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Longboard Torino: patiti della tavola

Creato il 08 luglio 2011 da Sportduepuntozero

Longboard Torino: patiti della tavolaPer molti è solo il cugino sconosciuto dello skateboard. Invece il Longboard c’era già negli anni 70 e già allora aveva poco da invidiare al suo parente famoso. Nato in California, si è pian piano diffuso anche in Italia, tanto che al Valentino si vedono scivolare varie tavole a quattro ruote. Anzi, proprio a Torino si è creato un gruppo supercompatto di amatori: sono i ragazzi del Longboard Torino, fondato da Lorenzo Richetti e Andrea Di Carlo, due diciottenni che alla tavola a rotelle si sono avvicinati per caso: al primo piaceva lo snowboard e al secondo il surf. E allora perché fate Longboard? “Perché è uno stile di vita”.Patiti della tavola

Del Longboard in Italia si sa pochissimo. Ed è anche per questo che Lorenzo e Andrea hanno deciso di fondare un gruppo, quello del Longboard Torino, attivo da circa un anno. Per diffonderlo usano Facebook: inizialmente un gruppo con una cinquantina di iscritti, poi una pagina profilo che in pochissimo tempo ha raggiunto i cinquecento contatti. Intorno a Lorenzo e Andrea si è ormai creato un gruppo compatto e fedele. E non si tratta soltanto di una condivisione virtuale di post, chat e link. C’è un vero seguito di trenta persone che, di settimana in settimana, si ritrovano al Valentino con in spalla il longboard.

scambio di passioni

Non è una scuola, precisa però Lorenzo: “Né io né Andrea siamo dei maestri. In Italia il Longboard è poco conosciuto: ecco perché abbiamo deciso di condividere la nostra passione con altri ragazzi. Ci ritroviamo al Valentino, ci scambiamo consigli pratici che riguardano le tavole e le evoluzioni. Ma il nostro scopo è solo quello di aggregare gente e di diffondere questo sport. Vogliamo solo fare longboard, senza altri fini”.
Perché proprio al Valentino? “A parte che lì c’è spazio, il tratto del Valentino vicino al Borgo Medievale, dove ci alleniamo, ha un asfalto perfettamente liscio – ciò che serve al Longboard”.

Gare

E rispetto al cugino skate, del Longboard si sente parlare decisamente meno anche a livello di gare.
Non esistono dello competizioni ufficiali, visto che lo sport non è riconosciuto dal Coni, ma esistono delle gare e si può partecipare senza alcuna selezione. “Certo – spiegano Andrea e Lorenzo – ci sono tante gare, organizzate sempre a livello amatoriale: chi vuole partecipare, deve solo iscriversi”.

Come in ogni sport che si rispetti, anche per il Longboard ci vuole però un budget di partenza. “La tavola meno cara costa 120 euro, ma considerando anche i guanti, gli ‘slide gloves’, il casco e altre protezioni, si può arrivare anche a 400 euro”. E a proposito di slide gloves, Andrea ci racconta un aneddoto su questi particolari guanti, dotati di protezioni incollate in corrispondenza del palmo della mano e delle dita: “io me li sono costruiti in casa con del materiale trovato in cucina. Ho usato un tagliere e ho seguito le istruzioni reperite su internet”. Certo non manca l’inventiva a questi ragazzi, che in poco tempo sono riusciti a far crescere un movimento finora poco diffuso. Mica male, per due diciottenni.

di Ivana Crocifisso

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