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Malagrotta: arriva l’ora dei conti

Creato il 09 gennaio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Associazione a delinquere, traffico di rifiuti, frode in pubbliche forniture, truffa in danno di enti pubblici e falso ideologico: questi i reati contestati che hanno fatto scattare un’ordinanza di custodia firmata dal gip di Roma nei confronti dell’imprenditore Manlio Cerroni, patron della famigerata discarica di Malagrotta alle porte di Roma, e di altre cinque persone tra cui Bruno Landi, storico collaboratore di Cerroni ed ex presidente della Regione Lazio.

Lo hanno riferito i carabinieri del Nucleo operativo ecologico, che stanno procedendo inoltre al sequestro di oltre 18 milioni di euro, come presunti proventi del traffico di rifiuti, in danno delle società E. Giovi srl e Pontina Ambiente srl, gestori rispettivamente delle discariche di Malagrotta e Albano Laziale.

L’ipotesi dei carabinieri è che dietro ci sarebbe una vera e propria organizzazione criminale. L’indagine è tutt’ora in corso e sta seguendo piste ulteriori: la gestione dell’impiano di raccolta e trattamento rifiuti e il termovalorizzatore di Albano Laziale, la realizzazione di un invaso per una nuova discarica in località Monti dell’Ortaccio e le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti nei comuni di Anzio e Nettuno.

Inutile gridare allo scandalo, il marciume “dietro” alla discarica di Malagrotta spandeva il suo fetore già da tempo. La domanda – che rivolgiamo ai rappresentanti di enti e istituzioni – è: come è possibile che in una società civile accada tutto questo? La nostra risposta: complicità, connivenza, omertà. Eppure l’indignazione dei cittadini riguardo a questa problematica – su cui Popolari Liberi e Forti aveva attirato l’attenzione durante la campagna elettorale romana – è sempre stata forte e chiara.

Cadranno – giustamente – alcune teste, ma tanti continueranno a riposare tranquilli nei loro letti, evidentemente abbastanza lontani dalle discariche da non esserne disturbati.

MC


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