“D: torniamo in mezzo all’Oceano Indiano, perché la scelta è caduta su quell’isola? La localizzazione in Sri Lanka è stata frutto di una accurata indagine e sopralluoghi effettuati qualche anno fa in diverse regioni del Mondo in via di sviluppo, tra cui India, Pakistan, Bangladesh e Cina. Ne ricavammo molte informazioni ma, soprattutto, risaltava in modo particolare il caratteristico ed apprezzato equilibrio e la scarsa conflittualità sociale della popolazione dello Sri Lanka. Naturalmente ha molto influito anche una iniziale intuizione del dottor Sandro Veronesi [ patron di Calzedonia, n.d.r.], poi rivelatasi fondata, sull’elevata capacità di apprendimento delle maestranze indigene con riflessi evidenti sugli indici qualitativi e di produttività.L’assenza o quasi di vincoli sindacali garantiscono una flessibilità sulla numerosità degli organici assolutamente impensabile nel mondo industrializzato. Sotto questo punto di vista le localizzazioni dell’est Europa hanno già segnato il passo, determinando rapidi dietrofront sulle decisioni di nuovi insediamenti o ampliamenti dei siti produttivi. “
D: e nel Belpaese non si produce più nulla? Poco purtroppo! In Italia utilizziamo talvolta qualche terzista per produzioni integrative a quelle estere, soprattutto in situazioni di emergenza (consegne urgenti, problemi produttivi negli stabilimenti esteri, etc,). E’ una collaborazione assai limitata che rappresenta solo un pallido esempio di quella esistente fino a pochi anni fa., con funzione di back up alle produzioni principali che si avvantaggiano dei bassi costi della manodopera di quei paesi. Qui ad Oppeano rimane il centro distributivo composto dal magazzino di prodotto finito.”In fondo, viva la sincerità. L’unico problema quindi, l’unico ostacolo alla famosa Crescita è il costo della manodopera. Se si riesce a mantenere basso, perché quello delle materie prime è un po’ più complicato da abbattere, a parità di prezzo da far pagare all’utente finale, il gioco è fatto. Che siano queste le famose riforme, ciò che brama di ottenere a suon di piedini pestati per terra la Senhora Marcegalha?Gli asiatici si spaccano la schiena 20 ore al giorno, campano con un pugnetto di riso scotto, trombano e figliano assai per garantire sempre fresca forza lavoro minorile e soprattutto non rompono i coglioni con i sindacati. Non hanno le Camusso che si piazzano davanti al padrone e fanno “Aaaarrgghhh!” come Chewbecca. Il prode Nerino Grassi delocalizza in Serbia, come abbiamo visto. Ma perché proprio nel paese bombardato anni fa da D’Alema & i suoi Nato Boys? Su un altro blog ho trovato questo articolo di Marco Cobianchi, autore di “Mani bucate”. La Serbia, come altri paesi dell’Est, offre alle imprese che decidono di investire sul suo territorio condizioni che queste non possono rifiutare, un po’ come le proposte che faceva ai Tattaglia Don Vito Corleone: niente tasse oppure sgravi fiscali stratosferici, terreni sui quali edificare gli stabilimenti praticamente gratis, vantaggi di ogni tipo e manodopera a basso costo. Tutto al di fuori dei lacci e lacciuoli comunitari europei, o almeno di quelli che ancora rimangono. Viene perfino da ridere a pensare ai classici magliari italiani che, per trombarsi le ragazze dell’Est con poca spesa e molta resa, negli anni ottanta andavano all’avventura con la valigia piena di calze e collant. Ora, se gli italiani vanno all’Est, trovano paesi interi disposti a venderglisi e a fabbricargli pure le calze. Mala tempora collant. Certo, come dice il logistico di Calzedonia, in Sri Lanka è ancora meglio, non c’è il rischio del riemergere della latente bellicosità balcanica e magari di un rigurgito di socialismo reale, ma non si può avere tutto nella vita.Che a questo capitalismo piaccia solo vincere facile, come l’omino della pubblicità? E soprattutto che sia capace solo di vincere facile, con il GOD MODE ed il FULL AMMO, per intenderci, insomma barando come il bimbominkia con il videogioco troppo difficile? Per loro FULL AMMO. Per noi FULL MONTI, dopo che ci saremo tolti l’ultimo collant, appunto.