E’ sempre difficile esprimere parole non banali in situazioni come queste, ma non serve dire molto. Solo che il commosso abbraccio di tutti i presenti ha riservato un ultimo distinto saluto a Giovanni Reale. Alle ore 16, ieri pomeriggio, si sono celebrati i funerali del filosofo nella Chiesa Parrocchiale di San Pietro e Paolo a Luino. Un grande cordoglio quello dedicato ad uno dei più grandi storici di filosofia antica nel panorama internazionale, spirato mercoledì 15 ottobre. Un’omelia molto semplice che ha permesso di ricordare Reale nella sua libertà, nella sua umiltà ed anche nel suo rispetto delle idee altrui, con alcune letture che hanno avuto un particolare significato nella sua vita.
Una corona di fiori dalla Casa Editrice Bompiani per il compianto Giovanni Reale
Persone comuni, accademici, autorità locali, docenti ed appassionati di filosofia come studenti e professori. A partecipare alle esequie erano presenti non solo parenti e conoscenti, ma centinaia di persone che hanno voluto rendere omaggio sentitamente al professor Reale.
Il ricordo di chi lo ha conosciuto.
“I suoi interventi - spiega l’Assessore alle Politiche educative e Servizi scolastici di Luino, Piermarcello Castelli – erano molto affascinanti. Era di una chiarezza narrativa ed espositiva impressionante. Io che non ho una formazione umanistica, ma maggiormente scientifica, sono sempre stato un suo grande estimatore. Credo che in una scala di valori culturali Reale abbia raggiunto l’apice. E’ una perdita importante per tutta la cultura italiana di cui lui è stato un esponente di spicco. Lo ricordo come una una persona semplice, disponibile e molto gentile, come se fosse un familiare. Una persona che non faceva cadere dall’alto la sua cultura, la sua preparazione. Era una persona molto umile, aperta al dialogo.”
“Nell’immaginario collettivo – rievoca il vice-sindaco di Luino, Franco Compagnoni – mi sento di dire che se l’uomo ha bisogno di costanti unità di misura per misurare le cose, le distanze, i pesi, e quindi se dobbiamo adottare lo stesso sistema per la cultura, lui è proprio una tra le migliori unità di misura. Quando si definisce un uomo colto si ha bisogno di un riferimento nel dire questa è una persona colta, questo è uno specialista. Lui, almeno per la mia generazione, per quelli che si sono formati in questo arco di tempo è sempre stato considerato l’unità di misura fondamentale. Il senso del riconoscimento datogli come Comune di Luino era quello del proverbio “Nemo propheta in patria”. Ogni tanto, infatti, questi proverbi servono anche per ricordarsi che spesso queste nobiltà autoctone cittadine sono più apprezzate fuori che dentro. Quindi il senso di questo riconoscimento era quello di accodarsi ad un riconoscimento che invece è universale, ultra nazionale.”
“Ho frequentato l’Università ‘La Cattolica’ – spiega la preside dell’I.S.I.S. di Luino, Lorena Cesarin -, il suo corso di storia della filosofia antica. Ricordo le sue lezione: erano meravigliose, accattivanti, lezioni in cui non volava una mosca. Le teneva nell’aula più grande della Cattolica, non l’aula-magna, perchè a partecipare non erano solo studenti della mia facoltà, ma anche quelli di altre, come giurisprudenza. La portata delle sue lezioni aveva un bagaglio culturale imponente: sbriciolava termini e pensieri con un carisma ed una brillantezza senza eguali, non ci si annoiava mai. lo vedevo a Luino e alcune volte sono stata anche a casa sua. L’ultima volta l’ho incontrato alla Chiesa di San Giuseppe, in un giorno feriale, dieci giorni fa. Era lì con la moglie, che è stata insegnante a ragioneria, per il loro anniversario di nozze. Lo ricordo nella sua più grande semplicità, era capace di far capire nozioni filosofiche complesse a tutte le persone. E’ una grande perdita per tutti noi”.
“Gli studi che ha fatto su Platone – spiega un ex docente del Liceo Scientifico di Luino, Alfonso Mongiovì – mi sono stati molto utili per comprendere appieno il suo pensiero. A colpirmi, principalmente, sono state la ‘seconda navigazione’ e la ‘teoria delle idee’. E’ stata un’innovazione rispetto agli studi che erano stati fatti in precedenza e mi hanno permesso di capire veramente quello che era il pensiero di Platone.”