Lucio Dalla ’80 il più bell’album della sua produzione | AUDIO Mery Luis, Balla Balla ballerino, Cara
Lucio Dalla è morto a Montreaux in Svizzera, dopo un concerto tenuto ieri sera, si è alzato, sereno e contento per il concerto poi …un infarto improvviso.
Ecco, per chi non lo conoscesse voglio dedicare a Lucio e a tutti quelli che , non conoscendolo , non sanno
inquadrare bene la sua musica, quello che , per me, rimaner l’album simbolo di Lucio Dalla, quello che lo ha reso famoso, che lo ha fatto entrare “veramente” nel mondo della musica di tutti i ragazzi di quegli anni. L’album che ha dato il via alla futura collaborazione di Dalla con De Gregori, grande amico e cantautore.
Dalla 1980 è intriso di poesia con canzoni sensibilissime: Balla Balla Ballerino, ma anche di uno struggente amore come: Cara
L’album si intitola semplicemente : Dalla, ed è del 1980 edito dalla RCA Italiana.
Accanto a lui suonano gli Stadio, con lo strepitoso Riki Portera alla chitarra.
Ascoltate ora Meri Luis
Ma anche la dolcissima: Balla Balla ballerino
Balla balla ballerino
tutta la notte e al mattino
non fermarti.
Balla su una tavola tra due montagne
e se balli sulle onde dei mare io ti vengo a guardare.
Prendi il cielo con le mani
vola in alto più degli aeroplani
non fermarti.
Sono pochi gli anni forse sono solo giorni
e stan finendo tutti in fretta e in fila
non ce n’è uno che ritorni.
Balla non aver paura
se la notte è fredda e scura
non pensare
alla pistola che hai puntato contro.
Balla alla luce di mille sigarette e di una luna
che ti illumina a giorno.
Balla il mistero di questo mondo che brucia in fretta
quello che ieri era vero, dammi retta, non sarà vero domani.
Ferma con quelle tue mani il treno Palermo-Francoforte,
per la mia commozione
c’è un ragazzo al finestrino,
gli occhi verdi che sembrano di vetro
corri e ferma quel treno
fallo tornare indietro.
Balla anche per tutti i violenti
veloci di mano e coi coltelli,
accidenti.
Se capissero vedendoti ballare
di essere morti da sempre
anche se possono respirare.
Vola e balla sul cuore malato
illuso, sconfitto, poi abbandonato
senza amore
dell’uomo che confonde la luna con il sole
senza avere coltelli in mano
ma nel suo povero cuore.
Allora vieni angelo benedetto
prova a mettere i piedi sul suo petto
e stancarti
a ballare al ritmo del motore
e alle grandi parole di una canzone, canzone d’amore.
Ecco il mistero,
sotto un cielo di ferro e di gesso
l’uomo riesce ad amare lo stesso
e ama davvero
nessuna certezza
che commozione, che tenerezza
Ed ora, la sublime, Cara: