Il regista Krzysztof Kieslowski disse “All’industria televisiva non piace vedere la complessità del mondo . Predilige i report lineari con idee semplici : questo è bianco , questo è nero, questo è buono, questo è cattivo ”. La medesima osservazione si applica oggi alla generalità dei media e ai social media.
Dalle dimostrazioni di Kiev la narrazione esclude tutto quello che esula dal “popolo vuole entrare in Europa”. Quasi rispondendo a un segnale di ultrasuoni, i media hanno improvvisamente iniziato a parlare di regime vs Europa-libertà, nonostante le trattative con la Ue non riguardassero per nulla l’ingresso dell’Ucraina nella Comunità, ma il libero scambio commerciale.
Uno dei caratteri tipici del nazismo consiste nell’individuare “un” responsabile dei problemi di un paese, avviarne la demonizzazione, cancellarne la presenza. Lo fece Hitler con la colta classe ebraica della Germania, lo fa Al-Sisi con i Fratelli Musulmani, lo stesso avviene in Ucraina.
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La piazza è dominata da bande di estrema destra dichiaratamente razziste. “Combatterò Ebrei e Russi fino alla morte” è il programma di Aleksandr Muzychko, un ex combattente in Cecenia dalla parte dei terroristi, islamici e non, inviati dall’Occidente e dalle monarchie del Golfo. Agitando il Kalashnikov “Se domani questi bastardi [i poliziotti] a Kiev non si fermeranno, prenderemo le unità militari, ci impadroniremo dei carri armati, perchè sappiamo come farli funzionare, e la vittoria sarà nostra”.
Victoria Nuland: “Fuck Europe”
Non è stato necessario arrivare a tanto: gli inviati di Germania, Francia e Fondo Monetario accorsi in loco - dopo la raffica di incontri di Victoria Nuland con gli uomini d’affari – hanno tenuto per mano l’Ucraina nel corso dell’ impeachment, della fulminea abrogazione del reato d’ abuso d’ufficio e conseguente scarcerazione di Julia Thymoshenko, aureolata reincarnazione di Evita Peron, secondo la mitologia da essa stessa proposta.
Dalla Spagna l’eco di una grande manifestazione in sostegno del “popolo ucraino” dei gruppi locali neo-nazisti , in Italia il sito di Casapound rivendica ed esulta per “Lo sforzo eroico del popolo ucraino, soprattutto dell’opposizione nazionalista, protagonista indiscussa della piazza negli ultimi giorni per riconquistare la propria sovranità, non può che far esultare chiunque abbia a cuore la causa dei popoli e delle nazioni”.
Una comune tacita aspettativa accosta registi mondiali e gruppi neo-nazi locali: l’incapacità del pubblico di intravedere il modello sotteso.
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Il modello messo in atto dal FMI ovunque vi sia da sovvertire un paese per “ promuovere e mantenere la cooperazione monetaria internazionale, l’espansione e la crescita equilibrata del commercio internazionale, la stabilita’ dei tassi di cambio ed il sistema multilaterale dei pagamenti” , che in pratica comporta privatizzazioni e perdita del controllo nazionale sull’economia e lo sviluppo.
Aleksandr Ohrimenko, presidente del centro studi analitici ucraino:
“La crisi finirà appena gli oligarchi si saranno spartiti le cariche nel consiglio dei ministri e definito chi avrà il dominio su quale regione. La rivoluzione finirà il giorno dopo. La gente sulla Majdan non sta necessariamente lì “a stipendio”, però qualcosa in tasca se la mettono, gli attivisti bisogna pagarli, anche i mass-media hanno un costo salato…”
Il Manifesto, : Ucraina, è l’anteprima di una secessione.
Viktor Yanukovich — incapace, alla fine criminale, con interessi privati, legato ad oligarchi come tutti i partiti ucraini, ma democraticamente eletto anche secondo certificazione della stessa Ue, dell’Onu e dell’Osce.
Julia Tymoshenko. È la straricca oligarca ex premier, condannata per abuso d’ufficio per un contratto di fornitura di gas che favorì smaccatamente gli interessi di Mosca, e inoltre già responsabile di una guerra intestina alla Rivoluzione arancione del 2004, contro il leader di quel movimento, Viktor Yushenko.
L’accaduto è un round fra due oligarchi e UE, USA e FMI hanno scelto il partito Rada e la Tymoshenko. Hanno scelto anche di fare della russofona Crimea, sede della base navale russa di Sebastopoli, un focolaio di conflitto verso l’est.
Questo gesuitico tweet
accompagnato dall’imbeccata al giornalista polacco Radosław Sikorski
Spoke to @sikorskiradek about #Ukraine. Agreed international community needs to help Ukraine access vital financing for future stability
— William Hague (@WilliamJHague) 22 Febbraio 2014
lo ratifica, stendendo una coltre sugli ordini impartiti da Victoria Nuland per la formazione del governo dell’Ucraina “liberata”. Una conversazione da ascoltare attentamente….
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La guerra è pace,
La libertà è schiavitù,
L’ignoranza è forza.
ben oltre il 1984 di George Orwell
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