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"Limonov" di E. Carrère

Creato il 02 marzo 2013 da Bens
Limonov è un bluff e il suo autore, Emmanuel Carrère, è solo uno scrittore mediocre animato da un opaco spirito frondista, quindi portato per natura all'osservazione ossequiosa e invidiosa di chi nella vita se l'è passata meglio: un foruncolo parigino maledetto dalla totale mancanza di un senso reale.
Il problema di libri come questo è la calorosa accoglienza, è l'inattacabile status di caso letterario, è la boriosa indecenza con cui viene elogiato e a me spesso vien da ridere, perché mi diverte sempre molto avere tanta ragione. I cosiddetti casi letterari hanno la sfortuna di vivere il tempo di sostituire il panettone con un uovo di Pasqua e poi nessuno se ne ricorderà mai più.
Fondamentalmente, questo è ciò che penso del libro e del suo autore e potrei anche fermarmi qui se non fossi furiosa.
Eduard Savenko in arte Limonov, è un uomo disgustoso che abbiamo la fortuna di ospitare su questa terra, insieme ad un branco sempre più cospicuo di imbecilli che non solo si occupano di lui, ma che hanno anche la volgarità di ammirarlo.
Tuttavia io non disprezzo Limonov, sebbene trovi che non sia altro che un'abbagliante sovrastruttura di chiacchiere e nostalgia a cui si aggiunge la corretta quantità di mancanza di talento per farne uno scrittore molto quotato, ma comunque no, io non lo disprezzo. Se ne sta in Russia e, dopo una vita certamente rocambolesca, gestisce un partito simil-fascista, disincantato, male organizzato e rumoroso, tanto da suggerirmi troppo facili paragoni italioti.
Ma io non disprezzo Limonov. Tutt'altro. E' il frutto marcio di un regime, quello sovietico, avariato, è il figlio di una dimenticata provincia ucraina la cui struttura sociale si divideva tra ufficiali dell'Armata e proletari, una società che non offriva scelte ed in cui l'ingiustizia e la repressione hanno finito con il generare dei mostri assetati di possibilità. E Limonov è questo, un ragazzino annoiato dal presente ed intimorito dal futuro, che fa delle scelte, le sue da essere umano e non da personaggio fittizio di un libro scialbo. Quindi, per quale motivo dovrei disprezzare e giudicare le scelte libere e consapevoli di un uomo che non ho mai incontrato.
Chi disprezzo, chi odio, chi maledico, siete voi teologi dell'estremo, orfani di idoli e quindi come ogni orfano naturalmente portati a cercare in qualche nuovo eroe un affetto univoco che vi riempi la bocca di menzogne già masticate. Siete tutti figli della stessa madre, una puttana dall'utero farcito di ogni sorta di qualunquismo integralista, che non ha colori né idee, perché il vostro è un errore evolutivo e questo non cambierà mai. Siete fallati. Limonov è solo l'ultimo dei fantocci dietro cui coprire i vostri vuoti d'opinione e i vostri talenti banali. Limonov è solo l'ultima bandiera per cui lottare a favore di un cambiamento, e poi vorrei chiedervi di quale cambiamento parliate se non avessi paura di mettervi in difficoltà, mentre vi cacate nelle mutande. Io non odio Limonov, perché lui è esattamente dove voleva essere, siete voi a rimanere ancorati nel vostro squallido ruolo di pecorelle smarrite in cerca di un pastore. Un qualsiasi pastore.

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