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Lombardia arcobaleno con Silvana Carcano e M5S

Da Bolo77
Lombardia arcobaleno con Silvana Carcano e M5S

E’ Silvana Carcano, del Movimento 5 Stelle, a battere sul tempo tutti i candidati premier alle regionali in Lombardia e a rilasciare una intervista esaustiva, dalle nozze gay alle teorie riparative.

Gay.it – 28 gennaio 2013 – Tra una dichiarazione a favore del matrimonio gay e una dichiarazione a favore di CasaPound, un centro sociale di ispirazione fascista, del loro leader morale Beppe Grillo, non è facile sciogliere l’incognita elettorale che costituisce il Movimento 5 Stelle, l’outsider che potrebbe contare sull’effetto novità nella conta dei voti il 24 febbraio prossimo.
Eppure il Movimento, che non ha il tema dei diritti gay in programma, e che di programma elettorale in senso tradizionale non vuole sentire parlare perché le iniziative sono elaborate sulla base del consenso che creano nel dibattito tra “grillini” sul web, non si sottrae a domande dirette sui diritti-doveri che spetterebbero a gay, lesbiche e trans se l’Italia fosse un paese civile. Le stesse domande che, almeno tra i grafici dei sondaggisti, non riscuoterebbero il favore degli elettori. E le risposte del movimento, che toccano temi inesplorati nel dibattito politico come le terapie cattoliche riparative dei gay, sono di una chiarezza disarmante, tanto sono lontane da quell’oscurità con la quale gli esponenti dei partiti politici tradizionali eludono le tematiche lgbt.
E’ Silvana Carcano, candidata governatrice per le prossime regionali in Lombardia, dopo essersi confrontata con Arcigay, Agedo, Certi Diritti e Famiglie Arcobaleno, in un incontro pubblico organizzato da Arcigay Pavia , a spiegarci quali battaglie politiche l’M5S intenderà portare avanti se siederà nelle istituzioni.

Barack Obama, qualche giorno fa, ha dichiarato “stessi diritti per fratelli e sorelle gay” e la dichiarazione richiama a quella di Beppe Grillo “Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede”. Lei ha parlato di “nodo cruciale del diritto al matrimonio per le famiglie omosessuali”. Perché?
Perché il matrimonio egualitario è il punto di svolta per il riconoscimento della piena uguaglianza dei cittadini omosessuali. Spesso ci dimentichiamo che il Codice civile italiano, durante il periodo delle leggi speciali fasciste, proibiva “il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza”. Oggi la discriminazione nel matrimonio non riguarda più le differenze razziali, ma quelle relative all’orientamento sessuale. Le famiglie omosessuali hanno diritto al matrimonio e alla tutela della legge.

C’è interesse, attenzione, e qualche diffidenza, per la novità che M5S sta portando al dibattito politico. Al di là del matrimonio, su quali temi il movimento avvicinerà la questione omosessuale?
Il MoVimento 5 Stelle si fonda sulla partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica, e questo naturalmente comprende anche la comunità lgbt. Di conseguenza le rivendicazioni del movimento lgbt troveranno sempre una porta aperta nel nostro movimento politico: i cittadini omosessuali e transessuali hanno il diritto al riconoscimento giuridico della piena uguaglianza.

Lei si candida alla presidenza della Regione Lombardia. Quali provvedimenti intenderà prendere per migliorare la condizione delle persone omosessuali e transessuali?
Il nostro programma per la Lombardia comprende un progetto di legge sulla tutela dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. In concreto, le nostre proposte, elaborate tramite un fondamentale dialogo con la comunità lgbt, riguardano l’intervento nel campo della responsabilità sociale delle imprese riguardo l’acquisizione positiva dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, percorsi di formazione del personale di Regione sulle pari opportunità per le persone lgbt, un ruolo attivo di Regione Lombardia nella sensibilizzazione della cittadinanza, l’accesso a interventi medici gratuiti per le persone transessuali anche per le operazioni di modifica dei caratteri sessuali secondari.

Possiamo ipotizzare un lavoro della sua giunta su di una legge antidiscriminatoria sul modello di quella Toscana e modifiche dello Statuto regionale in senso inclusivo per gay, lesbiche e trans?
Certamente, proprio il progetto di legge sopra ricordato comprende la modifica dello Statuto regionale per il pieno riconoscimento della dignità della persona senza alcuna discriminazione per ragioni legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere. Le nostre proposte riguardanti i diritti lgbt non piovono dal cielo ma nascono da un confronto diretto sul territorio con la comunità lgbt e le sue Associazioni, come accade in Piemonte grazie al progetto Equal o in Sicilia con la presentazione di un progetto di legge sulla tutela dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Anche in Lombardia abbiamo sviluppato un confronto proficuo, ad esempio a Pavia che, grazie ai suoi attivisti 5 stelle, si sta rivelando un laboratorio essenziale nel dialogo con la comunità lgbt e nell’elaborazione di interventi mirati alle pari opportunità e all’uguaglianza.

La spesa sanitaria è tra i capitoli più del lavoro della regione. Per la prevenzione all’hiv-aids e per garantire una maggior accessibilità al test avete qualcosa in programma?
Le ASL e il Sistema sanitario lombardo, coordinandosi con Regione e con le Istituzioni locali, dovrebbero lavorare maggiormente sulla diffusione di una cultura della prevenzione e della consapevolezza in campo sessuale. Va anche migliorata l’accessibilità al test per l’hiv-aids.

La Regione Lombardia ha erogato un finanziamento per progetti a favore della famiglia, dell’associazionismo e del volontariato ad Agapo , una associazione che propone al pubblico le teorie pseudoscientifiche di conversione di omosessuali in eterosessuali. Cosa ne pensa e cosa pensa in genere dei finanziamenti all’associazionismo?
Le pseudo-teorie sulla conversione degli omosessuali mi fanno sorridere. Forse i loro sostenitori dovrebbero cercare di farsi convertire a una cultura dei diritti e dell’uguaglianza. Riguardo il finanziamento all’associazionismo, è evidente a tutti cosa abbia comportato il ventennio formigoniano. Ciò di cui la Regione Lombardia ha bisogno è di collaborare strettamente con le associazioni che lavorano nel campo del sociale per estendere la coesione e l’inclusione, anche contrastando le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Immaginiamo un grande Pride a Milano. Patrocinio regionale sì o patrocinio regionale no? Lei ci sarà?
Il Pride, oltre a essere una bellissima festa, è anche una grande occasione di commemorazione della rivolta di Stonewall: come potrei mancare? Regione Lombardia ha il dovere morale e politico di patrocinare il Pride.


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