Libero Wifi in democratico paese, ma non per oggi almeno

Da Paz83

Qualche settimana fa, proprio mentre ero intento, assieme agli altri ragazzi, nelle rifiniture dell’EAVICamp, compresa quella inerente alle beghe burocratiche per dare accesso al wifi durante l’evento, era ventilata la notizia secondo cui qualcosa sarebbe potuto cambiare nel decreto Pisanu (ci hanno creduto in pochi, ma sperare non nuoce mai), quello che appunto regolamenta anche l’accesso alle reti wifi pubbliche. In questi giorni però, sommersi dal bombardamento di Avetrana e poi dal caso Ruby, è passato abbastanza in sordina, almeno per quanto mi riguarda, quello che ha detto Mantovano intervenendo a Radio anch’io:

il terrorismo e’ una minaccia continua. Anche nel Parlamento Italiano trovano eco spinte in questo senso che vengono soprattutto dall’Unione Europea, ma non solo, per abbassare, per esempio il livello dei controlli nel mondo di Internet, nel mondo del Wi-Fi, del Money Transfert e cosi’ via: questo e’ un discorso che ci interpella tutti, non soltanto chi ha reponsabilita’ di Governo ma anche chi e’ presente nelle Istituzioni europee e nel Parlamento Italiano.
E dobbiamo metterci d’accordo: se concordiamo sul fatto che la minaccia continua ad esserci e, anzi, trova forme sempre piu’ sofisticate per manifestarsi, questi presidi devono rimanere.

Insomma, suona tanto, almeno per il momento come un No, anche se proprio qualche giorno fa Maroni aveva lasciato intravedere, almeno a parole, un punto di convergenza per il superamento del decreto Pisanu (e qui consiglio la lettura del post di Guido Scorza). Ma intanto, mentre loro vogliono tutelarci dalle minacce del terrorismo presidiando il web, si scopre che il nostro presidente del consiglio lascia il suo numero di cellulare a destra e a manca. Alla faccia della sicurezza. Avanti popoplo.


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