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Libia: archeologia sotto attacco

Creato il 26 dicembre 2011 da Archeologo @archeologo

Libia: archeologia sotto attacco

Scavi clandestini nel sito romano di Umm al Shuga.

Nei mesi di settembre e novembre di quest'anno in Libia (la prima volta in Tripolitania, e poi in Cirenaica) è arrivata una missione congiunta delle principali organizzazioni internazionali che si occupano di beni culturali in aree di guerra: i Blue Shield, una sorta di Croce Rossa della cultura, l'International Military Cultural Resources Work Group, gli esperti dell'Archaeological Institute of America, e la Disaster Relief Task Force, gruppo operativo del Consiglio Internazionale dei Musei. Quattro archeologi - Karl von Habsburg, Joris Kila, Thomas Schuler e Hafed Walda - hanno visitato i principali siti e i musei locali, riscontrando in alcuni casi danni particolarmente gravi al patrimonio archeologico.

Oltre al celebre tesoro di Bengasi, che si componeva di oltre 7mila monete, 300 gioielli e varie statue (oggi clamorosamente scomparso), sono stati danneggiati anche i mosaici della casa di Giasone Magno e delle Quattro Stagioni a Cirene, e sono state trafugate quattro anfore panatenaiche da Susa, l'antica Apollonia. Con l'aiuto di una mappa tematica proviamo a riassumere sito per sito la situazione odierna, che vede ancora diverse missioni archeologiche non operative. In sostanza, la parte più colpita è la Libia orientale  - la Cirenaica - prima sede dei rivoltosi, e per questo bombardati dalle truppe di Gheddafi. 
Libia: archeologia sotto attacco

SABRATHA
Il sito era stato occupato dal 17 agosto dalla Brigata 129, ma è stato evacuato alla fine della guerra civile. Risultano diversi danni da armi da fuoco, e ad altre conseguenze minori dovute alla dislocazione delle batterie antiaeree. Il museo è intatto, e sono state riscontrate alcune fosse clandestine nel sito.
TRIPOLI
Tutti gli oggetti del Museo Nazionale sono stati riposti in un luogo sicuro, ed il museo è rimasto praticamente intatto. Alcuni danni alle automobili d'epoca di Gheddafi.
LEPTIS MAGNA
Minimi danni nel sito archeologico: alcune crepe sulle mura, probabilmente da collegare ai bombardamenti nelle vicinanze.
TEN SALUH
I tombaroli hanno distrutto l'insediamento romano con fosse e trincee sparse.
BENGASI
Il tesoro è stato rubato dal caveau della banca nazionale, e solamente otto monete sono state recuperate. L'archivio dell'ufficio locale del Dipartimento delle Antichità è stato nascosto in un luogo sicuro: lo stesso è avvenuto per i materiali del museo cittadino e della cattedrale.
TOKRA
Il sito è stato preservato, e tutti i reperti dal museo e dalla cattedrali sono ancora nascosti al sicuro.
PTOLEMAIS (TOLMETTA)
L'assenza di guardiani ha lasciato campo libero ai ladri, che hanno anche violato la sede della missione archeologica polacca. Fortunatamente alcuni reperti della missione sono stati individuati nel mercato clandestino.

QASR LYBIA

Nessun danno riscontrato.
APOLLONIA (SUSA)
Museo depredato, da cui sono scomparsi quattro anfore panatenaiche (un tipo di anfora che presenta un collo distinto ed un piede fortemente rastremato, con cui si premiavano i vincitori delle Panatee ad Atene). Al momento il sito archeologico ed il magazzino sono stati abbandonati dai guardiani.
CIRENE
La città moderna è stata colpita duramente, con danni anche al museo della città. Oltre a diversi scavi clandestini segnalati in periferia, sono stati gravemente danneggiati il mosaico delle Quattro Stagioni nella villa di Giasone Magno, con perdita parziale delle tessere. Non risultano danni alla biblioteca e all'archivio, né alla collezione etnografica.
RAS HILAL
La chiesa paleocristiana sembra essere intatta.
DARNAH
Il museo è stato saccheggiato, ma con pochi furti in totale; nonostante i bombardamenti, il centro storico è stato preservato.

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