Magazine Cultura
Personalmente sono rimasta delusa da questa lettura, ho trovato la protagonista sciocca e irritante e non sono in alcun modo riuscita ad immedesimarmi nei suoi sentimenti e pensieri. Non stupisce che per Emma, cresciuta nutrendosi di romanzi che narravano di eroine passionali e dei loro slanci amorosi, il matrimonio con il mediocre dottor Charles Bovary sia privo di soddisfazione; quello che, invece, disorienta, è la capacità della protagonista di sbagliare nel direzionare la propria passionalità. Leggendo questo romanzo subito dopo Anna Karenina, sono rimasta impressionata dalla diversità dell'impatto delle due figure, entrambe donne intrappolate in un matrimonio infelice e in fuga verso relazioni che promettono il riscatto da un'esistenza grigia. Non sono riuscita a provare, per Emma, quella partigianeria, quella voglia di supporto che non potevo evitare di associare, invece, ad Anna. Quella di Emma Bovary è una vicenda breve, fatta di tentativi di fuga dalla banalità e dall'anonimato, è una storia di amori superficiali (da parte dei suoi due amanti, Rodolphe e Léon), in cui ella vede la possibilità di emanciparsi dalla quotidianità casalinga e dalla provincialità della gente di Yonville. Madame Bovary inizia con forte slancio i rapporti con Rodolphe e Léon, ma i suoi vagheggiamenti romantici, basati essenzialmente sulle aspettative create dalle letture giovanili, rimangono deluse dal crollo delle apparenze: Rodolphe è un donnaiolo che intrattiene con lei una relazione come tante (il suo atteggiamento totalmente disinteressato è evidente nella scrittura della patetica lettera d'addio), mentre Léon lascia in breve tempo trasparire la leggerezza dei propri sentimenti. Nel suo tentativo di vivere come una nobile dama, con begli abiti e devoti ammiratori, Emma contrae debiti su debiti e avverte, proprio nel momento del bisogno, di fronte al rifiuto di un prestito da parte di Rodolphe, il crollo dei sogni e delle illusioni giovanili. Il momento in cui Emma diventa un'eroina passionale è, tragicamente, quello della morte: il suicidio si consuma con una foga e una disperazione tale che, proprio nelle ultime pagine, si manifesta al lettore la forza delle emozioni di Madame Bovary.
C.M.
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