LO SBULLONAMENTO DELL’UNITA’
E così nelle fabbriche Fiat e sue derivate non c’è più la bacheca con l’Unità. Dava fastidio. Era una voce di troppo.
Alla fine Marchionne l’ha spuntata anche in questo. Ora conta solo la voce del padrone.
Ho appreso che questo stesso importante AD della Chrysler in America non si fa pagare lo stipendio da AD e neppure i bonus, ma solo l’affitto di una casa nel Michigan.
Generoso Marchionne con l’America, o già troppo ricco per i soldi che prende dalla Fiat?
Mah! Saranno affari suoi, ma la cosa stupisce abbastanza.
Che bisogno c’era comunque, di staccare l’Unità dalle bacheche? Semplicemente per far vedere chi comanda e con quale cipiglio! Al punto da considerare i lavoratori come pacchi senza valore che non hanno nemmeno il diritto di leggere un rigo che un rigo, scritto da chi non la pensa come il padrone.
Un altro gradino verso la totale resa in schiavitù degli operai. Anche psicologicamente. Credo che l’effetto di quell’atto sia più devastante di quanto non appaia.
Non gli è bastato, a Marchionne, fare accordi separati sui contratti di lavoro, per ottenere maggiore “obbedienza” degli operai e peggior trattamenti salariali, non è bastato la sua uscita da Confindustria per poter essere libero di fare i cazzi suoi, slegato da vincoli sindacali della sua stessa categoria, non gli basta ancora la battaglia assurda contro l’art.18 che gli impone un rispetto delle idee e delle persone, no, ha voluto “sbullonare” da tutti i suoi stabilimenti la bacheca che conteneva l’Unità.
L’impressione che se ne ricava è ovvia: togliere agli operai anche la possibilità di informarsi leggendo cose diverse da quelle dette dal padrone, e magari scoprire che ci sono alcuni diritti di cui godere e non solo doveri da rispettare.
Ad alcuni operai piaceva leggere quel giornale, e lo leggeva dalle bacheche non potendosi permettere l’abbonamento o la spesa anche di poco più di un euro al giorno.
Si dirà, ma la fabbrica è roba sua ed in casa sua non si possono leggere libri proibiti o giornali di opposizione. Ma è anche grazie al lavoro degli operai se il padrone si arricchisce e fa profitti.
Mentre, per un piatto di minestra, i lavoratori debbono fare solo i bravi, ubbidire, non alzare la voce, pisciare a comando, altrimenti, niente lavoro e fuori dalla fabbrica.
Leggere l’Unità o avere in tasca la tessera della Fiom, sono peccati da scomunica, e quindi cause giuste di licenziamenti, o di mancata assunzione.
Scomunica, quindi fuori dalla comunità dei lavoratori. Un tempo la scomunica era prerogativa dei Papi, ora è diventata prerogativa anche dei padroni.
Siamo arrivati a questo punto! E’ sufficiente una tessera Fiom per discriminare i buoni ed i cattivi, pari pari come al tempo del fascismo, solo che, a quel tempo, per lavorare, la tessera del fascio era obbligatoria. Ci manca poco che alle prossime elezioni ci chiedano per quale partito abbiamo votato, per scomunicarci ancora una volta.
Passano gli anni ed anche i secoli, ma la storia rimane sempre quella. C’è sempre qualcuno che si sente in dovere di umiliare e rendere schiavi i più deboli, in ragione del proprio arricchimento, infischiandosene del bene comune e delle persone.