Listen to the wind of change
Creato il 08 maggio 2012 da Bagaidecomm
@BagaideComm
Che l’esito del primo turno elettorale sarebbe stato il ballottaggio se lo aspettavano tutti; anche i candidati (pur con una grande speranza di un effettivo cambiamento), tra i quali i comaschi saranno chiamati a scegliere una seconda volta, sembravano scontati. Lo scontro politico nazionale si riflette sul locale: Partito Democratico vs Popolo della Libertà.Futuro vs Passato, oserebbe dire qualcuno. Ciò che stupisce, ma forse non troppo, è, oltre al forte astensionismo che ha caratterizzato queste elezioni amministrative, la netta affermazione di una terza forza nella nostra città rappresentata dalle liste civiche di Adesso Como e No Logo che sostenevano il candidato Alessandro Rapinese.Liste civiche appunto, lontane da quegli schemi di partito di cui ormai abbiamo pieni le tasche, lontane da primarie che lasciano il tempo che trovano, lontane anche da quell’ambiente politico nazionale che tanto ha disgustato tutta la nazione e lontane dai rimborsi elettorali che poi si trasformano in rimborsi di spese private. La verità è che Como sta cambiando e lo dimostra anche il netto distacco tra i due candidati al ballottaggio. Lucini si presenta con un appoggio elettorale pari al 35,54% e Bordoli con appena il 13, 17 %. Una caporetto per entrambi gli esponenti del centro destra (ricordiamo che Gaddi è stato il diretto avversario della candidata sindaco alle primarie del loro partito!) che fonda le sue radici nella voglia di innovazione dei lariani che hanno visto, in questi ultimi anni, la loro città decadere inesorabilmente. Un baluardo del centro – destra che, almeno per questi primi risultati, pare essere stato scardinato. La cittadinanza ha dato un chiaro segnale di stanchezza nei confronti di quei nomi e di quei volti che hanno caratterizzato l’ultimo quinquennio di palazzo Cernezzi. Il PDL dal canto suo, con i suoi rappresentati locali, non ha poi fatto molto per far ricredere il proprio elettorato: schermaglie interne alla compagine di partito causata dalla presentazione di una lista avversaria a quella “ufficiale”, ritocchi di spazi cittadini che sembravano tanto un remake dell’iniziativa di Adesso Como di pulizia dei servizi e dell’aula lettura della biblioteca comunale, nomi che si ricollegano ai gravissimi errori della Ticosa e delle paratie. Le saponette di Laura Bordoli non sono bastate a cancellare dalla mente degli elettori quegli scempi che si trovano sotto gli occhi tutti i giorni, non hanno fatto dimenticare che la giunta dello stesso colore politico ha privato la cittadina del suo fiore all’occhiello: il lago. Interessante è inoltre lo scarto tra il terzo classificato, Alessandro Rapinese, e la candidata di centro destra: 1341 preferenze sarebbero bastate ad una lista civica per far dimenticare ai comaschi l’esistenza del centro – destra in città. Se volessimo utilizzare queste elezioni amministrative come cartina torna sole della situazione politica italiana ci renderemmo conto della voglia che ha questa nazione di pulizia politica e di onestà (non solo intellettuale!!). Ormai un simbolo di partito non è sinonimo di vittoria assicurata, e chissà che questo non sia un bene per tutti.
Samantha Veltri
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