprattutto pensare a quanto potrebbe succedere anche qui, su questa linguettina di Terra chiamata Italia, territorio così sismico e a rischio pure per i numerosi vulcani attivi, che si vuole un ponte faraonico e centrali nucleari. Sentire alla fine pure la voce del nostro grottesco futuro ex-premier e quella di chi lo difende, mi fa pensare dentro di me molte parolacce, ovviamente in romanesco, non le scrivo perché noi a Roma scendiamo molto in basso quando siamo volgari, quindi mi esprimo con due meravigliose poesie a tema di Trilussa:
La sincerità ne li comizzi
Er deputato, a dilla fra de noi,
ar comizzio ciagnede contro voja,
tanto ch'a me me disse: - Oh Dio che noja!-,
Me lo disse: è verissimo, ma poi
sai come principiò? Dice: -È con gioja
che vengo, o cittadini in mezzo a voi,
per onorà li martiri e l'eroi,
vittime der pontefice e der boja!
E, lì, rimise fora l'ideali,
li schiavi, li tiranni, le catene,
li re, li preti, l'anticlericali...
Eppoi parlò de li principî sui:
e allora pianse: pianse così bene
che quasi ce rideva puro lui!
L'incontro de li sovrani
Bandiere e banderole,
penne e pennacchi ar vento,
un luccichìo d'argento
de bajonette ar sole,
e in mezzo a le fanfare
spara er cannone e pare
che t'arimbombi dentro.
Ched'è? Chi se festeggia?
È un Re che, in mezzo ar mare,
su la fregata reggia
riceve un antro Re.
Ecco che se l'abbraccica,
ecco che lo sbaciucchia;
zitto, ché adesso parleno...
- Stai bene? - Grazzie. E te?
e la Reggina? - Allatta.
- E er Principino? - Succhia.
- E er popolo? - Se gratta.
- E er resto? - Va da sé...
- Benissimo! - Benone!
La Patria sta tranquilla;
annamo a colazzione...
E er popolo lontano,
rimasto su la riva,
magna le nocchie e strilla:
- Evviva, evviva, evviva...
E guarda la fregata
sur mare che sfavilla.