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Madame Bovary secondo Lorena Senestro al Teatro Laboratorio

Creato il 21 febbraio 2013 da Dismappa

Posted on feb 21, 2013

VERONA, TEATRO LABORATORIO(ex Arsenale asburgico, ingresso da piazza Arsenale o accessibile alle carrozzine da via Todeschini)

sabato 23 febbraio ore 21.00

Madama Bovary
liberamente ispirato a “Madame Bovary” di Flaubert

lorena senestro in madame bovary al teatro laboratorio di verona

scritto e interpretato da Lorena Senestro
finalista Premio Scenario 2011
regia di Massimo Betti Merlin e Marco Bianchini
Produzione Teatro della Caduta
Madame Bovary è il romanzo che Gustave Flaubert pubblica nel 1856, salutato dalla critica come una delle più importanti creazioni letterarie del tempo, apripista del naturalismo ma anche artefice della nascita del simbolo di insanabile frustrazione sentimentale: Emma Bovary.
Nello spettacolo la Madame slitta impercettibilmente in Madama, svelando quanto l’universo dello scrittore francese e il suo personaggio più amato siano prossimi alla bruma
che aleggia sui prati della pianura padana e ad una certa piemontesità.
Oltre ad estratti del romanzo, il testo si avvale di altre fonti letterarie e poetiche: da Guido Gozzano fino ad autori più moderni, che si confrontano nel mondo generato dall’immaginazione di Emma Bovary.
Qui, così come nell’originale flaubertiano, coesistono tematiche di grande attualità: la paura di agire appunto, le false chimere, uguali in ogni tempo,
i danni provocati da una cultura che spinge il desiderio in territori aridi e illusori e la dialettica tra città e provincia, tra nuovo e tradizione.

info e prenotazioni
045/8031321 - 3466319280
www.teatroscientifico.com
botteghino aperto un’ora prima dello spettacolo

ingresso euro 10,00

“Di grande efficacia e coinvolgimento emotivo, un testo colto e spiritoso, con frammenti in dialetto, dentro e fuori il personaggio;[..] Lorena Senestro è molto brava nel far scorrere questo flusso di parole che, prendendo spunto da Flaubert, evoca terre piemontesi e stati d’animo senza tempo.”   Valeria Ottolenghi (Vicepresidente Ass. Naz. Critici di Teatro)

 “ […] Madama Bovary di Lorena Senestro, brava attrice, colta e intelligente, che cerca il bovarismo nella sua biografia tra italiano e dialetto piemontese…”   Claudia Cannella  (Direttore  Responsabile di Hystrio)

“È una monologante di classe Lorena Senestro, che ha scritto ed incarnato Madama Bovary ospite del cartellone 2012 del Teatro Stabile di Torino. E’ la risposta piemontese a tanto teatro italiano vernacolare, che non si perita di sdoganare in ogni dove dialetti di territori lontani, […] Ci si goda il talento di una commediante, innamorata del palcoscenico.” Maura Sesia (Sistema Teatro Torino)

[…]  Ma la Senestro non ci racconta una patologia. E’ troppo attrice per negarsi la gioia del divertimento e dello sfottò. Vive perciò situazioni sentimentali che si trasformano in desiderio e paura, disegna piroette verbali che svelano una grande intelligenza interpretativa.” Osvaldo Guerrieri (La Stampa)

lorena senestro in madame bovary al teatro laboratorio di verona

MADAMA BOVARY liberamente ispirato a Madame Bovary di Gustave Flaubert, con brani tratti da Guido Gozzano e altri autori, scritto e interpretato da Lorena Senestro. La regia è di Massimo Betti Merlin e Marco Bianchini, le musiche originali di Eric Maestri con brani di Alessandra Patrucco, i costumi sono di Stefania Berrino, gli abiti sono di Provasoli – Torino.

Madame Bovary è il romanzo che Gustave Flaubert pubblica nel 1856, salutato dalla critica come una delle più importanti creazioni letterarie del tempo, apripista del naturalismo ma anche artefice della nascita del simbolo di insanabile frustrazione sentimentale: Emma Bovary.Nello spettacolo del Teatro della Caduta la Madame slitta impercettibilmente in Madama, svelando quanto l’universo dello scrittore francese e il suo personaggio più amato siano prossimi alla bruma che aleggia sui prati della pianura padana, e ad una certa piemontesità. Oltre ad estratti del romanzo, il testo si avvale di numerose altre fonti letterarie e poetiche: da Guido Gozzano fino ad autori più moderni, che si confrontano nel mondo generato dall’immaginazione di Emma Bovary. Qui, così come nell’originale flaubertiano, coesistono tematiche di grande attualità: la paura di agire appunto, le false chimere, uguali in ogni tempo, i danni provocati da una cultura che spinge il desiderio in territori aridi e illusori e la dialettica tra città e provincia, tra nuovo e tradizione.Commenta Lorena Senestro, finalista al Premio Scenario 2011 con questo spettacolo: «mi ispiro al celebre romanzo di Flaubert, nel quale ritrovo ascendenze culturali e riferimenti indiretti alla mia biografia. Sono cresciuta in campagna, a stretto contatto con la natura, nell’immobilismo e nella noia della provincia. Autori come Flaubert, Gozzano e Pavese, mi forniscono parole adeguate, che non sarei in grado di inventare, per descrivere una vasta gamma di esperienze umane della nostra epoca. Soprattutto parto dal “bovarismo” come sentimento onnicomprensivo, che abbraccia tanti temi esistenziali.In proposito, non mi interessa tanto la psicologia di Emma Bovary, quanto piuttosto disegnare il suo travaglio esistenziale attraverso le immagini e le situazioni generate dalla sua immaginazione creatrice. La sua è una battaglia contro l’ignoranza del mondo, ma è una battaglia persa in partenza».Teatro de LiNUTILE
Via Agordat, 5 – 35138
Padova Tel. 049/2022907
Mail to: [email protected]   
Sito web  www.teatrodelinutile.com 
Linutile Blog: http://teatrodelinutile.wordpress.com/  

Madame Bovary

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

« Eravamo nell’aula di studio, quando il Rettore entrò, seguito da un nuovo in abiti borghesi e da un inserviente che portava un grosso banco. Quelli che dormivano si svegliarono, e ognuno s’alzò, come sorpreso nel lavoro. »

(Gustave Flaubert)

Madame Bovary

Autore Gustave Flaubert

1ª ed. originale 1856

Genere romanzo

Sottogenere realismo

Lingua originale francese

Ambientazione Tôtes, Ry

Protagonisti Madame Bovary

Madame Bovary (a volte tradotto in italiano con il titolo La signora Bovary) è il primo romanzo di Gustave Flaubert. Appena pubblicato, fu messo sotto inchiesta per “oltraggio alla morale”. Dopo l’assoluzione[1], il 7 febbraio 1857, divenne un bestseller sotto forma di libro nell’aprile del medesimo anno, e oggi è considerato uno dei primi esempi di romanzo realista. Una delle prime edizioni fu illustrata dal pittore Charles Léandre.

È imperniato sulla figura della moglie di un ufficiale sanitario, la signora Emma Bovary, che si dà all’adulterio e vive al di sopra dei suoi mezzi per sfuggire alla noia ed alla vacuità della vita di provincia. L’opera attinge alla vera arte nei dettagli e negli schemi nascosti: si sa che Flaubert era un perfezionista della scrittura e si faceva un vanto di essere alla perenne ricerca de le mot juste (la parola giusta).

Flaubert si ispirò alle vicende realmente accadute di una giovane donna di provincia, Delphine Delamare, del cuisuicidio si parlò in un giornale locale nel 1851.

Indice

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  • 1 Trama
  • 2 Capitolo per capitolo
    • 2.1 Prima parte
    • 2.2 Seconda parte
    • 2.3 Terza parte
  • 3 Personaggi
    • 3.1 Emma Bovary
    • 3.2 Charles Bovary
    • 3.3 Monsieur Homais
    • 3.4 Léon Dupuis
    • 3.5 Rodolphe Boulanger
    • 3.6 Monsieur Lheureux
  • 4 Ambientazione
  • 5 Stile
  • 6 Poetica
    • 6.1 L’inadeguatezza del linguaggio
    • 6.2 L’impotenza delle donne
    • 6.3 Il fallimento della borghesia
  • 7 Adattamenti
  • 8 Traduzioni italiane
  • 9 Note
  • 10 Altri progetti
  • 11 Collegamenti esterni
    • 11.1 Testo on line

Trama

Un ufficiale sanitario, Charles Bovary, dopo aver studiato medicina durante la giovinezza, sposa una donna più grande di lui, che però muore prematuramente. Rimasto vedovo, si risposa con una bella ragazza di campagna, Emma Rouault, impregnata di desideri di lusso e romanticherie, vagheggiamenti che le provengono dalla lettura di novelle popolari. Charles è benestante, ma anche noioso e maldestro. Emma crede che la nascita di un maschio “curerà” il loromatrimonio. Quando rimane incinta, e alla fine partorisce una figlia, si convince che la propria vita sia virtualmente finita.

Charles decide che per Emma ci vuole un cambio di scena, e si trasferisce dal villaggio di Tostes (oggi Tôtes) a un altro villaggio altrettanto deprimente, Yonville (tradizionalmente identificato con la cittadina di Ry). Emma accetta il corteggiamento di una delle prime persone che incontra, un giovane studente digiurisprudenza, Léon Dupuis, che sembra condividere con lei il gusto per le “cose più belle della vita”. Quando Léon se ne va per motivi di studio a Parigi, Emma intraprende una relazione con un ricco proprietario terriero, Rodolphe Boulanger. Confusa dai suoi fantasiosi vagheggiamenti romantici, Emma escogita un piano per fuggire con lui. Rodolphe, anche amandola, non è pronto ad abbandonare tutto per una delle sue amanti. Rompe quindi l’accordo la sera precedente a quella dell’architettata fuga, mediante una lettera sul fondo di un cesto di albicocche. Lo shock è tale che Emma si ammala gravemente e per qualche tempo si rifugia nella religione.

Una sera, a Rouen, Emma e Charles assistono all’opera, ed Emma incontra di nuovo Léon. I due iniziano una relazione: Emma si reca in città ogni settimana per incontrarlo, mentre Charles crede che lei prenda lezioni di pianoforte. Al contempo, Emma sta spendendo esorbitanti somme di denaro. I suoi debiti intanto raggiungono valori esplosivi e la gente inizia a sospettare l’adulterio. Dopo che i suoi amanti le hanno rifiutato il denaro per pagare il debito, Emma ingoia dell’arsenico e muore, in modo penoso e lento. Il leale Charles è sconvolto, tanto più che ritrova le lettere che Rodolphe le scriveva. Dopo poco tempo muore a sua volta e la figlia della coppia rimane orfana.

Capitolo per capitolo

Prima parte

  1. Infanzia, periodo degli studi e primo matrimonio di Charles Bovary
  2. Charles incontra Rouault e la figlia Emma; muore la moglie di Charles
  3. Charles propone ad Emma di sposarlo
  4. Il matrimonio
  5. La nuova vita di coppia a Tostes
  6. Un resoconto dell’infanzia di Emma ed il suo segreto mondo fantastico
  7. Emma si annoia; invito al ballo presso il Marchese di Andervilliers
  8. Il ballo al castello La Vaubyessard
  9. Emma segue la moda; la sua noia preoccupa Charles, e decidono di trasferirsi; scoprono la sua gravidanza

Seconda parte

  1. Descrizione di Yonville-l’Abbaye: Homais, Lestiboudois, Binet, Bournisien, Lheureux
  2. Emma incontra Léon Dupuis, lo studente di legge
  3. Emma dà alla luce Berthe, le fa visita in casa della nutrice con Léon
  4. Una partita a carte; cresce l’amicizia tra Emma e Léon
  5. Viaggio per vedere la manifattura del lino; terreno di Lheureux; Emma è rassegnata alla sua vita
  6. Emma visita il prete Bournisien; Berthe si ferisce; Léon parte per Parigi
  7. La madre di Charles vieta le notizie; lo spargimento di sangue della manovalanza agricola di Rodolphe; Rodolphe incontra Emma
  8. La comice agricole (spettacolo agreste); Rodolphe incoraggia Emma
  9. Sei settimane dopo Rodolphe ritorna ed escono a cavallo; egli la seduce ed inizia la relazione
  10. Le strade di Emma e quelle di Binet s’incrociano; Rodolphe s’innervosisce; una lettera di suo padre fa pentire Emma
  11. Operazione al piede torto di Hippolyte; M. Canivet deve amputare; Emma ritorna da Rodolphe
  12. Gli stravaganti doni di Emma; lite con la matrigna; piani di fuga
  13. Rodolphe si dilegua; Emma si ammala gravemente
  14. Charles è oberato di debiti; Emma si dà alla religione; Homais e Bournisien litigano
  15. Emma incontra Léon alla rappresentazione della Lucia di Lammermoor

Terza parte

  1. Emma e Léon conversano; la torre della cattedrale di Rouen; corsa in carrozza censurata
  2. Emma va da Homais; l’arsenico; il vecchio Bovary è morto; il conto di Lheureux
  3. Ella visita Léon a Rouen
  4. Ella riprende le “lezioni di piano” del giovedì
  5. Léon; il cantante girovago; Emma inizia a contraffare i conti
  6. Angoscia di Emma; la spirale dei debiti è incontrollabile
  7. Emma chiede denaro a varie persone
  8. Rodolphe non può salvarla; ella inghiottisce l’arsenico; la sua morte.
  9. Emma in camera alla sua veglia
  10. Il funerale
  11. Charles trova le lettere; la sua morte; avvenimenti successivi nel paese; il destino della figlia

Personaggi

Emma Bovary

Emma è la protagonista del romanzo. Sogna di consacrarsi all’agio, alla passione ed all’alta società. Proprio il contrasto fra siffatti ideali romantici, maturati attraverso le letture dell’adolescenza, e le realtà asfissiante del suo paese costituisce il filo conduttore di buona parte del romanzo, il fattore che indurrà Emma a due relazioni extra-coniugali nonché a contrarre quella mole insormontabile di debiti che alla fine causerà il suicidio della donna. Emma è una donna sognatrice i cui desideri non possono venire soddisfatti da un uomo semplice come Charles.

Flaubert tratta la protagonista in modo ambivalente. Ridicolizza le sue tendenze romantiche e le stigmatizza non solo come impraticabili, ma alla fine anche perniciose. Allo stesso tempo, tuttavia, Flaubert non sembra mai porre alcun biasimo su Emma di per sé, quanto invece sui romanzi tardo romantici, stucchevoli, che hanno avuto un influsso negativo sulle sue fantasie, così come su tante donne borghesi contemporanee di Flaubert. Invero, Emma stessa, inconsapevole di ciò, si chiede con sgomento perché sia incapace di essere felice della propria vita. Inoltre, nonostante la visione critica di Emma, Flaubert è altrettanto critico nei ritratti dei borghesi di provincia che circondano Emma opprimendola.

Charles Bovary

Il marito di Emma, Charles Bovary, è un uomo molto semplice e ordinario. È un ufficiale sanitario per professione, ma anche in ciò, come in ogni altro campo, non è molto abile. In effetti non è abbastanza qualificato per essere uno specialista, ma è piuttosto un officier de santé, cioè un “ufficiale di sanità”. Quando viene convinto a tentare una difficoltosa operazione chirurgica sul piede torto di un paziente, il risultato è disastroso, ed il malcapitato dovrà farsi amputare la gamba da un medico migliore. Questo suo fallimento non farà che aumentare il disprezzo che Emma nutre nei suoi confronti.

Charles adora sua moglie e la trova innocente, malgrado l’ovvia dimostrazione del contrario. Non sospetta in alcun modo le sue relazioni e le concede il pieno controllo dei propri averi, in tal modo procurandosi la bancarotta con le proprie mani. A dispetto della completa devozione di Charles ad Emma, quest’ultima lo detesta, giudicandolo il perfetto esempio di tutto ciò che è noioso e comune. Quando Charles scopre gli inganni di Emma – dopo la morte di quest’ultima – ne è completamente devastato e muore di lì a poco. È interessante notare come la morte della moglie coincida, nel romanzo, con una improvvisa rivalutazione della figura di Charles stesso che, da persona sciocca e priva di spessore, si trasformerà nell’unico personaggio veramente positivo e meritevole di compassione di tutta la storia.

Monsieur Homais

Monsieur Homais è il farmacista della cittadina. Si ritiene un brillante, moderno uomo di mondo, benché non abbia mai oltrepassato Rouen, e cerca sempre occasioni per dire il suo punto di vista. Disprezza la borghesia (pur appartenedovi) e il clero, e per questo motivo si trova sempre in contrasto con il prete del paese. Fervente sostenitore di ideali positivisti e del progresso, si dà un gran da fare per promuovere se stesso (è tanto geloso quanto fiero delle sue “alchimie”) e scrive di continuo articoli scientisti per la gazzetta del capoluogo; non manca mai di intavolare discussioni su qualsiasi argomento, specialmente la sera all’osteria-albergo di Yonville. È egocentrico, ma ciò non gli impedisce di considersi sempre e comunque un “uomo qualunque” di classe sociale media. Il suo desiderio di ottenere la Legion d’onore si fa ossessivo, ma alla fine vi riesce. L’arsenico che assume Emma proviene proprio dalla sua farmacia: il signor Homais dà dunque prova di non conservare con la dovuta attenzione il potente veleno. Rappresenta l’uomo borghese di provincia, limitato e cieco di fronte ai propri difetti.

Léon Dupuis [modifica]

Prima amicizia di Emma appena giunta a Yonville, Léon fin dall’inizio sembra perfetto per lei: sebbene faccia il praticante notaio, condivide con lei gli ideali romantici e il disprezzo per la vita comune. Adora Emma ma a causa della sua timidezza non riesce a dichiararle il suo amore, poi sconsolato decide di andarsene a studiare legge a Parigi. Un incontro fortuito ricongiunge i due a Rouen, parecchi anni più tardi, e ne scaturisce la relazione. Dupuis, così timido ai tempi della provincia, a Parigi è riuscito a creare una maschera che nasconde la debolezza del carattere. Superata l’euforia iniziale, l’idillio mostra le sue crepe e gli amanti non riescono a mantenere le reciproche aspettative romantiche.

Rodolphe Boulanger

Rodolphe è un benestante Dongiovanni del luogo che seduce Emma aggiungendola alla sua lunga lista di conquiste. Superficialmente attratto da Emma, egli prova ben poco sentimento nei suoi confronti. Nulla al confronto di ciò che ella riversa su di lui. Al crescere della disperazione di Emma, Rodolphe perde ogni interesseverso di lei, ed anzi è preoccupato per la sua imprudenza. È lui che pone termine alla loro storia d’amore. Verso il finale sembra avere barlumi di coscienza: alla morte di Emma si limita ad inviare un biglietto; tuttavia quando tempo dopo incontra casualmente Charles, che ormai ha appreso dei fatti passati, lo tradisce un certo imbarazzo.

Monsieur Lheureux

Un mercante scaltro e manipolatore che convince continuamente Emma a comprare beni a credito e contrarre mutuo presso di lui. Lheureux raggira Emma magistralmente ed alla fine la spinge così in fondo nel baratro dei debiti da determinare la sua rovina finanziaria ed il conseguente suicidio.

Ambientazione

L’ambientazione di Madame Bovary è cruciale nell’economia del romanzo per due ragioni. In primo luogo è importante perché è funzionale allo stile realistico ed alla critica sociale di Flaubert e in secondo luogo per come si mette in relazione con la protagonista Emma Bovary.

Il romanzo inizia nell’ottobre 1827, e termina nell’agosto 1846 (Francis Steegmuller). Siamo intorno all’era che va sotto il nome di “Monarchia di Luglio”, ovvero ilregno di Luigi Filippo. Si tratta di un periodo di netta ascesa della classe medio-borghese. Flaubert detestava la borghesia. Molta parte del suo lavoro di descrizione dei costumi della Francia rurale, tuttavia, può essere interpretata come critica sociale.

Flaubert si sforza intensamente di assicurarsi che i suoi ritratti della vita comune siano accurati. In ciò è agevolato dal fatto di aver scelto un argomento a lui particolarmente familiare. Sceglie, difatti, di ambientare la storia nella città di Rouen (Normandia) ed immediate vicinanze, ossia nel teatro della sua nascita ed infanzia. La cura ed il dettaglio che Flaubert infonde nell’ambientazione sono determinanti per lo stile di tutto il romanzo. È questa verosomiglianza degli elementi mondani della vita rurale che ha meritato al libro la sua reputazione di pietra miliare del movimento noto come realismo.

Flaubert usa anche deliberatamente l’ambientazione per creare contrasto con i protagonisti. Le fantasie romantiche di Emma sono drammaticamente soffocate dalla prosaicità della vita di tutti i giorni. Flaubert si serve di tale giustapposizione per dare luce ad entrambi i soggetti. Emma diventa più capricciosa ed assurda alla cruda luce della realtà quotidiana. Ma al contempo, nondimeno, l’autoreferenziale banalità della gente del posto è amplificata dal confronto con Emma, che, seppur nella sua astrattezza, dimostra comunque una sensibilità per la bellezza e la grandezza che pare del tutto ignota ai “benpensanti”.

Stile

Il libro, altamente basato sulla “storia vera” di un compagno di scuola divenuto medico, è stato scritto per insistenza degli amici, che cercavano (invano) di “curare” Flaubert dal proprio viscerale romanticismo rifilandogli il più deprimente argomento che potessero concepire, e sfidando lo scrittore a renderlo interessante senza l’aggiunta di alcun evento straordinario. Anche se Flaubert non apprezzava particolarmente lo stile di Balzac o di Zola, il romanzo è considerato oggi come un esempio tipico di realismo, fatto che ha contribuito al processo per oscenità (peraltro largamente motivato da un attacco politico del governo contro la rivistaliberale che dapprima pubblicò tale testo a puntate, ovvero La Revue de Paris).

Flaubert, come autore della storia, non giudica direttamente la moralità di Emma Bovary e si astiene dal condannarne esplicitamente l’adulterio. Tale decisione indusse qualcuno ad accusare Flaubert di esaltare l’adulterio e creare uno scandalo (un biasimo piuttosto infondato, ove si tengano presenti l’eterna insoddisfazione di Emma e il suo infelice destino).

Il realismo mira alla verosomiglianza, concentrando l’attenzione sullo sviluppo dei personaggi. Il movimento costituiva una reazione all’idealismo romantico, che nel romanzo è il tipo di pensiero che governa le azioni di Emma. Ella è sempre più insoddisfatta, poiché le sue fantasie – che trascendono la vita – per tautologicadefinizione, non potranno evidentemente realizzarsi. Flaubert ebbe a dichiarare che buona parte del romanzo aveva un’ispirazione autobiografica - Madame Bovary, c’est moi (“Madame Bovary, sono io”) – riferendosi al romanzo nel suo complesso, e non soltanto al personaggio di Emma.

Madame Bovary è un commento all’intera cultura dell’epoca in cui visse Flaubert, e ciò è reso palese dall’accento nettamente posto sull’assurdità delle figurescientifiche ”razionali”, sull’inutilità dei riti della Chiesa, sull’auto-indulgenza borghese di Lheureux (che raggira Emma ottenendo che acquisti merce da lui a credito).

Poetica

L’inadeguatezza del linguaggio

« … e il linguaggio umano è simile ad un tamburo rotto su cui battiamo melodie per farci ballare gli orsi, mentre ciò che desideriamo è fare musica che commuova le stelle. »

(Gustave Flaubert)

Madame Bovary esplora la possibilità che la parola scritta non riesca a coglier neppure una minima parte della vita umana. Flaubert usa una varietà di tecniche per mostrare come il linguaggio sia spesso un mezzo inadeguato per esprimere emozioni ed idee. La frequente inettitudine dei personaggi alla comunicazioneinterpersonale è emblematica del fatto che le parole non descrivono perfettamente ciò che significano. Nel primo capitolo, ad esempio, l’insegnante di Charles crede che egli si chiami “Charbovari”. Egli non riesce a far intendere il proprio nome. L’inadeguatezza del discorso è qualcosa che Emma incontrerà ripetutamente nel tentare di palesare il proprio malessere al prete o di esprimere il proprio amore a Rodolphe. Si manifesta anche quando Charles legge la lettera di Rodolphe e la fraintende come un messaggio di affetto platonico. Le bugie di cui abbonda Madame Bovary contribuiscono al senso d’inadeguatezza del linguaggio nella novella, ed al concetto che le parole possano essere più efficaci nel mascherare la verità, o a trasmetterne il contrario, piuttosto che nel rappresentare la verità medesima. La vita di Emma è descritta come “un tessuto di bugie”. Inventa storie dopo storie per impedire al marito di scoprire le sue beghe. Analogamente, Rodolphe racconta così tante bugie sul suo amore per Emma da arrivare a supporre che nemmeno lei sia sincera. Flaubert mostra che mentendo gli amanti rendono impossibile che le parole possano anche solo sfiorare la verità fattuale. Il forte senso d’inadeguatezza del linguaggio fa parte di una reazione contro la scuola del realismo. Sebbene Flaubert fosse in un certo senso un realista, credeva anche che fosse errato pretendere che il realismo fosse in grado di raffigurare la vita più efficacemente del romanticismo. Fa ricorso ad ironiche descrizioni romantiche per stabilire una tensione tra le esperienze degli eventi dei vari personaggi e gli aspetti autentici della vita. Combinando romanticismo ironico e narrazione realistica letterale, Flaubert cattura i suoi personaggi e le loro lotte più pienamente di quanto avrebbe permesso uno stile letterale in senso stretto o – per converso – uno stile integralmente romantico.

L’impotenza delle donne

« Ma una donna ha continui impedimenti. A un tempo inerte e cedevole, ha contro di sé le debolezze della carne e la sottomissione alle leggi. La sua volontà, come il velo del suo cappello tenuto da un cordoncino, palpita a tutti i venti, c’è sempre un desiderio che trascina, e una convenienza che trattiene»

(Madame Bovary)

La speranza di Emma di aver concepito un maschio – perché “una donna è sempre impedita” – è solo uno dei tanti passi del romanzo in cui Flaubert dimostra un’intima comprensione dei problemi che assillano le sue contemporanee. Attraverso Madame Bovary vediamo come i compagni di Emma possiedano il potere di cambiarle la vita nel bene e nel male – un potere che di per sé ella non ha. Perfino Charles concorre nel determinare l’impotenza di Emma. La sua indolenza gli impedisce di diventare un buon dottore, e la sua incompetenza gli impedisce di avanzare verso un più alto strato sociale che potrebbe soddisfare le aspirazioni di Emma. Di conseguenza, Emma è invischiata in un paesotto, con pochi quattrini in tasca. Rodolphe, che ha i mezzi economici per far librare Emma dalla sua vita, la abbandona ed ella, in quanto donna, è incapace di fuggire autonomamente. Léon, a tutta prima, sembra simile ad Emma. Ambedue sono insoddisfatti dell’ambiente rurale, ambedue sognano cose maggiori e migliori. Ma poiché Léon è uomo, ha davvero il potere di inverare il suo sogno di trasferirsi in una città importante, laddove Emma deve rimanere a Yonville, incatenata al marito ed alla figlia.

Alla fine, comunque, la struttura morale del romanzo postula che Emma assuma la responsabilità delle proprie azioni. Non può scaricare la colpa di tutto sugli uomini che la circondano. Sceglie liberamente di essere infedele a Charles, e i suoi tradimenti finiranno per ferirlo mortalmente. D’altro canto, nella situazione in cui si trova Emma, ha solo due scelte: cercare amanti o restare fedele ad un ottuso matrimonio. Una volta sposato Charles, la scelta di commettere adulterio è il solo mezzo di Emma per esercitare un qualche potere sul proprio destino. Mentre gli uomini hanno accesso all’agiatezza ed alla proprietà, l’unica moneta che Emma possieda per influenzare gli altri è il proprio corpo, una forma di capitale che ella può commerciare solo in segreto al prezzo della vergogna e con il costo aggiuntivo dell’inganno. Mentre ella elemosina disperatamente soldi per far fronte ai debiti, gli uomini offrono denaro in cambio di favori sessuali. Alla fine, tenta di recuperare Rodolphe come amante, nella speranza che costui le paghi i debiti. Anche l’atto finale del suicidio è consentito da una transazione fondata sul suo incanto fisico, profuso nei riguardi di Justin, che le permette di entrare nel magazzino in cui è custodito l’arsenico. Perfino per togliersi la vita, deve far ricorso al potere sessuale, e sfruttare l’amore di Justin in modo da convincerlo ad agire secondo i desideri di lei.

Il fallimento della borghesia

Le inquietudini di Emma scaturiscono in gran parte dalla sua insoddisfazione riguardo all’ambiente borghese francese. Aspira ad avere un gusto molto più raffinato e sofisticato di quello della classe cui appartiene. Questa frustrazione riflette una tendenza storica e sociale crescente nella seconda metà del XIX secolo.

Al tempo in cui scrive Flaubert, il lemma ”borghesia” si riferiva alla classe media: persone che – seppur non possedevano l’indipendente agiatezza e la genealogiadella nobiltà - tuttavia esercitavano professioni che garantivano il sostentamento senza imporre il giogo del lavoro fisico. I loro gusti si caratterizzavano per il vistoso materialismo. Si coccolavano secondo i propri mezzi, ma senza discernimento critico. La mediocrità borghese era frustrante per Flaubert, ed egli usò il disgusto di Emma Bovary per la propria classe come un mezzo per proiettare il proprio odio verso la classe media. Madame Bovary mostra quanto ridicole, soffocanti, e potenzialmente perniciose possano essere le convenzioni e le trappole della borghesia. Nei discorsi prolissi e saccenti del farmacista Homais, Flaubert sbeffeggia le velleità borghesi in materia di conoscenza ed apprendimento, così come la fede, tutta borghese, nel potere di quella tecnologia che in realtà essa non comprende appieno. Ma Homais non è solo buffo: è anche pericoloso. Quando persuade Charles a provare un nuovo procedimento medico su Hippolyte, il paziente sviluppa una cancrena e poi perde la gamba.

Adattamenti

Il romanzo Madame Bovary è stato adattato per il grande schermo parecchie volte, a partire dalla versione del 1933 di Jean Renoir. È stato anche l’argomento di una quantità di “mini-serie” televisive o sceneggiati per lo stesso mezzo di comunicazione di massa. Il più considerevole fra questi adattamenti rimane la Madame Bovary cinematografica del 1949, prodotta dalla MGM. Diretto da Vincente Minnelli, aveva come protagonisti Jennifer Jones nel ruolo principale, e co-protagonistiJames Mason, Van Heflin, Louis Jourdan, e Gene Lockhart. Nel 1969, Edwige Fenech interpreta Emma Bovary nel film italo-tedesco: I peccati di Madame Bovary. Un adattamento cinematografico molto fedele al romanzo è invece quello del 1991 di Claude Chabrol, al contrario della produzione russa del film Salva e custodiscidi Aleksandr Sokurov (1989) che si ispira al libro di Flaubert, ambientandolo però in Russia, modificando i tratti di alcuni personaggi del romanzo e sottolineando l’erotismo degli incontri della protagonista con i suoi amanti. Vi fu pure, nel 2000, un adattamento televisivo per il Masterpiece Theatre (Teatro del capolavoro), che vedeva come interpreti Frances O’Connor e Hugh Bonneville. Nel 1997 è stato trasposto in manga (fumetto giapponese) dalla mangaka Yumiko Igarashi, un manga erotico dedicato ad un pubblico femminile, facente parte degli Shojo manga (per donne).

Traduzioni italiane

Bruno Osimo, nel suo Manuale del traduttore, ha analizzato come tre traduzioni (Del Buono, Ginzburg e Spaziani) hanno reso diversamente il passaggio sulle dame che a tavola coprono i propri bicchieri con il guanto per segnalare il loro rifiuto di bere («plusiers dames n’avaient pas mis leurs gants dans leur verre», prima parte, capitolo 8).[2]

  • 1881 Oreste Cenacchi, Treves
  • 1923 Valerio Bandini, Modernissima
  • 1924 Ferdinando Bideri, Bideri
  • 1926 Decio Cinti, Sonzogno
  • 1932 Nina Zanghieri, Bietti
  • 1933 Bruno Ohmet, Società Editrice Lombarda
  • 1934 Gerolamo Lazzeri, Barion
  • 1936 Diego Valeri, Mondadori
  • 1946 Giuliano Belforte, Tirrena
  • 1949 Libero Bigiaretti, Einaudi
  • 1949 Giuseppe Achilli, Rizzoli
  • 1955 Hedy Revel, Utet
  • 1964 Domenico Campana, Rusconi
  • 1965 Oreste del Buono, Garzanti
  • 1966 Ottavio Cecchi, Editori Riuniti
  • 1967 Giovanni Battista Angioletti, Sansoni
  • 1969 Virginio Enrico, Casini
  • 1973 Bruno Oddera, Fabbri
  • 1974 Annita Biasi Conte, Ferni
  • 1983 Natalia Ginzburg, Einaudi
  • 1993 Gabriella Mezzanotte, Bignami
  • 1994 Roberto Carifi, Feltrinelli
  • 1994 Alessandro Castellari e Maria Teresa Cassini, Principato
  • 1995 Virginio Enrico, Di Giorgio
  • 1995 Isabella Ruggi, Guaraldi
  • 1995 Gabriella Pesca Collina, Demetra
  • 1996 Margherita Giacobino, Frassinelli
  • 1996 Marina Premoli, Opportunity book
  • 1996 Gabriella Pesca Collina, Giunti
  • 1997 Maria Luisa Spaziani, Mondadori
  • 2004 Sandra Teroni, L’Espresso
  • 2009 Lella Ricci, Baldini Castoldi Dalai

Note

  1. ^ Il giudice, comunque, “condannò moralmente” il romanzo, «poiché la missione della letteratura deve essere di onorare e di ricreare lo spirito innalzando ed epurando i costumi».
  2. ^ Bruno Osimo, Manuale del traduttore: guida pratica con glossario, Hoepli, Milano 1998, p. 35, n. ed. 2004, pp. 67-8

Collegamenti esterni

Testo on line

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Flaubert, Gustave

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Gustave Flaubert
Gustave Flaubert nacque a Rouen nel 1821, secondo dei tre figli del chirurgo primario della cittadina natale. Sin dall’adolescenza dimostrò una spiccata propensione per la letteratura, cominciando a scrivere molto presto.

Nel 1836 si innamorò, sulla spiaggia di Trouville, di una donna sposata, Elise Foucault; la vicenda gli ispirò in seguitoL’educazione sentimentale (1843-45).

Nel 1840 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza di Parigi ma si dedicò poco agli studi, preferendo frequentare gli ambienti artistici e letterari della città fino a che i sintomi di una grave malattia nervosa lo costrinsero a tornare a Rouen.

Nel 1846, morti il padre e la sorella, si stabilì con la madre e la nipote nella villa di campagna che la famiglia possedeva a Croisset e che rimase la sua residenza definitiva ad eccezione di brevi soggiorni invernali a Parigi e alcuni viaggi all’estero. Nello stesso 1846 conobbe la scrittrice Louise Colet con cui strinse una relazione sentimentale che durò fino al 1855 e di cui ci è rimasta una intensa corrispondenza.

Nel 1848 fu a Parigi, durante la Rivoluzione; tra il 1849 e il 1851 viaggiò con un amico in Medio Oriente, Grecia e Italia. Al ritorno da questo lungo viaggio, tra il 1851 e il 1856 scrisse il romanzo che è considerato il suo capolavoro, Madame Bovary, pubblicato a puntate su la “Revue de Paris”. Il testo segna una vera e propria svolta nella letteratura europea: l’orizzonte degli ideali e dei modelli romantici viene superato attraverso la demistificazione delle idee moralistiche tipiche della società borghese del primo ottocento; la descrizione oggettiva dei fatti apre la strada al prossimo naturalismo.

Madame Bovary fu messo all’indice e Flaubert fu accusato di oltraggio alla morale e alla religione l’anno successivo alla pubblicazione (1857) e fortunatamente assolto dalla corte al processo. Nel 1862 pubblicò Salambô, ambientato nell’antica Cartagine; in seguito si dedicò alla riscrittura dell’Educazione sentimentale, lavoro che lo tenne impegnato dal 1863 al 1869.

La guerra franco-prussiana lo costrinse a lasciare per qualche tempo Croisset con gravi conseguenze per il suo già fragile sistema nervoso. Nel 1875, per salvare dal fallimento il marito della nipote, vendette tutto il suo patrimonio, continuando a vivere con le scarse entrate della sua attività di scrittore e con una piccola pensione governativa che gli venne assegnata negli ultimi anni di vita.

Morì a Croisset nel 1880. Il suo ultimo romanzo Bouvard e Pecuchet, capolavoro dell’umorismo nero, uscì postumo e incompiuto nel 1881.


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