Lo sport che amo: una super rubrica per super sportivi

Prendete una persona qualsiasi e chiedetele come mai ama lo sport. Qualcuno vi dirà che lo sport lo rende libero. Qualcun altro vi dirà che lo sport gli permette di rilassarsi o di caricarsi nei momenti di difficoltà. Molti, invece, vi racconteranno una storia, un aneddoto. E questo è ciò che vogliamo fare a partire da mercoledì prossimo (27 marzo, ndr): raccontarvi 10 super storie per farvi capire come mai amiamo lo sport. Abbiamo deciso, per una volta, di lasciare in secondo piano il mondo del calcio e raccontarvi di personaggi che hanno saputo fare la differenza in quelli che, impropriamente, un gruppo purtroppo molto vasto di arroganti definisce “sport minori”: non esiste uno sport minore o maggiore, esiste lo sport e basta.Scegliere cosa raccontare è stato tutt’altro che facile. Siamo stati costretti a fare dei tagli dolorosi ma in compenso ridaremo lustro a dei grandissimi Campioni. Non tutti gli uomini e donne di cui parleremo hanno portato a casa medaglie o trofei. Qualcuno ha dovuto cedere proprio sul più bello. Ma tutti, con la loro grinta, la loro determinazione e la loro forza di volontà, ci hanno fatto emozionare.Ci hanno insegnato cosa voglia dire la parola “sacrificio”. Ci hanno fatto capire che non bisogna mai arrendersi, nemmeno quando tutto sembra perduto. Ma soprattutto ci hanno dimostrato che la cosa veramente importante nella vita è poter dar sfogo alle proprie passioni. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di dire loro grazie. E non c’è modo migliore per onorare una bella storia che riviverla. 
Sebastiano Paterniti e Carlo Battistessa