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Lo psicoterapeuta ideale: caratteristiche desiderabili e aspettative nella scelta dello specialista

Da Psychomer
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Paolo Pascucci
maggio 16, 2011Posted in: psicologiaLo psicoterapeuta ideale: caratteristiche desiderabili e aspettative nella scelta dello specialista

Il buon Matteo Radavelli mi chiede quali sarebbero, per me, le caratteristiche determinanti delle quali terrei conto nello scegliere uno psicoterapeuta. Alla stregua di qualsiasi curante, anche questo specialista rientra tra le figure che si occupano della salute. E’ proprio in queste occasioni, dal dentista come dallo psicologo, che condotti dal medico allo specialista  noi, causa  forza maggiore, accettiamo di metterci in una condizione di inferiorità e debolezza verso l’altro. Ne segue che una caratteristica che  molti pazienti potrebbero desiderare è la disponibilità o comprensione, dalla quale presumibilmente discenderebbe  la compliance del paziente, cioè l’accettazione, da parte del paziente, del terapeuta e delle sue prescrizioni.

Non so se esiste lo psicoterapeuta ideale, probabilmente no. Esiste un professionista che meglio di altri si adatta a ognuno noi? In linea generale, il più delle volte, noi non sappiamo chi ci troveremo di fronte e la scelta, nel mondo reale, segue percorsi che sono spesso influenzati dal parere di amici, dalla  reputazione del curante, oppure risentono del fatto che la visita sia a pagamento o mutualizzata. Se ripenso alle volte in cui ho avuto a che fare con un appuntamento da un medico, devo dire che hanno influito nella scelta anche fattori come la presenza del parcheggio, la vicinanza, il fatto che il primo medico scelto non rispondeva o fissava un appuntamento troppo lontano nel tempo e così via. In secondo luogo, come accade a tanti, quando si cerca un curante in una specializzazione in cui non si conosce nessuno si chiede a parenti o amici, si sonda il terreno, alla ricerca di un nome, di un amico di un amico, provando a raccogliere esperienze (positive o negative).

Anche le ricerche psicologiche si preoccupano di sapere qual è la migliore relazione tra psicoterapeuta e paziente. Lo scopo è verificare se le diverse terapie funzionano e se vi sono differenze o tratti comuni.

E così si è scoperto che esistono dei fattori comuni a tutte le psicoterapie e che rivestono maggiore importanza nel successo terapeutico delle singole strategie di cura. Una parziale conclusione di questi studi potrebbe essere che le differenze tra le varie psicoterapie non sono così effettive, ma piuttosto effimere e che il vero artefice della cura risiede in questi fattori comuni.

Per esempio, Carl Rogers (1961), nella sua teoria della terapia centrata sul cliente, individua 4 fattori comuni che da soli riescono ad ottenere l’effetto richiesto sul paziente.

accurata empatia, riguardo positivo, calore non possessivo, congruenza e genuinità. [1]

Anche J. D. Frank (1982) ha scoperto 4 fattori comuni a tutte le psicoterapie, indispensabili per ottenere un miglioramento delle condizioni di salute del paziente in terapia

1.   un’intensa relazione di fiducia con la persona che si pone in condizione di aiuto;

2.   un setting di guarigione;

3.   una logica d’interpretazione e spiegazione all’interno del trattamento che chiarisca le difficoltà e il metodo per mitigarle;

4.   un insieme di trattamenti prescritti e “rituali”, come Frank spesso li definisce, per alleviare il problema. [1]

Esistono però, secondo quanto affermano Pancheri e Brugnoli (1992), anche dei fattori non comuni, ai quali ascrivere l’effetto terapeutico

  • caratteristiche del cliente
  • caratteristiche dello psicoterapeuta
  • caratteristica della relazione terapeutica valutata dal cliente
  • valutate dal terapeuta
  • altre variabili legate al processo terapeutico

Insomma, secondo Giusti, Militello (2011) i ricercatori sembrano unanimi nel considerare la relazione terapeutica come la variabile critica del processo terapeutico e quindi dell’esito della psicoterapia.[1]

Fatte queste premesse sembra di poter stabilire che, qualunque siano i tratti desiderati dal paziente, compito terapeutico del professionista sarà quello di creare la giusta relazione terapeutica, di usare tutti gli strumenti a sua disposizione perché si instaurino quei fattori comuni o non comuni che sono il viatico essenziale per promuovere il cambiamento. E quindi, lo stesso psicoterapeuta che apparirà con certe caratteristiche ad un paziente, apparirà con altre caratteristiche ad un altro paziente: egli sarà, contemporaneamente, bianco con uno e nero con l’altro, e in questo sta la sua valenza terapeutica, nell’instaurare la relazione.

Per tornare alla richiesta dell’amico Matteo, quello che richiederei al mio psicoterapeuta ideale è dunque la capacità e la volontà terapeutica, quella che gli consente di essere il miglior interlocutore per ogni singolo paziente. Mentre per il cardiologo o il fisiatra, la competenza fondamentale è quella della loro specializzazione medica e il rapporto con il paziente è lasciato alla singola personalità del medico, per lo psicoterapeuta una delle competenze fondamentali è proprio il rapporto con il paziente, poiché da questo, a quanto sembra, scaturisce la possibilità del cambiamento. La capacità di instaurare un rapporto è una caratteristica individuale di ogni terapeuta oppure deve essere appresa? Entrambe le cose.

Per concludere, empatia e competenza, che si riassumono in una volontà di guarire, sono bagaglio indispensabile di ogni terapeuta.

……………………………………………………………………..

Carl Rogers, (1961) On becoming a person, Boston

Jerome D. Frank, Therapeutic components shared by all psychotherapies. Psychotherapy research and behavior change, 1989 Washington, http://psycnet.apa.org/psycinfo/1991-97654-001

P. Pancheri, Brugnoli R., Effetto placebo e fattori terapeutici aspecifici in psichiatria, in Trattato italiano di psichiatria, Masson 1992

[1] E. Giusti, F. Militello, Neuroni specchio e psicoterapia, Sovera ed. 2011

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