Associazione giocatori e proprietari però viaggiano su binari paralleli, vicini ma che non si incontreranno per un bel po’. Dal 2005, anno di chiusura della CBA (altro colpo di Isiah Thomas), le franchigie hanno perso parecchie centinaia di milioni di Dollari, mentre i giocatori negli ultimi sei anni hanno visto incrementare i loro stipendi del 16%, toccando i 5.15 milioni di Dollari di ingaggio medio.
I giocatori hanno proposto di togliersi complessivamente 100 milioni dal monte salari: offerta definita da Stern come “modesta“. I proprietari hanno chiesto un abbassamento tre volte superiore per poter tornare con i bilanci in attivo.
Nel frattempo i giocatori continuano a trattare per giocare overseas: ogni giorno qualche star viene accostata a squadre europee o cinesi. Gli ultimi in ordine di tempo sono addirittura Chris Paul e Carmelo Anthony, propensi a provare l’esperienza asiatica che gli permetterebbe di aspettare gennaio (quindi sapere se la stagione NBA inizierà o meno) e soprattutto di portare il loro brand in un mercato in fortissima crescita.
Questa sembra anche una tattica per mettere pressione sui proprietari NBA, dimostrando che squadre disposte a pagare certe cifre non si trovano solo negli USA. D’altra parte il GM del
NBA e franchigie continuano invece come nulla fosse nella programmazione della prossima stagione: è infatti già uscito il calendario 2011/12, ed alcune squadre hanno reso pubblica la propria schedule.
La pre stagione di settembre a dire il vero sembra ormai saltata, ma l’accordo tra associazione giocatori e proprietari si potrebbe anche trovare prima del 2012.