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Liquidità: l’illusione della disponibilità economica

Da Alessandro Vella @alevella

stanlio-onlio-valigiaLo dico sempre durante i miei seminari business: il 90% delle aziende chiude per mancanza di soldi!

Se vuoi evitare di entrare anche tu in questa statistica, è bene che mi ascolti seriamente: chi gestisce la parte finanziaria con leggerezza prima o poi chiude i battenti.

L’entusiasmo nel business non basta, il ruolo di un imprenditore non è solo crescere ma fare utili. E come fai a generare utili se non hai un semplice sistema di controllo di gestione?

Il fatto è che la maggior parte delle aziende italiane sono PMI (Piccole Medie Aziende) fai da te, quindi non abbiamo imprenditori in senso stretto (che creano un sistema che funziona senza di loro), quanto liberi professionisti avanzati che lavorano nella loro attività come dipendenti con tutti i rischi di un imprenditore.

Avere un sistema di controllo di gestione, significa guardare allo specchio in modo oggettivo la propria capacità di gestire l’azienda; significa controllare la bontà delle proprie scelte. Un imprenditore sa bene queste cose e le utilizza per raggiungere l’autonomia del sistema aziendale; un libero professionista avanzato (il 93% degli imprenditori di PMI) odia essere controllato ed ammettere che sta sbagliando. Quindi, occhio non vede cuore non duole!

Infatti partono con tutti i buoni propositi, ma nel medio termine tendono a non aggiornare (o far aggiornare) i dati e smettono di controllare i numeri. So bene che può essere noiosa come attività, ma ho compreso anche che è vitale per il business!

Sai quali sono le conseguenze del non gestire la parte finanziaria?

  • ricorso all’indebitamento bancario (con garanzie personali che nel tempo vanno a rischio)
  • ricorso al finanziamento aziendale con soldi personali (impoverimento delle riserve private che quasi mai rientrano)
  • ricorso a prestiti famigliari (compromissione dei rapporti affettivi con soldi che difficilmente saranno restituiti in toto)
  • vendita di proprietà (personali o aziendali) per finanziare l’attività
  • chiusura dell’attività (fallimento, chiusura in perdita, exit strategy)

La liquidità è il denaro disponibile ad oggi, il fatto che non ci siano spese a breve crea l’illusione di avere disponibilità da poter utilizzare come si vuole. Così si fanno spese indiscriminate che si ripercuotono in un futuro molto breve in ammanchi di cassa. Perché? Perché non si tiene conto delle spese future.

Il ricorso al finanziamento esterno all’operatività aziendale (ovvero fai entrare soldi che non sono strettamente legati alle tue vendite) è una droga finanziaria che genera una distorsione della realtà: l’imprenditore di PMI crede di aver risolto il problema di mancanza di soldi. In realtà ha solamente messo una toppa (gestito l’effetto di una cattiva gestione senza controllo) ed andrà in giro rattoppato (se non si prende cura e responsabilità delle cause: la sua gestione!).

La liquidità non è utile (differenza positiva tra ricavi e costi), così solamente un bilancio previsionale riesce a darti la giusta ottica di disponibilità e farti prendere scelte corrette (compreso assumere rischi imprenditoriali).

Una prima sana azione è distinguere il cash flow operativo (derivante dall’attività) dal cash flow finanziario (generato da flussi esterni all’azienda). Non è sbagliato in assoluto ricorrere ai finanziamenti, è suicidio se lo si fa in modo inconsapevole ed incontrollato.

Il cash flow operativo si calcola detraendo dalle entrate operative il totale dei costi operativi sostenuti (uscite operative). Una sana gestione si ha quando il cash flow operativo è maggiore dell’utile, ciò significa che l’imprenditore sta applicando una strategia efficiente (utile) ed efficace (incassa prima di pagare).

Comprendi ora l’importanza di creare un semplice cruscotto finanziario che contenga:

  1. conto economico (ricavi, costi, margine, utile, con previsionale), efficacia di gestione
  2. cash flow (liquidità disponibile), efficienza di gestione e grado di sopravvivenza dell’azienda

In economie incerte e veloci come quella che stiamo vivendo, gli imprenditori di PMI cambiano istintivamente rotta alla ricerca della quadra perfetta. Spesso sono scelte basate su un’analisi superficiale di pochi numeri, perché il focus è solamente sui soldi che entrano. Allo stesso modo, i periodi di forte crescita sono anche quelli dove, in preda all’euforia, si allenta il controllo fino a perderlo del tutto. La prova del nove è che il cash flow decresce al crescere dell’utile: si stanno spendendo soldi in modo ingiustificato o qualcuno li sta sottraendo illecitamente. Senza controllo gli imprenditori di PMI si troveranno ciclicamente con lo stesso identico problema: trovare altri soldi per andare avanti gestendo momenti di forte difficoltà finanziaria.

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