Magazine Cinema
Francia, Belgio, Germania, 2012
16 minuti
"L'animazione è l'illusione della vita"
Ironicamente, è affidandosi a questa massima di Walt Disney che il surrealista francese Bertrand Mandico ci introduce nel suo esuberante universo effuso di macabro lirismo (e di conseguenza, non proprio adatto alle famiglie), mettendo in scena un film che sembra accostare il mito di Frankenstein, alle scenografie più suggestive del cinema di Tarkovskij, e la cui dualità tra distruzione e creazione; morte e vita, ha l'intento di rappresentare/promuovere, la possibilità di riform(ul)azione in un mondo quantomai in difficoltà (o carente d'inventive nell'ambito più prettamente artistico).
La "box" cinerea che un anno prima inscatolava "pornografie" di borowczyckiana memoria si è qui dischiusa, rilasciando i vapori multicolore propri dell'artista più immaginifico che, attraverso la sua Arte, assurge al proprio superamento. I quattro segmenti che scompongono Living Still Life (Orizzonti '69 / 42° IFFR) sono le quattro tappe di un processo creativo che la fotografa Fièvre (Elina Löwensohn, attrice preferita di Mandico, con al suo attivo già una sessantina di film tra i quali, De la Guerre di Bonello e Sombre di Grandrieux) percorre ossessivamente per il conseguimento del suo capolavoro artistico, cercando di eludere il tempo che fugge ridonando alla morte, l'illusione della vita, in un mondo in cui proprio quest'ultima sembra essersi estinta per sempre.
1 - La lepre morta: di tangibile sono rimasti solamente l'animale che giace sul manto nevoso e la donna che si china su di lui per accarezzarlo. Il resto è un paesaggio post-apocalittico dove la vita ha cessato il suo corso; una landa gelida ma al contempo rigogliosa di una florealità mozzafiato che emana i profumi dell'irreale. Riposto delicatamente quel corpo inerme dentro un sacco di plastica, Fièvre s'incammina in direzione dei resti ancora fumanti della sua abitazione/laboratorio.
Animazione. Stop Motion 1: una prima sequenza di scatti fotografici restituisce l'illusione del movimento; al suono di una musica elegiaca (composta dallo stesso Mandico), la lepre ora sembra nuovamente correre, ma l'ambiente naturale che la dovrebbe ritrarre ha lasciato spazio a uno scenario monocromato, uniforme, privo di qualsiasi vitalità.
2 - Il cane fiorito: un'armonia di fumi colorati si stempera sullo stesso paesaggio, stavolta ancor più desertico e avvolto da una foschia perenne. La donna soffre abbracciando la carcassa di un cane riverso a terra, i suoi occhi esprimono più che mai quel desiderio crescente: catturare nuovamente la vita, non solo dell'animale, ma della Natura stessa. Questa volta però, in quell'universo di desolazione Fièvre non è sola: un uomo, da lontano, la sta osservando.
Animazione. Stop Motion 2: una seconda sequenza di scatti fotografici restituisce l'illusione del movimento; il cane ora sembra nuovamente correre e con lui, sembrano rigermogliare anche quelle rose poste in appendice alle sue interiora, ma l'ambiente che dovrebbe ritrarre tale composizione artistica è ancora una volta innaturale: uno scenario monocromato, uniforme, privo di qualsiasi vitalità.
3 - Il cavallo annegato: la neve si è disciolta sotto la pioggia che ora imperversa con il calare della notte. La donna osserva rapita il corpo di quel cavallo fradicio che viene issato dinnanzi a lei; questa volta sembra quasi una richiesta propria della Natura, quella di poter tornare alla vita. L'uomo che prima scrutava Fièvre da lontano si avvicina, ora possiamo distinguerne i tratti e la sua espressione, che è quella di una persona afflitta da un dolore percepibile, ma che non osa chiedere ancora nulla; osserva solamente in silenzio le gesta di quella donna, la sua metodicità nell'operare all'ennesima creazione vivente.
Animazione. Stop Motion 3: una terza sequenza di scatti fotografici restituisce l'illusione del movimento; anche il cavallo ora sembra nuovamente correre ma questa volta, lo scenario monocromato tende a perdere la sua uniformità, in quanto intervallato da brevi frangenti che restituiscono i colori di una possibile, nuova realtà.
4 - L'uomo in lutto: è l'uomo che ha seguito Fièvre fino a questo istante, il cui dolore per la perdita della moglie è talmente devastante da riflettersi nell'ambiente che lo circonda; i muri della sua abitazione trasudano lacrime di fango che non possono che invadere a loro volta l'animo dell'artista/creatrice, perchè stavolta c'è di mezzo un amore divelto troppo rapidamente e in modo feroce, per non tentare. Per la donna, è giunta quindi l'ora del passo più ambito del suo operato a favore della vita, il più significativo per gradualità di evoluzione (fiore - animale - uomo); probabilmente, l'agognato raggiungimento del suo vertice espressivo.
Animazione. Stop Motion 4: una quarta sequenza di scatti fotografici restituisce..."l'illusione della vita".
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