Cacciato il tiranno, i libici devono darsi una nuova Costituzione. Moustafa Abdel Jalil, il capo del Consiglio Nazionale di Transizione (CNT), ha detto: “In ogni caso la nuova Costituzione dovrà essere fondata sulla Sharia, la legge islamica”. No, caro, così non va. Le Costituzioni non si fanno così. Questa è roba da dilettanti. Le Costituzioni si fanno così: “Art. 1, lo Stato è laico, equidistante da ogni ideologia per assicurare il libero esercizio di tutte.” “Art. 2, sono proibiti i partiti d’ispirazione religiosa, perché la religione si fa nelle moschee e non in politica.” Ecco, questa sarebbe una Costituzione decente, ma è molto improbabile che assomigli alla futura Costituzione libica.
Il CNT contiene tutto e il contrario di tutto. Ci sono i Militanti dei Diritti dell’Uomo già esiliati a Londra, i monarchici Senoussi con base a Ginevra, gli islamisti del Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia con base a Ryad e i posti più importanti sono occupati da personaggi usciti dal regime di Gheddafi. Assomiglia a quei pastrocchi che si fanno in Italia per prendere il maggior numero di voti e che poi non riescono a governare perché ognuno dice il contrario degli altri. Ma se i partiti laici sono pronti ad accettare il gioco democratico, i partiti islamisti non l’accetteranno mai, perché per loro la democrazia è una bestemmia. L’islam non ammette la separazione dei poteri voluta da Averroe e da Montesquieu. Lo scopo finale dell’islam è l’instaurazione della Sharia, la legge islamica, l’unica forma di governo possibile. L’islam può servirsi della democrazia per andare al potere, ma una volta al potere cancella ogni forma di democrazia. Ecco perché va cancellato prima che la cancelli.
“Cancellato” non significa che i musulmani non possano professare la loro religione. L’islam va cancellato politicamente: in poche parole bisogna mettergli la museruola, le manette e il guinzaglio. Soltanto così sarà possibile una convivenza pacifica. Le religioni monoteiste tendono per loro natura a sconfinare perché credono di conoscere l’unica verità possibile e cercano d’imporla con la politica. Lo fanno anche i cristiani, che non hanno ancora imparato la lezione del 1789 e vanno continuamente ricondotti entro i loro confini. In Francia si è cercato di circoscrivere l’islam con la creazione di un “islam francese” che accetta le leggi del gioco democratico, come dire questo particolare islam deve rinnegare buona parte della sua natura totalitaria e aderire ai valori della Repubblica. Il problema è che in Francia metà dell’islam è controllato dai Fratelli Musulmani, gli stessi che controllano tutto l’islam italiano. Per avere un’idea di quello che vogliono i Fratelli Musulmani, basta sentire le prediche del loro capo al Quaradawi il venerdì alle 6 di sera su al Jazeera. Il barbuto è favorevole alla lapidazione, al burqa, ai kamikaze, al ripudio e naturalmente non concepisce un governo al di fuori della Sharia. Questo spiega perché in tutta Europa certi quartieri ad alta percentuale islamica siano virtualmente sfuggiti al controllo dello Stato, essendo egemonizzati dalle minoranze ortodosse che non vogliono saperne di aderire ai valori del paese di accoglienza e cercano d’imporre la Sharia.
Per chi non lo avesse capito, in questo momento l’islam è il massimo problema mondiale. Da che cosa credete che dipenda la paralisi seguita alle primavere arabe? Dal fatto che delle elezioni democratiche porterebbero fatalmente al potere i partiti islamici. Per avere un’idea di quello che farebbero questi partiti una volta al potere, basta vedere le dittature islamiche come l’Iran, l’Arabia Saudita, lo Yemen, il Sudan, Gaza, una più sanguinaria nell’altra. Roba da far scomparire la Germania nazista. Il mondo intero è insanguinato dagli islamici che, per imporre la Charia, non esitano a massacrare gli adepti delle altre religioni e perfino a farsi fuori fra loro. Negli ultimi dieci anni la guerra di religione ha prodotto solamente in Pakistan 30.000 morti, dato riferito da al Jazeera. In questo momento potete stare sicuri che un kamikaze sunnita sta facendo saltare una moschea sciita con tutto il suo contenuto e viceversa. In Turchia, dove nel 1924 il laico Kemal Ataturk ha inserito nella Costituzione il principio della separazione dei poteri, l’islamista Erdogan arrivato al potere dopo essersi fatto credere “moderato” sta facendo arrestare uno dopo l’altro gli ufficiali laici dell’esercito, tradizionale difensore della Costituzione, in modo da attuare un colpo di stato strisciante e arrivare alla proclamazione della Sharia. In Palestina, sulla base del pregiudizio religioso di Hadji Amin, il loro defunto leader spirituale, gli islamo-fascisti di Hamas impediscono la costituzione di uno Stato palestinese se prima non sarà distrutto Israele. In Europa l’islam complica l’integrazione degli immigrati, mettendoli in rotta di collisione con i valori dei paesi di accoglienza e costringendo i governi a un continuo braccio di ferro.
Anche la Libia è partita sul piede sbagliato. Che cosa significa “la nuova Costituzione dovrà essere fondata sulla Sharia?” E tutti i libici che vedono l’islam come il fumo negli occhi? La nuova Costituzione dovrà rispettare gli atei come i credenti ed essere equidistante da tutti. Ma vai a farlo capire a gente che s’ispira a testi con scritto “sgozzate gli infedeli ovunque si trovino” partoriti 1400 anni fa da un cammelliere analfabeta.
Dragor