L’assessore alla cultura della Regione Lazio, Lidia Ravera, è tornata ad insultare.
Ricordiamo le minacce e i suoi insulti razzisti a Condoleeza Rice, segretario di Stato degli USA con il governo Bush, definita «“lider maxima” delle donne-scimmia», «in quanto femminista lo sparerei direttamente a lei, il colpo». Rammentiamo anche la diffamazione nei confronti di Papa Francesco attribuendogli, senza verificare, false citazioni contro le donne. Anche un volta emersa la verità, la Ravera non ha mai sentito il bisogno di scusarsi.
In questi giorni l’assessore (usare il maschile è d’obbligo quando si tratta di femministe!) è tornata alla carica dalle colonne dell’Huffington Post con un altro articolo delirante. Nel suo attacco al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, lo ha accusato di avere approvato una delibera su quello che la scrittrice ha definito spregiativamente «il cimiterino dei non nati», ironizzando sul «diritto di seppellire grumi di materia chiamandoli bambina e bambino», cioè coloro che sono morti durante la gravidanza. Non sarebbe un gesto di attenzione verso le madri di questi bambini, ma «uno splatter che ritorna sugli schermi della politica». E ancora ha parlato di «tutte quelle donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie».
Come ogni femminista e abortista è poi caduta in contraddizione: poco sotto, confutando in un colpo solo tutte le fatiche di Chiara Lalli di far passare l’aborto come qualcosa di bello e gioioso, ha riconosciuto: «abortire è una sofferenza psichica, un sacrificio delle propria integrità fisica e mentale, uno scacco, un’amputazione». Nessuno, però, soffrirebbe se si abortissero dei grumi di materia. L’aborto è una tragedia di sofferenza proprio perché a venire ucciso, e la Ravera lo sa, è un bambino. E’ un essere umano.
Si è vantata di essere “dalla parte delle donne”. E le donne le hanno risposto rabbiose nei commenti sotto il suo articolo, così come dalle stesse pagine dell’Huffington, come ha fatto Allegra Salvadori. Paola Ricci Sindoni ha parlato di: «Povertà umana e indifferenza morale che squalificano il suo ruolo di politico». Intanto l’Associazione CiaoLapo Onlus e tante altre associazioni stanno chiedendo le dimissioni immediate al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Su “Citizengo.org è possibile firmare una petizione contro le affermazioni della Ravero e tutti possono inviare un’email a Zingaretti, all’indirizzo: [email protected] (oltre che a [email protected], [email protected]). E’ possibile copiare-incollare questo testo: “Al Presidente della Regione Lazio. Ai componenti della Giunta Regionale. Io sottoscritto, [nome e cognome], sostengo e sottoscrivo la richiesta della Associazione CiaoLapo Onlus di immediate dimissioni dell’Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili Lidia Ravera. Ho letto quanto da lei scritto sul tema della morte endouterina e del diritto di sepoltura e l’ho trovato offensivo ed incompatibile col ruolo istituzionale ricoperto”.
La redazione