Da che mondo è mondo, “chi comanda fa legge” e, di solito, guadagna molto di più dei comuni mortali, anche tre/quattro volte dei dipendenti comuni. E’ questa una legge naturale alla quale non ci si può sottrarre e che non siamo certamente noi a voler cambiare, anche se, presso l’Azienda Siciliana Trasporti spa i Dirigenti, ad esempio, tra stipendi, benefit, rimborsi spese, gadget natalizi, interim riescono a guadagnare molto di più (anche in tempo di austerity) dei loro pari grado dipendenti dalla Regione Siciliana…
Fin qui possiamo anche starci e fare buon viso a cattivo gioco ma quando questi Signori, per giungere ad un determinato obiettivo che sa tanto di business mettono a repentaglio la vita di un migliaio di propri dipendenti e delle rispettive famiglie, allora il discorso si fa più serio e il Sidast, ad esempio, a differenza degli altri Sindacati operanti in Azienda che, sistemati i propri affari con l’Azienda, l’assecondano nel criminoso progetto di “privatizzazione” anziché di “pubblicizzazione, “non ci sta” e farà di tutto perché il progetto non riesca.
Se poi, malgrado la nostra ferma opposizione, il Clan che comanda all’Ast, forte di inconfessabili appoggi politici dovesse concretizzarsi, niente paura: con una poderosa campagna giornalistica e con denuncie mirate e documentate, ci rivolgeremo e alla Corte dei Conti della Regione Siciliana e alla Procura della Repubblica di Palermo affinchè l’operazione venga dichiarata truffaldina e, pazienza, se oltre a qualche Amministratore e qualche Dirigente aziendale anche qualche Politico di grido coinvolto nella faccenda dovesse rimanere impigliato nelle maglie della Giustizia. Del resto è risaputo che già 28 dei 90 deputati dell’Assemblea Regionale (circa un terzo del totale) hanno avuto seri guai di natura penale: uno in più non susciterebbe alcuno scandalo particolare ma l’Ast potrebbe salvarsi e rinascere non sotto la cappa di un padrone che l’avrebbe acquisita con un “pugno di euro”, bensì nella veste con la quale l’abbiamo sempre conosciuta e, cioè come Ente della Regione preposta al “miglior soddisfacimento delle esigenze di mobilità delle popolazioni siciliane”.
Altro che “servizi sospesi” per mancanza di gasolio, altro che stipendi e arretrati pagati in forte ritardo, altro che tfr pagati a distanza di mesi, fornitori imbestialiti, utenti che protestano perfino con i cartelli, denuncie per aver stornato le quote sindacali, straordinari azzerati, contratto di secondo livello non rinnovato, servizi di controlleria inesistente….
Lo scandalo attuale deve finire: la Regione Siciliana, responsabilmente, deve decidere cosa fare della Società, nel rispetto anche della volontà espressa da 27 milioni di Italiani con il referendum e deve evitare la pantomina di un’Azienda ridotta ai minimi termini che deve essere “salvata” da un “amico degli amici” pronto a rilevarla con pochi spiccioli e una tanca di nafta….. coronando un disegno criminoso che viene da lontano e che, malgrado le smentite ufficiali, ha avuto dei “basisti” all’interno dell’Azienda che, a questo punto, debbono essere (tutti) individuati, smascherati e …. pesantemente sanzionati !
Vergogna !
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