
Un portavoce della banca ha comunicato martedì che la banca è disposta a congelare “i diritti di voto degli azionisti libici nel suo capitale”, benché l’azionista libico con il 7,582% delle quote è il maggior azionista della banca, la quota è suddivisa tra il Banco Centrale della Libia per il 4,988% e dal Fondo Sovrano del paese per il 2,594%
Il governatore del Banco della Libia è anche vice governatore del Unicredit, in cui la partecipazione libica si stima secondo un noto giornale economico italiano in 3,6 mila milioni di Euro.
Le relazione amichevoli tra Roma e Tripoli si sono fatte sempre più profonde fin dal trattato tra i due paesi del 2008, tanto che oggi l’Italia è il maggior esportatore per la Libia.
Le attività che la Libia e la famiglia Gheddafi detengono in Italia, oltre alla partecipazione nell’Unicredit c’é quella nel gigante industriale e del settore della difesa Finmeccanica, il club della Juventus e lo 0,5% dell’ENI che a sua volta detiene il 33,34% della portoghese Galp.
L’Unicredit ha confermato martedì di essere pronta a decidere per il congelamento della partecipazione libica come l’Unione Europea decide di aumentare la lista delle sanzioni contro gli interessi dello stato libico all’estero.
La Finmeccanica e la Juventus hanno comunicato che seguiranno la stessa strada, qualora l’Unione Europea decidesse per le sanzioni.