Madama Dorè, madre di molte belle figlie e fiera di ciò si compiace del fatto che il messo e il re le trovino delle ragazze perbene e le vogliano maritare, ma la prima scelta, lo spazzacamino, non le sta tanto bene, quindi caccia lo scudiero che ritorna con una nuova proposta: al posto dello spazzacamino il re vuole maritare una delle figlie di Madama Dorè con il principe di Spagna, mica pizza e fichi, eh! E ovviamente la nostra oculata e affarista Madama Dorè, che potrebbe quasi apparire a far la parte del ruffiano, acconsente con mille salamelecchi.
Tutto il preambolo della filastrocca popolare per dire che oggi vi voglio parlare di un'autrice che è stata un po' la Madama Dorè di moltissime belle e disponibili eroine, uscite dalla sua penna e di cui lei, evidentemente, doveva essere assai fiera. Come Madama Dorè, l'autrice che vedremo non era disposta a sacrificare le sue belle per un misero partito e sapeva sempre fare in modo che per loro le cose si aggiustassero al meglio, sposassero un ricco e affascinante partito della Reggenza [che non è mai stata piena di scapoli d'oro come nei romanzi storico-sentimentali del genere] e avessero ricca dote e disponibilità.
Signore e signori, facciamo oggi la conoscenza di Clare Darcy.
Clare Darcy, prolifica autrice di molti romanzetti del genere storico-sentimentale, dove di storico c'è però solo l'ambientazione [quindi regolatevi] viene generalmente considerata come l'erede spirituale dell'osannata Georgette Heyer, per cui vi rimando al bel post scritto al riguardo su Cipria e Merletti che, guarda caso, oltre al titolo del blog è anche quello di uno dei romanzi dell'autrice GH.
Che io sappia le acque sono torbide al riguardo perchè un'altra figlia putativa di Georgette, Dame Barbara Cartland ha avuto fans accaniti che hanno avanzato pretese di legittimità spirituale in modo che fosse designata come la vera discendente.
Io credo che la Cartland e la parola "legittimo" non dovrebbero essere usate nella stessa frase, visto che sua figlia Raine, oltre che bastarda reale di Giorgio, duca di Kent, fu anche matrigna di Lady Diana e a quanto disse la figliastra, una vera strega.
Tutte queste autrici sono state particolarmente prolifiche nell'ambito della letteratura femminile tra gli anni Venti fino agli anni Settanta-Ottanta del Novecento, in particolare, riprendendo il fiorente filone delle eroine combinaguai inaugurato dal romanzo gotico, Clare Darcy non fa differenza e insieme alle atre due potrebbe facilmente appartenere al Club del Prigioniero di Zenda ispirato al romanzo di Anthony Hope che mandò in visibilio una generazione di signorine per il tormentato (e poi finito male) amore tra la principessa e il sosia del re.
Nonostante a me personalmente piaccia Clare Darcy e la sua scrittura, è innegabile che non si tratti di letteratura, sebbene, nella foga moderna di riabilitare il romance, si tenda a dare troppa importanza a certi autori, scrittori d'intrattenimento, che non sono certo penne in grado di lasciare qualcosa di miliare nella storia della letteratura.
Badate bene, io non ho assolutamente niente contro le letture d'intrattenimento, da essa è formata gran parte della mia biblioteca e sono la prima a divorarne una marea di libri, ma cerco di mantenere un grado normale di obiettività, anche se Nora Roberts mi manda in visibilio cento volte più di certi autori impegnati e difficili che fanno riconoscere i loro libri per via di titoli incredibili per cui occorre il dizionario solo per raccapezzarsi in quelle due righette sulla copertina.
Il mio consiglio, quindi, è quello di accostarsi a Clare Darcy con un certo livello piuttosto basso di aspettative. Senza contare che, essendo romance un po' datati, rispondono a canoni differenti di lettura, scrittura e plot a cui all'inizio è difficile abituarsi o entrare nell'ottica, quindi niente sesso, tanto per iniziare chiari, profusione di espedienti da sit-com di serie B come gente che cade provvidenzialmente da cavallo storcendosi una caviglia, parenti (specie zie) chiacchierone e invadenti e, soprattutto, gentiluomini così signorili e compiti che se non fossero destinatari dell'amore appassionato di certe signorine sarebbero più legnosi del Principe di Cenerenola [che, sottolineamo, è sempre un principe]. Ci sono dei momenti in cui, storia a parte, al lettore moderno cadono veramente le braccia al sentire che si usano ancora certe trovate vecchie ai tempi di Sallustio, poi però si fa mente locale e... finisce come quella delle barzellette raccontate da Napoleone: sono vecchie, sì, ma visti i tempi magari le ha inventate proprio lui =]
Parafrasando Cantando sotto la pioggia, comunque, oserei dire che visto uno si sono visti tutti, la Darcy non brilla certo per inventiva, quindi a parte la narrazione che si sposta, i personaggi cambiano nome e qualche altra diversità, i libri finiscono per assomigliarsi un po' tutti. Se come stile di scrittura piace, e ripeto bisogna entrare nell'atmosfera, allora li si possono leggere anche tutti, non occupano sforzo e sono un ottimo diversivo per i momenti di buco, i pomeriggi piovosi in cui, chissà come, nessuno dei vostri amici e conoscenti ha voglia di uscire e così via.
Se invece proprio non riuscite ad entrare nell'ottica di quest'autrice, e capita a tutti e con tutti gli scrittori, non si può essere universalmente amati perchè al mondo siamo tutti diversi, allora fate un secondo tentativo e poi lasciate perdere: o siete capitati nel romanzo più brutto e diverso che la Darcy ha scritto nella sua carriera oppure non c'è speranza, non è come Ken Follett che riesce a disquisire di argomenti diversissimi e ad essere (forse) sempre lui cambiando però stile di scrittura, modo di approcciare la storia e di schierarsi con le vicende.
Biografia
Il vero nome di Clare Darcy fu Mary Deasy che nacque a Cincinnati, la città dell'acciaio in Ohio il 20 maggio 1914. Ebbe una sorella che divenne medico, ma della sua famiglia e della sua vita privata si hanno poche notizie. Abitò sempre in America e morì sempre in Ohio nel 1978.
Produsse un gran numero di romanzi, documenti, ricerche, collage, notes, appunti e plot non terminati che ad oggi sono conservati presso la Boston University, Howard Gottlieb Archival Research Center.
Nella collezione sono di particolare interesse il materiale epistolare datato dal 1936 al 1978 [eravamo ancora nell'epoca delle lettere e dei telegrammi], in particolare con i propri editori, con alcuni fans, con diverse celebrità del grande schermo che erano appassionati delle opere della Darcy (Rex Stout) e, naturalmente, con la famiglia.
Non è certo se lo pseudonimo scelto dall'autrice sia stato mutuato dalla storia della Austen e sia un omaggio all'autrice e al suo Mr Fitwilliam Darcy, ma a giudicare da tanti fattori io opterei per il sì, anche considerando il genere con cui lavorava e il tipo di storia e plot che scriveva.
Della sua bibliografia, tradotta in molte lingue, ormai si stanno perdendo le tracce e, a meno di non avere bauli di libri nascosti in soffitta, è difficile reperire i libri a parte che nelle biblioteche di quartiere o tramite amici e aste online.
Oltre ad essere quasi misconosciuta nonostante abbia avuto la sua fase di gloria letteraria (circa trent'anni fa), ormai sta finendo nel dimenticatoio a dispettodel fatto che la Mondadori avesse proposto quasi tutti i suoi rimanzi (nemancano solo un paio) e che diverse case editrici come la BUR abbiano riproposto sia la Heyer che la Childe e che la Harlequin abbia preparato un'apposita collana da edicola per i romance che hanno fatto la storia del genere, naturalmente iniziata proprio con la Cartland.
Andiamo ad analizzare ora qualche dettaglio di questa autrice e del suo stile.
Sarò un po' dissacrante perchè è un'autrice un po' leccata e non mi piacciono tanto queste piacionerie letterarie per lisciarsi il lettore e mettere tutti d'accordo, ma anche se sarò crudele, sappiate che so di che parlo essendomi sorbita quasi tutta la sua bibliografia e avendola anche apprezzata.
Ho una cultura in merito.
Il plot
Svolgimento della storia
Nei romanzi della Darcy le cose vanno sempre allo stesso modo: una signorina perbene, nubile, raramente zitella o più spesso vedova si mette a curiosare troppo dove non dovrebbe e scopre:
a) una casa che non sapeva di avere
b) il mistero di una collana
c) un complotto internazionale con Napoleone
d) una montagna di debiti
In tutti e tre i casi, anzichè lasciare l'indagine alle opportune autorità decide di mettersi a sua volta sulle tracce da lei rinvenute, imbattendosi in un figo da paura che, in un modo o nell'altro, coinvolgerà nel suo piano suicida mettendo a rischio se stessa, l'uomo di cui dice essere innamorata, anche se più spesso sospetto che stia cercando di assassinare, ma soprattutto il suo Paese rischiando di far scoppiare una crisi militare internazionale in puro stile Sherlock Holmes 2: Gioco di ombre.
Con una serie di provvidenziali botte di fortuna [ho detto fortuna eh!] e diecimila pare mentali della nostra amatissima protagonista scopriamo che:
a) in realtà si trattava di una festa di compleanno a sorpresa e ha appena rovinato il party di King George
b) il marito/padre/fratello di lei era stato raggirato e non ha mai contratto tanti debiti
c) l'uomo di cui si è innamorata durante la vicenda ha giusto le conoscenze adatte al Ministero per metterci una pezza.
Rileggendo alcuni romanzi dopo tanto tempo e scrivendo questo post mi rendo proprio conto che la struttura potrebbe essere quella di uno di quei libri-gioco dove, a seconda di come agisci, ti mandano a pagina venticinque, alle trentadue o alle centodieci con una miriade di finali alternativi, svolgimenti e plot che si dipanano dalla medesima sequenza di opzioni.
Forse la grandezza della Darcy sta nell'aver inventato i libri-gioco?
I protagonisti
Piaga 1 e Piaga 2 alla riscossa
Credevate di esservi lasciati le eroine piagnone e in perenne cerca di perdere qualcuna delle loro vite con il romanzo gotico e invece no!
A quanto pare, vista l'ingenuità di certe fanciulle di inizio secolo, questo tipo di protagonista spopolava nelle librerie.
Piaga 1 è generalmente il nomignolo per la LEI della storia. Le ho dato il numero 1 perchè è sempre la prima a comparire dei personaggi e dei protagonisti, ovviamente è bella, spiritosa e interessante. A volte è un'ereditiera e a volte senza un penny, ma ciò non cambia la conclusione della vicenda.
Spesso ha a che fare con sorelle fin troppo esuberanti e desiderose di scappare sul continente [ricordiamo che è invaso da Napoleone] con l'uomo sbagliato che, nel 90% dei casi sposerà l'altra sorella sorella andata a conoscerlo per metter loro i bastoni tra le ruote.
Se non ha sorelle ha qualche fratello stile Piccolo Lord a cui deve garantire un futuro, magari nel lusso vestito d'ermellino e con una corona in testa, erede di un ducato e sposato ad una principessa [su certi sogni sono prive di qualunque pudore], per quanto mi riguarda i fratelli cresciuti nella bambagia alle spalle di volenterose sorelle dovrebbero lasciare il nido, ho odiato Richard ne I pilastri della terra per come stava attaccato alle gonne di Aliena e aveva pure il coraggio di rimproverarle che non faceva abbastanza per lui, figuriamoci se tollero questi bambinetti!
Il primo passo di Piaga 1 è generalmente quello di recarsi nella capitale dove si metterà nei guai, mai una a cui si avveri la profezia lanciata dal Billy Crystal di Harry ti presento Sally:
Metti che non ti succeda niente.Nossignore, le eroine della Darcy sono rapidissime a infilarsi in qualche complotto internazionale o viaggio in partenza per terre pericolose, in quello sono più veloci di Flash Gordon e a volte sono addirittura capaci di cacciarsi nei pasticci prima ancora di riuscire a raggiungere la capitale, roba che neanche la Woodiwiss era arrivata a tanto...
Metti che vai a New York e passi tutta la vita senza che ti succeda niente e alla fine muori come tutti i newyorkesi che nessuno se ne accorge finchè i vicini non sentono la puzza dal pianerottolo.
Generalmente mentre sono nei pasticci o stanno cercando di districarsi da qualche situazione ingarbugliata incontrano Piaga 2, ovvero l'eroe, il LUI a tutto tondo.
L'eroe della Darcy è proprio un eroe d'altri tempi, di quelli che non se ne fanno più perchè ormai va di moda l'uomo tormentato, rude fuori, ma tenero dentro come il tartufo al cioccolato. L'eroe della Darcy è sempre un pezzo d'uomo molto avvenente (avvenente secondo il senso comune del primo Novecento), indossa abiti costosi, di solito ha due o tre titoli altisonanti, è pettinato con raffinatezza ed è una persona tutta d'un pezzo, magari scavezzacollo, ma comunque una persona che, paragonata a Piaga 1 possiede ancora buonsenso e istinto di conservazione.
Se la sfortuna non avesse giocato a suo sfavore e non l'avesse mandato nelle trame dell'eroina aveva buone possibilità di vivere fino alla vecchiaia, ma il destino ha voluto diversamente.
Piaga 1 e Piaga 2, in qualunque situazione si trovino si guarderanno fissamente negli occhi, prenderanno atto di dettagli assolutamente irrilevanti (lei ha un neo sul lobo sinistro dell'orecchio, parzialmente nascosto dagli orecchini, lui ha una piccola abrasione al polso detro leggermente nascosta dalla camicia), l'elettricità scorrerà in mezzo a loro più che nella pila di Volta e scoccherà la scintilla.
Queste cose succedono sempre così, magari impiegheranno duecento pagine prima di dirselo e chiarirsi, ma il colpo di fulmine, vero protagonista eletto dall'autrice, è immancabile: un nanosecondo e... zac! Andato! Peggio che prendersi l'influenza sull'autobus.
A questo punto, però, secondo la teoria del caos, Piaga 2 che fino a quel momento aveva trascorso un'esistenza relativamente lontana dal pericolo di perdere la vita, si ritroverà coinvolto nel raggio d'azione della classica sfiga da eroina e per induzione sarà trascinato in eventi incredibili dei quali avrebbe fatto volentieri a meno [tanto di sottane in Inghilterra ce n'erano per i beati].
La parte del colpo di fulmine, lo ammetto, a volte è un po' noiosa, intanto perchè sembra sempre di assistere ad una scena già vista e poi perchè ci si perde in descrizioni stupidissime e assolutamente inutili che dovrebbero dare romanticismo alla scena, ma che invece la allungano a dismisura portando il lettore in stato vegetativo nella speranza che tutto si conclusa presto.
L'effetto è un po' quello che le scene di danza fanno a chi detesta il musical: si spera sempre che finiscano il prima possibile e si soffre silenziosamente stringendo i denti.
Per duecento pagine i due bisticceranno (perchè siamo in romanzi di un certo periodo e una ragazza che litiga e sfoga la sua rabbia non sta bene), si innamoreranno, si guarderanno languidamente per interminabili secondi [il tempo scorre più o meno secondo il cronometro di Holly e Benji e Dragon Ball] e dovranno risolvere il problema ch avete scelto nell'area plot.
Guardarsi è la parte di maggiore intimità che raggiungono [e dire che all'epoca scriveva pure D'Annunzio che, invece, di perversioni non se ne lasciava scappare neanche una] perchè siamo nel primo Novecento e di combinare non se ne parla neanche, quindi quelle duecento pagine d'amore risulteranno spesso e volentieri un po' ripetitive. Se risultassero particolarmente noiose le si possono saltare, tanto si guardano, al massimo si prendono la mano e non fanno assolutamente niente di minimamente divertente [e non parlo solo di sconcezze, non hanno un minimo di verve neanche se gli si dà una scossa con la 230V].
A questo punto siamo più o meno arrivati alla fine.
Vi aspettavate qualcosa di più, ammettetelo, e invece no!
I romanzetti da edicola, quelli sì che hanno dello spessore narrativo se paragonato a questi ¬_¬
Tutti i personaggi denigrati sono stati pienamente riabilitati, la sorella fuggitiva è tornata e non ce l'ha neppure un po' con l'altra che le ha rubato il fidanzato, il marito defunto di lei ha riacquistato la sua dignità di manico di scopa che non farebbe mai qualcosa di avventato (gli ex mariti sono così noiosi che perfino l'autrice si concede di dire che la protagonista non era felice di come si era messo il suo matrimonio, insomma non è che fossero così brillanti, avvincenti, simpatici e interessanti ed, evidentemente, pure scarsi sotto le coperte, per maggiori info si veda Gwendolen).
Grazie alla brillante cooperazione tra le due Piaghe il problema scelto nel plot è stato brillantemente risolto e i due, arricchiti dal compenso della soluzione del caso stanno giusto per convolare a nozze. Tutto il parentado schierato, ad uno per volta mi raccomando, si prodigherà in giubilo e tripudio per la coppia felice che, al culmine della gioia, si bacerà sotto un romantico arco di rose/portale di pietra/giardino cittadino/casa storica.
Bene, abbiamo appena finito di descrivere la trama di circa quindici libri che l'autrice ha pubblicato in trent'anni di carriera da scrittrice.
So che detta così sembra un'autrice mediocre, in realtà manca un po' di fantasia ma non è malvagia, ho letto di molto peggio ambientato nello stesso periodo...
Una delle cose che sicuramente amo di più di quest'autrice sono le copertine che le hanno assegnato nel corso delle sue pubblicazioni, a differenza di quelle moderne tutte editate in computer grafica con la pelle di plastica e le espressioni innaturali, quando si dipingevano ancora a mano venivano fuori degli autentici capolavori! Ho sempre ammirato le copertine da romance prima degli anni novanta =)
In particolare l'edizione americana della Darcy vanta splendide pitture di Allan Kass, di cui una delle mie preferite è senza dubbio quella del libro Gwendolen.
Provate e, se ci riuscite, passate sopra il mio sarcasmo pesante, da come l'ho descritta mi rendo conto che non sembra molto brava come autrice, ma a me è piaciuta a dispetto di quel che posso dire di cattivo, un autore può piacere anche se è il più mediocre del mondo, guardate che caso editoriale ha scatenato la Meyer?!
Fatemi sapere se avete letto la Darcy, se vi è piaciuta e se vi sentite di condividere la mia posizione riguardo la sua scrittura.
Un bacio a tutti, a presto,
Mauser