Pensavamo di averla inquadrata, registrata, incasellata, come dei bravi addetti al casting, in due ruoli tipici: quello della ragazza timida alla ricerca di se stessa (Lost In Translation, Una canzone per Bobby Long) e quello della dark lady (Black Dhalia, Match Point), ruoli dai quali Scarlett Johansson sapeva uscire ed entrare con disinvoltura, con un cambio di trucco o di uno sguardo. Invece la ragazza ci ha stupito. Con l’aliena di Under The Skin, ma anche con la protagonista di Lucy, un’eroina d’azione figlia della Vedova nera di The Avengers. Un ruolo che alla Johansson è costato mesi di duro allenamento, ma che da tempo è ormai nel suo dna. Lucy è l’ultima delle donne soggetto di Luc Besson, donne che scrivono da sole la propria storia, come Giovanna d’Arco, Nikita, Angel-A, la Leloo de Il quinto elemento e Aung San Suu Kyi di The Lady. Lucy è una ragazza costretta a lavorare come corriere della droga che si trova invischiata in un affare sporco e viene catturata da dei criminali. Per caso, si trova ad assumere la sostanza che trasporta e diventa una guerriera senza pietà, un essere evoluto con poteri sovraumani. Il nuovo film di Luc Besson mescola la sua Nikita con Limitless e i comic movie. Accanto a Scarlett Johansson ci sono Morgan Freeman e Choi Min-sik, (Oldboy). Lucy sarà nelle nostre sale dal 25 settembre.
1. È lei la ragazza. È stato riportato che Lucy sarebbe dovuta essere Angelina Jolie, la donna combattente per eccellenza (Tomb Raider, Salt) e che la signora Pitt abbia dovuto rinunciare al ruolo. In realtà Luc Besson ha negato la cosa, e ha ammesso di aver incontrato solo un paio di attrici per spiegare loro il ruolo. E non appena ha visto come Scarlett Johansson ha reagito alla storia non ha avuto dubbi: Lucy era lei.
2. La ricetta del cocktail. Una parte Leon, una parte Inception e una parte 2001: Odissea nello spazio. Così Luc Besson ha definito Lucy. Alcune inquadrature riprendono proprio quelle di questi film. Ma gli “omaggi” non finiscono qui: dal manifesto di Cose nostre – Malavita, il precedente film di Besson, che appare alle spalle di Lucy quando si trova a Times Square, all’inserzione con l’immagine di Pacific Rim su un giornale letto da una persona anziana.
3. Graphic novel. Per lanciare il film la Universal ha pensato a una graphic novel interattiva, che ci racconta cosa può succedere quando Lucy raggiunge varie percentuali dell’utilizzo della propria capacità cerebrale. È un interessante gioco “teaser” che anticipa il film. La potete trovare su www.lucymovie.com.
4. Dieci per cento. Luc Besson ha ammesso di sapere che alcune delle ipotesi scientifiche su cui si basa il film non sono vere. Una di queste è quella secondo cui “una persona in media usa il 10% della sua capacità cerebrale”. Ma è sempre stato convinto che “sarebbe stato un gran punto di partenza per un film di fantascienza”. Lucy è un film che Besson ha in mente da almeno dieci anni.
5. Come Hitchcock. Il regista inglese, com’è noto, amava apparire brevemente nei propri film. Qui lo fa anche Luc Besson, che possiamo vedere in un breve cameo nei panni di un dottore nell’ospedale di Parigi.
Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net