CULTURA
Ludwig van Beethoven nacque a Bonn nel 1770. Suo padre era tenore nella cappella arcivescovile ma, dedito all'alcool, non riuscì ad offrire al figlio un'infanzia serena. Nel 1784 il giovane Beethoven fu assunto come organista dall'arcivescovo Maximilian Franz, uomo dalle idee moderne che fondò l'Università di Bonn, frequentata, per breve tempo, dallo stesso Beethoven.
Qualche anno dopo fu inviato dall'arcivescovo a perfezionarsi a Vienna, dove forse incontrò Mozart, ma dovette rientrare a Bonn per la morte della madre. Nel 1792, sempre stipendiato dall'arcivescovo, ritornò a Vienna e studiò sotto la guida di Haydn e di Salieri. L'invasione delle truppe francesi costrinse l'arcivescovo a fuggire da Bonn e Beethoven si ritrovò libero professionista a Vienna, città nella quale rimase fino alla morte.
Presto egli si affermò come improvvisatore e come esecutore di pianoforte, ammirato nei salotti e negli ambienti culturali della capitale. In questo periodo comose le prime Sonate per pianoforte, fra le quali la celebre "Patetica", op. 13, ed i primi Concerti per pianoforte e orchestra.

Verso il 1798 si manifestarono i primi sintomi della sordità che sarebbe progressivamente aumentata e che lo avrebbe costretto a condurre una vita più appartata e a rinunciare anche alla sua promettente carriera concertistica.


Dal 1815 la sordità si fece quasi completa e il musicista fu costretto a comunicare con gli altri solo per iscritto: per questo egli portava sempre con se un taccuino su cui gli interlocutori scrivevano quanto volevano dirgli.

La sordità non fu il solo malanno che colpì il musicista; soffrì infatti di numerosi altri disturbi, ma sempre conservò la fiducia nella bontà della vita e nel suo Creatore: se così non fosse stato egli non sarebbe giunto a scrivere la Nona Sinfonia che contiene il celebre Inno alla gioia (su testo del poeta tedesco Schiller), l'invito cioè alla fratellanza universale.
Quando morì a Vienna nel 1827, al funerale cui partecipò una gran folla, una vecchina rispose a un viaggiatore di passaggio che chiedeva chi fosse deceduto: "Come, non lo sapete? E' morto il generale dei musicisti!".