Titolo Teoria e pratica della non-violenza
Autore Mohandas Karamchand Gandhi
Curatore Giuliano Pontara
Anno 1996
Editore Einaudi Tascabili
Tipo Saggistica, Antologia
Un omino piccolo piccolo, dall’aspetto indifeso e abbigliato solamente di un khadi. Dal solo aspetto, si fatica a credere che si tratti di una delle più grandi figure storiche, se non la più grande in assoluto, del Novecento e forse dell’intera storia dell’umanità.
Mai come in questo caso l’apparenza trae in inganno: l’opera di Gandhi non ha necessitato di alcuna manifestazione esteriore, consistendo di fatti concreti e reali, per quanto straordinari al punto di essere talvolta incredibili.
Ho sempre ammirato Gandhi per ciò che è riuscito ad ottenere, ma fino ad ora non avevo mai approfondito quali potessero essere il suo pensiero e l’apparato teorico alla base del suo operato; ho potuto rimediare con questo libro: una raccolta di numerosi scritti di Gandhi tratti da diverse fonti (corrispondenza, la sua autobiografia, numerosi articoli dei giornali sui quali scriveva, ed altre).
Come suggerisce il titolo, questo florilegio è suddiviso in due macro-sezioni, la prima delle quali volta a dare un immagine complessiva di tutti gli aspetti teorici del pensiero gandhiano, dei presupposti sui quali esso si basa, nonchè di approfondire i diversi concetti chiave necessari per comprendere la sua azione.
Le seconda parte invece è incentrata sulla messa in pratica di questi principi, e su concreti esempi di come il suo movimento abbia agito e che tipo di problematiche abbia dovuto affrontare, sia in Sud Africa che in India.
Decisamente molto interessante anche il lungo saggio introduttivo del curatore: occupa circa un terzo del volume, ma è necessario per fornire un inquadramento generale su ciò che si leggerà in seguito; la lettura dell’antologia infatti non è facile, vuoi per la forma stessa in cui è presentata (nonostante il raggruppamento dei vari brani per temi e concetti generali, si tratta pur sempre di testi tratti da fonti diverse, in cui vengono affrontati di volta in volta situazioni e tematiche diverse), vuoi perchè al di là di questo il pensiero gandhiano è comunque un argomento molto vasto e complesso.
Come noto il tema principale della filosofia e dell’opera gandhiana è la non-violenza, un concetto che può venire riassunto nei termini ahimsa e satyagraha, rispettivamente ed approssimativamente “non-violenza” (intesa anche come totale ed incondizionato rispetto nei confronti del prossimo) e “forza della verità”.
Nonostante si possano argomentare numerose obiezioni circa l’efficacia di una tale linea d’azione, che fra l’altro prevede di affrontare le avversità accettando completamente tutte le conseguenze che possono derivare dalla disobbedienza civile (altro punto di centrale importanza), non bisogna dimenticare che Gandhi non è stato solamente un filosofo che si è limitato a teorizzare alcune idee semplicistiche, ma che è sempre stato in prima linea a sperimentare di persona, con i fatti, questi costrutti teorici; non solo, ma l’enorme tenacia con cui ha perseguito i suoi scopi gli ha permesso di dimostrare che questa condotta funziona, a patto di essere pronti ad accettare completamente e senza compromessi tutte le varie sfaccettature del pensiero satyagraha.
Una lettura non facile dicevo, specialmente volendo capire il pensiero gandhiano in maniera non superficiale, ma veramente illuminante e che consiglio a chiunque.
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