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Mala del Brenta. Associazione mafiosa o no?

Da Nottecriminale9 @NotteCriminale

di Lorenzo Castellani
Mala del Brenta. Associazione mafiosa o no?

Quella della Mala del Brenta non rappresenta solo una storia unica nel panorama criminale italiano, ma anche un caso estremamente interessante dal punto di vista giuridico. 

I membri del gruppo sono stati infatti condannati sulla base dell’articolo 416bis cp ovvero associazione per delinquere di stampo mafioso. 

Ma è possibile considerare un’organizzazione criminale operante nel nord-est una mafia? 

Quanto contano le differenze territoriali e culturali nell’applicazione delle norme e delle pene antimafia? Che la Mala del Brenta fosse una potenza criminale di primo livello non ci piove. 

Le attività tipicamente mafiose ci sono tutte: estorsioni, controllo della case da gioco e dello spaccio di droga, traffico d’armi, eliminazione dei concorrenti, delimitazioni territoriali delle attività criminali. 

Mancano però l’atto trucido nell’uccisione, i vincoli familiari, la suddivisione del potere in gruppi, i gesti simbolici di affiliazione. 

E ancora l’articolo prevede: “L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri.” 

Posto che Maniero e soci controllassero e gestissero attività economiche illegali, sussisteva effettivamente l’assoggettamento e l’omertà? Era davvero così tangibile e vasta in Veneto come in Sicilia o Calabria la forza dell’organizzazione? 

C’è un rapporto collusivo con la politica come per le mafie? Difficile rispondere positivamente. Vi è stata sicuramente un’evoluzione da banda di rapinatori a cartello criminale capace di controllare una vasta area, ma si può giungere fino agli estremi della mafia? 

Maniero e i suoi incutono terrore e paura, ma la stratificazione del fenomeno, la sua profondità, la mentalità della popolazione sono certamente diverse rispetto alle questioni meridionali. 

Non c’è continuità, preso il boss Maniero l’organizzazione è scemata. Le sentenze hanno giocato, come sempre quando si parla di interpretazione normativa, sul crinale, sul limite delle parole. 

E’ stato piegato l’articolo 416bis in maniera funzionale alla repressione della Mala del Brenta? Probabilmente sì. 

O forse si è voluto disegnare un nuovo modello di mafia, più economico, più nordista, più leggero. E’ di certo un’interpretazione volta a fronteggiare e punire esemplarmente un nuovo fenomeno criminale territoriale particolarmente potente e pericoloso. 

E’ stata mafia? I dubbi restano e le prospettive possono assumere differenti angolazioni, ma il leader pentito è già fuori, al riparo dal regime carcerario del 41bis.



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