di Maria Pia Caporuscio. Alla tavola del ricco Epulone si lasciavano le briciole ai poveri, mentre alla tavola dei ricchi moderni si mangiano pure quelle! Sotto gli occhi dei turisti sgomenti, un uomo si cosparge di benzina e si da fuoco dinanzi al Parlamento. E’ un disperato che ha perso il lavoro e non può più sfamare la propria famiglia. Mentre in quel Parlamento dove si ingrassano i porci, si sbarrano gli infissi per non sentire il puzzo di carne bruciata, sulla piazza un Uomo muore! Il cupolone, simbolo della cristianità, svetta indifferente nel cielo. Roma, la città eterna, la culla della civiltà, divenuta la culla della morte! Pochi accenni nei tg e la storia di un uomo si chiude. Nessuno si strappa i capelli, nessuno spacca la tv, nessuno urla nelle strade: siamo ridotti così! Abituati al male, alla violenza, alla schiavitù di una classe dirigente mostruosa. Siamo rassegnati al peggio, quasi che elemosinare sia qualcosa di naturale e non l’abominevole volontà, di demoni travestiti da umani. Dov’è la Libertà, ci si chiede sconvolti dinanzi a storie come queste. La risposta è semplice: è dentro di noi! La libertà è il primo vagito di un neonato, è il diritto di nascita, è l’aria che respiriamo e non dovremmo permettere a nessuno di violarla. Nessun uomo può negare ad un altro uomo un diritto naturale proprio di ogni essere vivente, come naturale sono le braccia, la testa o le nostre gambe. Ma fino a quando l’intera popolazione della Terra non si renderà consapevole che la Libertà non è una concessione né un privilegio, ma un fattore fisiologico dell’uomo, ci sarà sempre tra la popolazione e il potere una guerra infinita. Basterebbe per rendercene conto, osservare per un attimo gli uccelli volteggiare nel cielo, essi sanno di non aver bisogno di cercarla la libertà, perché essa è dentro le loro ali, mentre le popolazioni ignorano di averla dentro le mani e si lasciano ingannare da chi pretende, porre tra loro e la libertà una invisibile barriera di cristallo, affinché la si possa vedere e mai toccare. La Libertà è il diritto di ogni essere vivente di godere di questa vacanza dall’eternità, chiamata vita. E’ il diritto di procurarsi il cibo che la Terra generosa ci mette a disposizione, è il diritto a vivere in pace con i propri simili, con le altre specie animali o vegetali che siano. Il dovere di preservare intatta questa casa che ci ospita, per gli ospiti che dopo di noi l’abiteranno. Quel che della Libertà ne sta facendo quell’accozzaglia di predatori chiamati “potenti” è esattamente contro ogni legge del creato, è contro la natura, contro l’umanità, contro Dio stesso!
Non dobbiamo permetterlo! Noi abbiamo il dovere di ribellarci se vogliamo ancora sentirci Uomini! Dobbiamo ribellarci a queste oscene forme di violenze, lo dobbiamo a quel Creatore che ci ha regalato questa vacanza. Lo dobbiamo ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, cui stiamo togliendo la possibilità di vivere nel nostro pianeta. Ciò che siamo costretti a subire è, se possibile, una degenerazione di quella forma di schiavismo chiamato “capitalismo” già di per sé osceno, in quanto equipara gli esseri umani alle merci, consentendo di arricchirsi sfruttando la necessità degli uomini di nutrirsi e per questo utilizzarli come bestie da lavoro, onde consentire ai “signori capitalisti” di vivere alla grande sulle spalle di chi lavora! Questa forma di ignominia detta “capitalismo” è la più feroce violenza contro la vita. E’ la negazione di Dio, una disumana tortura fatta legge. Tutti dobbiamo condannarla. Solo disintegrando alla radice questa stirpe di cannibali, gli uomini torneranno ad apprezzare e amare la vita e smettere, una buona volta, di considerare questo soggiorno sulla Terra, come una condanna!
Magazine Politica Italia
Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta.
Creato il 22 ottobre 2012 da Freeskipper
di Maria Pia Caporuscio. Alla tavola del ricco Epulone si lasciavano le briciole ai poveri, mentre alla tavola dei ricchi moderni si mangiano pure quelle! Sotto gli occhi dei turisti sgomenti, un uomo si cosparge di benzina e si da fuoco dinanzi al Parlamento. E’ un disperato che ha perso il lavoro e non può più sfamare la propria famiglia. Mentre in quel Parlamento dove si ingrassano i porci, si sbarrano gli infissi per non sentire il puzzo di carne bruciata, sulla piazza un Uomo muore! Il cupolone, simbolo della cristianità, svetta indifferente nel cielo. Roma, la città eterna, la culla della civiltà, divenuta la culla della morte! Pochi accenni nei tg e la storia di un uomo si chiude. Nessuno si strappa i capelli, nessuno spacca la tv, nessuno urla nelle strade: siamo ridotti così! Abituati al male, alla violenza, alla schiavitù di una classe dirigente mostruosa. Siamo rassegnati al peggio, quasi che elemosinare sia qualcosa di naturale e non l’abominevole volontà, di demoni travestiti da umani. Dov’è la Libertà, ci si chiede sconvolti dinanzi a storie come queste. La risposta è semplice: è dentro di noi! La libertà è il primo vagito di un neonato, è il diritto di nascita, è l’aria che respiriamo e non dovremmo permettere a nessuno di violarla. Nessun uomo può negare ad un altro uomo un diritto naturale proprio di ogni essere vivente, come naturale sono le braccia, la testa o le nostre gambe. Ma fino a quando l’intera popolazione della Terra non si renderà consapevole che la Libertà non è una concessione né un privilegio, ma un fattore fisiologico dell’uomo, ci sarà sempre tra la popolazione e il potere una guerra infinita. Basterebbe per rendercene conto, osservare per un attimo gli uccelli volteggiare nel cielo, essi sanno di non aver bisogno di cercarla la libertà, perché essa è dentro le loro ali, mentre le popolazioni ignorano di averla dentro le mani e si lasciano ingannare da chi pretende, porre tra loro e la libertà una invisibile barriera di cristallo, affinché la si possa vedere e mai toccare. La Libertà è il diritto di ogni essere vivente di godere di questa vacanza dall’eternità, chiamata vita. E’ il diritto di procurarsi il cibo che la Terra generosa ci mette a disposizione, è il diritto a vivere in pace con i propri simili, con le altre specie animali o vegetali che siano. Il dovere di preservare intatta questa casa che ci ospita, per gli ospiti che dopo di noi l’abiteranno. Quel che della Libertà ne sta facendo quell’accozzaglia di predatori chiamati “potenti” è esattamente contro ogni legge del creato, è contro la natura, contro l’umanità, contro Dio stesso!
Non dobbiamo permetterlo! Noi abbiamo il dovere di ribellarci se vogliamo ancora sentirci Uomini! Dobbiamo ribellarci a queste oscene forme di violenze, lo dobbiamo a quel Creatore che ci ha regalato questa vacanza. Lo dobbiamo ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, cui stiamo togliendo la possibilità di vivere nel nostro pianeta. Ciò che siamo costretti a subire è, se possibile, una degenerazione di quella forma di schiavismo chiamato “capitalismo” già di per sé osceno, in quanto equipara gli esseri umani alle merci, consentendo di arricchirsi sfruttando la necessità degli uomini di nutrirsi e per questo utilizzarli come bestie da lavoro, onde consentire ai “signori capitalisti” di vivere alla grande sulle spalle di chi lavora! Questa forma di ignominia detta “capitalismo” è la più feroce violenza contro la vita. E’ la negazione di Dio, una disumana tortura fatta legge. Tutti dobbiamo condannarla. Solo disintegrando alla radice questa stirpe di cannibali, gli uomini torneranno ad apprezzare e amare la vita e smettere, una buona volta, di considerare questo soggiorno sulla Terra, come una condanna!
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